
La prevenzione dell’influenza aviaria sta vivendo una nuova fase di riflessione a livello globale. In un’intervista recentemente pubblicata dalla World Organisation for Animal Health (WOAH), si affronta un tema sempre più discusso tra esperti e stakeholder della filiera avicola: la vaccinazione come strategia per tutelare la sicurezza della produzione di uova e la resilienza del settore.
Negli ultimi anni, l’influenza aviaria ad alta patogenicità (HPAI) ha avuto un impatto significativo sull’industria delle uova in tutto il mondo, con milioni di capi abbattuti e pesanti ripercussioni sul commercio internazionale, sulla sicurezza alimentare e sul benessere degli animali. In questo scenario, la WOAH ha avviato un dialogo aperto con i Paesi membri per valutare se, come e quando l’uso del vaccino possa diventare parte integrante delle strategie di prevenzione e controllo.
Un cambio di approccio nella gestione della HPAI
Storicamente, le misure per contenere l’HPAI si sono basate su interventi di emergenza, abbattimenti, restrizioni commerciali e biosecurity. Tuttavia, la persistenza del virus in diverse regioni e l’aumento dei focolai in specie selvatiche e da allevamento hanno riacceso l’interesse per una strategia vaccinale mirata, sostenibile e accettabile sul piano commerciale.
Secondo il Chief Veterinary Officer della WOAH, la vaccinazione può rappresentare un complemento prezioso, non un sostituto, delle misure esistenti. Ma per funzionare, servono vaccini di alta qualità, campagne ben pianificate e sistemi di sorveglianza robusti per distinguere tra animali infetti e vaccinati.
Impatto sull’industria delle uova
Il settore delle uova è tra i più vulnerabili agli effetti delle epidemie di HPAI. L’abbattimento di interi allevamenti ha effetti immediati sull’approvvigionamento, con impatti su prezzi, disponibilità di prodotto e fiducia dei consumatori. Inoltre, molti Paesi che attualmente non utilizzano la vaccinazione sono costretti a bilanciare la necessità di proteggere la salute animale con le conseguenze economiche della perdita di produzione.
In questo contesto, l’adozione della vaccinazione può offrire una rete di sicurezza per garantire la continuità produttiva, a condizione che sia integrata in un piano nazionale chiaro e condiviso. Per i produttori di uova, significa poter contare su uno strumento in più per evitare perdite devastanti e contribuire alla stabilità della filiera.
Prossimi passi e sfide
La WOAH sottolinea che ogni Paese ha il compito di valutare il proprio contesto epidemiologico ed economico prima di introdurre la vaccinazione. Ma serve anche una visione globale coordinata, capace di armonizzare i requisiti commerciali, i protocolli diagnostici e i piani di monitoraggio.
Per il settore avicolo, si apre quindi una fase di confronto e opportunità: la vaccinazione potrebbe non solo rafforzare la prevenzione, ma anche diventare una leva strategica per la sicurezza alimentare e la resilienza del comparto uova a livello mondiale.
Fonte: World Organisation for Animal Health (WOAH) – Intervista completa