Salmonellosi in Europa, i risultati del rapporto One Health

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Secondo l’ultimo rapporto “One Health” dell’Unione Europea sulle zoonosi, curato dall’Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA) e dal Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (ECDC), nel 2022 si è registrato un generale incremento dei casi di focolai di zoonosi e malattie a trasmissione alimentare rispetto all’anno precedente.

La salmonellosi è stata l’infezione di origine alimentare più comunemente riportata in UE dopo la campilobatteriosi. Il numero di casi umani confermati in Europa nel corso dell’anno 2022 è stato di 65.208, corrispondenti a un tasso di notifica di 15,3 per 100.000 abitanti, mentre in Italia sono stati notificati 3.302 casi umani, corrispondenti a un tasso di notifica di 5,6 per 100.000 abitanti. Comparando il dato europeo con quello del 2021, non si nota una variazione significativa nei casi di infezione da Salmonella: il numero di casi umani è leggermente aumentato rispetto al 2021, mentre il tasso di notifica è rimasto costante. Il trend complessivo 2018-2022 non ha mostrato nessun incremento o diminuzione significativi.

In Europa la percentuale di casi che hanno richiesto ospedalizzazione è stata del 38,9% (in leggera crescita rispetto al 2021), mentre il tasso di letalità nel 2022 è stato pari allo 0,22%.

I principali sierotipi rilevati nelle infezioni umane sono state S. Enteritidis (67,3%), S. Typhimurium (13,1%), variante monofasica di S. Typhimurium (4,3%), S. Infantis (2,3%) e S. Derby (0,89%). L’Italia è inoltre, dopo la Spagna, uno dei paesi più associati a casi di infezione da viaggio.

Nell’ambito alimentare, per quanto riguarda i prodotti ready-to-eat, la percentuale di unità risultate positive a Salmonella spp. in UE è stata molto contenuta (0,16%) e la maggior parte delle positività è stata riscontrata in prodotti a base di carne di pollo e nella categoria delle spezie ed erbe aromatiche. Nei prodotti non ready-to-eat la percentuale di positivi raggiunge il 2,1%, con la maggior parte dei ritrovamenti nei prodotti a base di carne avicola di pollo e tacchino.

Confrontando i risultati ottenuti dai campionamenti al macello eseguiti sulle carcasse delle diverse specie, nel contesto delle analisi effettuate in regime di controlli ufficiali rispetto a quelle nell’ambito dell’autocontrollo eseguito dagli operatori del settore alimentare, sia a livello europeo che nazionale si nota come i primi presentino un tasso di positività maggiore rispetto ai secondi pressoché per tutte le specie (tacchino, pollo, suino, bovino e pecora). In Italia le maggiori positività sono state riscontrate nelle carcasse di tacchino (34,5% positive per Salmonella spp. in regime di controllo ufficiale; 10,5% autocontrollo) e di pollo da carne (31,1% controllo ufficiale; 8,8% autocontrollo).

Diciannove Stati membri, Italia compresa, hanno raggiunto l’obiettivo di riduzione di Salmonella per tutte le popolazioni di avicoli per le quali sono definiti Piani di controllo nazionali a livello UE. In particolare, in Italia la percentuale di gruppi positivi per i sierotipi target è stata di 0,33% per i riproduttori di Gallus gallus, 0,95% per le galline ovaiole, 0,20% per i polli da carne, 0,07% per i tacchini da ingrasso, 0% per i tacchini riproduttori.

Salmonella Enteritidis è stato il sierotipo più comunemente riportato a livello europeo nella gallina ovaiola e il secondo più riportato nel pollo da carne; S. Infantis è il primo sierotipo in termini di isolamento da carne di pollo e in generale tra i primi quattro sierotipi isolati da tutte le fonti alimentari considerate.

Fonte: ISZVe