
Negli ultimi giorni è tornata sotto i riflettori la situazione dell’influenza aviaria in Lombardia, con conseguenze concrete per allevamenti e zona rurale. In particolare, in provincia di Mantova sono stati segnalati nuovi focolai, inducendo le autorità a estendere le restrizioni e a rafforzare le misure di biosicurezza.
Contesto e situazione attuale
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Secondo le autorità veterinarie e il Istituto Zooprofilattico delle Venezie (IZS delle Venezie), il sottotipo H5N1 risulta attivo sia negli allevamenti sia tra volatili selvatici, con ripercussioni su pollame, tacchini e ovaiole.
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Nella zona mantovana, i Comuni sottoposti a restrizioni (zona di “ulteriore restrizione” o “zona di attenzione / protezione”) includono territori a elevata densità avicola, considerati a rischio per la diffusione del virus.
Impatti su allevamenti e filiera
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Il riemergere di focolai in un’area come Mantova — con una storica presenza di allevamenti intensivi e di “cluster avicoli” — fa aumentare il rischio per tutta la filiera, da quella delle ovaiole a quella dei tacchini e dei broiler.
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Le misure attivate (zone di restrizione, sorveglianza veterinaria, divieti di movimentazione) obbligano a bloccare la normale circolazione di pollame e uova da e verso le aree colpite, con inevitabili ripercussioni economiche per le aziende.
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Anche l’avifauna selvatica rappresenta un elemento di rischio: la circolazione di ceppi HPAI tra uccelli selvatici obbliga a vigilare attentamente per evitare ricadute su allevamenti domestici.
Misure attive e raccomandazioni
Le autorità — in accordo con le normative vigenti (es. Regolamento (UE) 2020/687) — hanno disposto:
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definizione di zone di protezione e sorveglianza in territori a rischio;
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obblighi di biosicurezza rafforzata per gli allevamenti: divieto di movimentazioni non autorizzate, controllo dei contatti tra pollame e fauna selvatica, quarantene, ecc.
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monitoraggio continuo tramite tamponi nelle aziende interessate e sorveglianza epidemiologica sull’avifauna selvatica.
Quali scenari per il futuro
Alla luce del perdurare della circolazione di H5N1 in Italia — con decine di focolai registrati solo nel 2025 nelle province più a rischio, tra cui Mantova e Verona — la filiera avicola si trova in una fase di allerta permanente.
In questo contesto, diventa fondamentale per gli allevatori mantenere attive le misure di prevenzione e per gli operatori del settore aggiornarsi costantemente: la trasparenza sulle origini del prodotto, la tracciabilità e la rigorosa biosicurezza non sono più solo buone pratiche — ma fattori chiave per la sostenibilità e la fiducia del mercato.













