La capacità produttiva mondiale di uova è andata crescendo, così come sono cambiati i sistemi di produzione, sulla spinta delle scelte dei consumatori. Nei Paesi in via di sviluppo l’industria delle uova è passata dalla ricerca della sola quantità di uova prodotte alla qualità delle stesse, prendendo in considerazione quanto incide il metodo di produzione sul benessere degli animali.
Le reazioni dei consumatori di alcuni Paesi sul tema del benessere animale hanno portato nel 2012 al bando delle gabbie convenzionali nell’Unione europea; tali misure hanno dato una spinta alla ricerca di sistemi di produzione alternativi, più rispettosi del benessere animale. I Paesi che hanno adottato sistemi alternativi, come l’allevamento free-range hanno registrato un aumento di questo tipo di produzione, il che è un segnale positivo per un’industria che si vuole adattare ed evolvere. Nei Paesi in via di sviluppo, invece, le gabbie convenzionali sono ancora in uso e sono scelte per la quantità di uova prodotte, che in questi Paesi è consideralo il primo indicatore di successo dell’industria avicola. Inoltre, la mancanza di educazione di consumatori e produttori locali, che ritengono gli avicoli come esseri non senzienti, non ha portato a una modifica dell’industria avicola.
Comunque finora sembra che i sistemi di produzione alternativi non abbiano ancora soddisfatto tutte le esigenze comportamentali degli animali, e problemi di benessere animale, come i danni sternali e ossei, sono frequenti nei sistemi arricchiti e con trespoli. Inoltre è significativa l’elevata prevalenza di malattie e parassiti in allevamenti a terra, su lettiera o free-range ed è correlata al contatto diretto tra galline e feci. Costanti problemi di benessere insorgono in tutti i sistemi di produzione delle ovaiole, e quindi, oltre ad una selezione genetica che migliori determinati tratti, come la resistenza ossea o il minor beccaggio delle penne, diventa importante modificare sia attrezzature che materiali di allevamento di ciascun sistema di produzione, compresi alcuni fattori ambientali, come illuminazione e temperatura, per migliorare il benessere.
Introduzione
Dagli anni ’50 del secolo scorso i sistemi di produzione delle ovaiole hanno visto notevoli cambiamenti, che hanno influenzato sia il comportamento che il benessere, valutato attraverso parametri come il beccaggio della livrea, cannibalismo, problemi ossei, ecc., oltre a quelli produttivi come uova a terra, qualità e numero totale di uova prodotte. Se prendiamo come esempio l’industria USA, si nota come negli anni ’20 gli allevatori avessero poche galline in cortile, giusto per il fabbisogno domestico e il consumo famigliare. Poi emersero negozi e mercati locali che fornivano uova e i gruppi cominciarono ad aumentare numericamente, man mano che la produzione di uova diventava fonte di guadagno crescente. Negli anni ’60 la produzione avicola negli USA era notevolmente aumentata, con dimensioni maggiori degli allevamenti e galline allevate in gabbie convenzionali, per evitare problemi igienici, ma anche per fattori economici.
Nella maggior parte dei Paesi europei l’allevamento delle galline in gabbia divenne un problema dopo la pubblicazione nel 1964 del volume Animal Machines di Ruth Harrison, nel quale si notava che gli standard minimi di libertà, come alzarsi, riposare, girarsi, lisciarsi le piume, stiracchiarsi, erano fortemente limitati in questi tipi di allevamento. Il sistema in gabbia tradizionale era contrario alle 5 libertà fondamentali degli animali, ovvero libertà da fame e sete, che richiede disponibilità di acqua pulita almeno 20 ore al giorno e mangime di qualità e bilanciato che favorisce la salute e la sopravvivenza; un ambiente appropriato; evitare il dolore e curare le malattie tramite prevenzione ed eventuali terapie; favorire un comportamento normale, tramite una densità corretta, materiali e attrezzature idonee e gruppi di animali limitati; infine, evitare paura e stress, grazie a un ambiente e a una gestione idonei. Come risultato, sull’onda della pressione della pubblica opinione, si introdussero sistemi di allevamento alternativi, nei quali vennero implementati i diritti animali con relative leggi di protezione, agendo sul settore agricolo. Tra gli anni ’70 e ’80, grazie all’aiuto dei governi nazionali e di alcuni gruppi animalisti, l’attenzione venne rivolta a sistemi alternativi, anche in gabbia, che comprendevano lettiera, aree aperte e free-range nel Regno Unito, pavimentazione a slat in Danimarca e pavimenti a rete in Germania. A partire dal 2012 in Europa le variazioni nella modalità di allevamento hanno dato vita a diversi sistemi e la produzione in gabbia tradizionale è stata abbandonata a favore delle gabbie arricchite.
