AVEC: la clausola di salvaguardia del Mercosur non protegge il settore avicolo europeo

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L’Associazione europea dei trasformatori e commercianti di pollame (AVEC) lancia un appello forte e chiaro: la clausola di salvaguardia prevista nell’accordo commerciale UE-Mercosur è, di fatto, inutile per il settore avicolo. Non solo le condizioni richieste per l’attivazione della clausola risultano quasi impossibili da soddisfare, ma l’intero meccanismo appare più come una misura di facciata che non come uno strumento concreto di protezione per gli allevatori europei.

Un meccanismo disegnato per non scattare mai

Secondo quanto spiegato da AVEC nel proprio documento tecnico pubblicato a fine settembre 2025, la clausola potrà essere attivata solo se si verificano contemporaneamente due condizioni:

  1. Le importazioni dal Mercosur (Brasile, Argentina, Paraguay e Uruguay) aumentano di oltre il 10% su base annua rispetto all’anno precedente, e

  2. I prezzi di importazione risultano inferiori di almeno il 10% rispetto ai prezzi di mercato dell’UE.

Tuttavia, entrambi i requisiti appaiono inattuabili, soprattutto alla luce dell’attuale assetto delle quote tariffarie (TRQ) introdotte con l’accordo, che verranno gradualmente implementate nell’arco di cinque anni. Nel 2024, l’UE ha importato 286.600 tonnellate di carne avicola dal Brasile, mentre le nuove quote previste dall’accordo ammontano a 180.000 tonnellate distribuite in modo progressivo: 30.000 al primo anno, 60.000 al secondo, fino ad arrivare a 180.000 al quinto.

Ciò significa che, anche con un utilizzo pieno delle nuove quote, l’aumento percentuale delle importazioni resterà comunque al di sotto della soglia del 10%, rendendo inapplicabile la clausola di salvaguardia.

“Più che un vero meccanismo di tutela, si tratta di uno strumento comunicativo usato per presentare l’accordo come ‘bilanciato’ – si legge nella nota AVEC – ma in realtà non offre alcuna protezione reale contro la concorrenza sleale.”

Mancanza di reciprocità e trasparenza

AVEC ribadisce che l’accordo UE-Mercosur, nella sua formulazione attuale, espone i produttori europei a una concorrenza asimmetrica, dal momento che le importazioni da paesi terzi non sono soggette agli stessi standard europei in materia di benessere animale, sostenibilità ambientale e sicurezza alimentare.

Inoltre, l’assenza dell’obbligo di etichettatura d’origine impedisce ai consumatori dell’UE di sapere se stanno acquistando carne di pollo proveniente da paesi Mercosur, con potenziali effetti negativi anche sulla fiducia del mercato.

La richiesta di AVEC alle istituzioni UE

Alla luce di quanto sopra, AVEC chiede alla Commissione europea e agli Stati membri di:

  • Non affidarsi a clausole di salvaguardia inefficaci

  • Garantire regole eque, reciprocità negli standard e maggiore trasparenza

  • Difendere il valore aggiunto del modello produttivo europeo, che si basa su elevati livelli di qualità, sicurezza e sostenibilità

“Senza una vera reciprocità e senza regole che proteggano i nostri allevatori e i posti di lavoro nelle aree rurali, il rischio è quello di esternalizzare la sicurezza alimentare europea”, conclude AVEC.


Fonte: AVEC – “An Empty Promise: The Mercosur Safeguard That Will NEVER Work for Poultry”
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