I livelli di resistenza antimicrobica e consumo di antimicrobici nell’Ue sono ancora fonte di preoccupazione, in particolare nelle parti meridionali e orientali dell’Europa. Dal 18 al 24 novembre scorsi è avvenuta la Settimana mondiale della consapevolezza antimicrobica, voluta dall’OMS. Il ministero della Salute ha ricordato sul suo sito la campagna di sensibilizzazione 2020: “Antimicrobici: maneggiare con cura”.
Il fenomeno dell’antibiotico resistenza (Amr), che rende i batteri insensibili a questi farmaci e quindi praticamente invincibili, è ormai in cima alla lista delle criticità delle nazioni di tutto il mondo. Pensiamo che le stime del 2018, solo in Europa, registravano 4 milioni di infezioni da germi antibiotico-resistenti con 37mila decessi e una spesa stimata dall’OMS che ammonta, tra costi sanitari e non, a circa 1,5 miliardi di euro l’anno.
Le previsioni per il futuro sono tutt’altro che rosee: nell’Unione europea il numero di pazienti infettati da batteri resistenti è in aumento. L’uso prudente degli antibiotici può contribuire a fermare l’insorgenza dei patogeni resistenti e aiutare a mantenere l’efficacia degli antibiotici affinché possano essere utilizzati dalle generazioni future.
Per questo motivo è stata istituita la “Giornata europea degli antibiotici” (European Antibiotic Awareness Day) che apre la settimana mondiale della consapevolezza antimicrobica promossa dall’OMS che si svolge ogni anno a novembre.
I nuovi dati diffusi dall’ECDC, il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie, mostrano che i livelli di resistenza antimicrobica e consumo di antimicrobici nell’Ue/See nel Regno Unito sono ancora fonte di preoccupazione, in particolare nelle parti meridionali e orientali dell’Europa. L’ECDC ha lanciato quindi la sua campagna digitale per sensibilizzare ulteriormente gli operatori sanitari e il pubblico sull’importanza di continuare la lotta contro la resistenza antimicrobica per preservare l’efficacia degli antimicrobici.
“La resistenza antimicrobica è una sfida globale e una priorità assoluta per l’Unione europea – ha dichiarato Stella Kyriakides, commissario europeo per la salute – mentre il mondo continua a combattere il Covid-19, è essenziale che rimaniamo vigili e impegnati in questa lotta. Gli antibiotici devono essere usati con prudenza, con severe misure di prevenzione e controllo. Sia il Covid-19 che la resistenza antimicrobica richiedono un approccio unitario tra le politiche, i Paesi e tutti i livelli della società. Dobbiamo adottare misure per prevenire la diffusione della resistenza in tutto il mondo e per sostenere la ricerca per lo sviluppo di nuovi antimicrobici. Dobbiamo lavorare tutti insieme per garantire che la resistenza antimicrobica non diventi la prossima catastrofe sanitaria globale”.
“Purtroppo, la resistenza antimicrobica rimane oggi una delle maggiori minacce per la salute pubblica e una sfida per l’Europa, – ha dichiarato il direttore dell’ECDC, Andrea Ammon – dobbiamo continuare i nostri sforzi per ridurre ulteriormente l’uso non necessario di antibiotici e migliorare le pratiche di prevenzione e controllo delle infezioni per ridurre significativamente la resistenza antimicrobica. Nel bel mezzo della pandemia Covid-19, non dobbiamo rinunciare ai nostri sforzi per la prevenzione e per preservare l’efficacia degli antimicrobici.”
Per il consumo di antimicrobici, i nuovi dati relativi al 2019 confermano la grande variazione tra i Paesi, sia nella comunità che nel settore ospedaliero, e per diversi gruppi di antimicrobici. In generale, non sono state osservate tendenze significative nell’Ue/ See, con la notevole eccezione del consumo di polimixina (principalmente colistina) nel settore ospedaliero, che è aumentato tra il 2010 e il 2019. Se considerati individualmente, molti Paesi hanno mostrato un aumento o una diminuzione del consumo di antimicrobici nel periodo 2010-2019, sia complessivo che per gruppi specifici, che può riflettere diverse iniziative politiche e interventi a livello nazionale.
Per l’OMS la resistenza antimicrobica resta uno dei 10 principali problemi sanitari mondiali, una questione di salute globale e di sviluppo che richiede un approccio multi-settoriale. L’uso inappropriato o eccessivo degli antimicrobici rappresenta la causa principale dello sviluppo di organismi patogeni resistenti. Misure inadeguate di prevenzione e controllo delle infezioni, mancanza di acqua potabile e di servizi igienici rappresentano fattori che favoriscono la diffusione di microrganismi, fra cui quelli resistenti.
Fonte: SiVeMP Veneto