I sistemi non in gabbia includono quelli a terra, con galline allevate a terra e nidi connessi a una raccolta automatica, e quelli alternativi, simili all’allevamento a terra, ma con piattaforme che consentono di utilizzare l’altezza della costruzione, con un correlato aumento della densità di allevamento e relativo vantaggio economico per il produttore. Modifiche a questo sistema consentono di allevare in un ambiente semi-confinato o esterno, ma coperto, fino ad arrivare al sistema free-range, con accesso all’aperto per tutto il giorno o per una parte di esso. Le ovaiole free-range dovrebbero comunque trovare ricovero durante la notte, in modo da proteggerle da condizioni atmosferiche avverse, come in inverno. La gabbia arricchita è una modifica di quelle convenzionali, con trespoli, area di nido e materiali progettati per consentire il comportamento di ricerca del foraggio e lo spollinamento, secondo la direttiva CE 1999.
Le ricerche dei sistemi di accasamento, come pure delle pratiche gestionali, continueranno ad essere importanti, poiché, ad esempio, negli allevamenti non in gabbia esistono problemi di cannibalismo. Il debeccaggio, per controllare il cannibalismo, è complesso e altera le modalità con cui la gallina si nutre, si liscia la livrea, ecc. De Boer e Cornelissen (2002) hanno utilizzato un approccio sostenibile per confrontare i sistemi di produzione delle galline e hanno concluso che il sistema alternativo è più idoneo rispetto alla gabbia arricchita. Basandosi su questa ipotesi, è possibile migliorare il benessere delle ovaiole. Sandilands afferma che i sistemi senza gabbie e con trespoli sono associati a episodi di fratture ossee, il che indica che le moderne galline non sono ancora adattate ai trespoli.
In diverse zone del mondo i sistemi produttivi si basano solo sulle performance economiche, tanto che il 95% delle uova prodotte nel mondo, esclusa l’Europa, deriva da galline allevate in batteria. In alcuni Paesi però sta aumentando la pressione degli animalisti, che cerca di indirizzare il settore avicolo lontano dalle gabbie convenzionali verso sistemi di produzione alternativi. Nella produzione di uova sono costantemente in atto valutazioni del benessere animale, ma non si tratta di un processo facile e vanno considerati diversi fattori. Un esempio di questi recenti sviluppi è il modello di valutazione del benessere computerizzato (FOWEL), che analizza il sistema di produzione come stimolo e il benessere come conseguenza. Lay sostiene che qualsiasi sistema di produzione di uova ha i suoi limiti, rispetto al benessere, e che grazie alla selezione per i tratti di benessere (come la resistenza delle ossa, la ridotta tendenza al beccaggio e al cannibalismo) è possibile migliorare la qualità di vita delle ovaiole. In aggiunta a questo breve excursus storico sullo sviluppo dei sistemi di produzione delle uova, lo scopo di questo studio è rivedere gli effetti del sistema di produzione e le sue conseguenze sul benessere della gallina, focalizzandosi sulla salute, sulla produzione e sul comportamento.
Problemi di salute nelle galline
Nella produzione avicola moderna, diversi problemi associati al sistema di allevamento della gallina sono fattori limitanti, non solo per il benessere, ma anche per le uova prodotte. Di seguito sono affrontati alcuni tra i principali principali, a partire da quello che è considerato uno dei più significativi.
Problemi di ossa e sterno
Come ben noto in avicoltura, questi problemi sono correlati al benessere. Essi includono fratture ossee, distorsioni e deviazioni, fragilità ossea. Diverse evidenze riportano che fratture di tibia e omero sono inferiori nelle gabbie arricchite rispetto alle convenzionali. Si ipotizza che l’installazione di trespoli consenta l’esercizio e il rinforzo delle ossa, mentre la loro assenza, nelle gabbie convenzionali, porti a un’eccessiva perdita di minerali. I danni allo sterno sono un altro importante aspetto del benessere, a causa di problemi connessi all’uso limitato dei trespoli e dei nidi, alla carenza di locomozione o alla ridotta attività. Le galline non hanno il diaframma e quindi per respirare dipendono dal movimento di sterno e costole; dunque un danno sternale comporta dolore e limitazione del movimento, che influisce sul meccanismo termoregolatore, perché altera la respirazione. Diversi studi hanno valutato che i problemi alle ossa sternali sono più frequenti nelle gabbie arricchite (33%) e nei sistemi alternativi con trespoli (73%) rispetto alle batterie tradizionali o ad altri sistemi: secondo gli autori ciò derivava dall’uso dei trespoli, da cadute a terra o da collisioni sui trespoli. Per ridurre le lesioni sternali si è pensato all’uso di materiale morbido per i trespoli e nel 2015 si è valutata l’efficacia della copertura dei trespoli di metallo con poliuretano soffice, valutando quindi i danni allo sterno. In sostanza si è visto che box dotati di materiale soffice comportavano minori fratture e deviazioni sternali alle ovaiole. Si è dunque concluso che tale materiale diminuisce l’energia cinetica dell’impatto e migliora la pressione all’osso sternale durante lo stazionamento e l’atterraggio dal trespolo.
Nel 2010 uno studio che ha confrontato il benessere delle ovaiole in quattro diversi tipi di accasamento nel Regno Unito ha confermato che il 56% del totale di ovaiole aveva subìto fratture (di cui l’85% costituito da vecchie fratture) e il 47% aveva subìto fratture allo sterno, avvenute nel corso della deposizione. Inoltre, le fratture sternali recenti erano 5 volte più frequenti nelle gabbie tradizionali rispetto all’allevamento all’aperto, a terra o in gabbie arricchite. Gli autori hanno associato tali fratture a errori nel carico e nella manipolazione degli animali e soprattutto a un’osteoporosi causata dall’assenza di attività durante il ciclo in gabbia.
Mortalità
La mortalità rappresenta uno degli indicatori di mancato benessere negli avicoli. Uno studio del 2009 ha confrontato le cause di morte in vari sistemi di allevamento in Svezia; i risultati indicavano che gli episodi di malattia derivanti da batteri, parassiti e cannibalismo erano più elevati in galline allevate su lettiera e free-range rispetto a quelle allevate in gabbia, perché le galline allevate con questi sistemi erano direttamente a contatto con la lettiera e con il materiale fecale del suolo, che contiene microrganismi. Inoltre, la densità di allevamento delle galline su lettiera e free-range è comunque alta, e ciò potrebbe e essere la causa di un cannibalismo maggiore che nelle gabbie. La minore contaminazione batterica delle uova da gabbie arricchite, rispetto a quelle provenienti da sistemi alternativi, era connessa alla maggiore polvere e contaminazione dell’aria (>5,3 log cfu/m3) presenti nei sistemi alternativi rispetto alle batterie. Questa derivava da galline, mangime, lettiera e altri materiali fonti di polvere; inoltre la contaminazione da polvere è proporzionale a quella microbica, visto che è noto che trasporta patogeni.
Fatica da gabbia
Questo problema è associato al sistema in gabbia, soprattutto quando un’elevata produzione di uova svuota il sistema scheletrico. La prevalenza del tasso di fatica da gabbia può arrivare al 20%; i soggetti colpiti diventano deboli a causa della fragilità delle ossa, che diventano più sottili, e hanno una paralisi muscolare; infine muoiono per disidratazione e digiuno, poiché non riescono a stare in piedi. È stato dimostrato che circa 85% delle galline colpite riesce a recuperare, se viene rimossa dalle gabbie e allevata a terra entro una settimana. La fatica da gabbia è associabile all’osteoporosi: consentire ai soggetti colpiti da questa patologia di camminare, migliora la durezza e volume delle ossa, con conseguente riduzione degli effetti patologici. Inoltre le carenze nutrizionali, come assenza o basso livello di calcio e fosforo nel mangime, possono peggiorare questa patologia, poiché questi elementi hanno un’elevata influenza sul processo metabolico e fisiologico in relazione al sistema scheletrico.
Sindrome del fegato grasso ed emorragico
Anche questa patologia rappresenta un problema collegato alle gabbie. È noto che galline sane con elevata deposizione mostrano tassi di mortalità, causati da questa malattia, che possono superare il 5%. Per valutare la sindrome del fegato emorragico, nel 2019 sono state confrontate le gabbie con i sistemi alternativi di tre allevamenti nel Queensland. Si è visto che il 40% delle 600 galline sottoposte ad autopsia era morto a causa della sindrome del fegato grasso ed emorragico, e che tale patologia era maggiore nei soggetti più pesanti rispetto a quelli più leggeri. Inoltre, la malattia era anche associata a pratiche gestionali, come il movimento limitato, livelli elevati di produzione, fluttuazione delle temperature. Nel 2005 Julian ha concluso che la malattia è più frequente in galline allevate in ambienti caldi e con diete ad elevata energia, poiché questi fattori influenzano il metabolismo lipidico epatico ed espongono i soggetti alla sindrome del fegato grasso ed emorragico.
Fine prima parte
Precedentemente pubblicato su Turkish Journal of Agriculture – Food Science and Technology, 8(1): 239-245, 2020
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