L’edizione 2023 di Fieravicola nei padiglioni del Rimini Expo Centre dal 3 al 5 maggio.
Centocinquantacinque espositori rappresentativi di tutta la filiera, 150 buyer internazionali dal Nord Africa, Sahel, Turchia e Est Europa. L’Algeria Paese ospite d’onore.
Tre giorni di business e convegni sul settore che è totalmente autosufficiente e caratterizzato da una filiera fortemente integrata. Focus sui consumi delle carni bianche e sulle uova, robotica e Big data per una avicoltura di precisione, situazione epidemiologica e biosicurezza tra gli argomenti della convegnistica.
La manifestazione, organizzata a cadenza biennale da Fieravicola Srl in collaborazione con Assoavi e Unaitalia, si terrà in concomitanza con Macfrut, la fiera internazionale dell’ortofrutta, dal 3 al 5 maggio a Rimini.
Fieravicola si conferma una vetrina specializzata in cui è presente l’intera filiera del comparto avicolo, ad iniziare dalle carni bianche e dalle uova e comprendendo tutte le sue segmentazioni: dalla mangimistica e la genetica, alle tecnologie e impianti di lavorazione e confezionamento, trasporto e logistica, attrezzature agricole per zootecnia, tecnologie per la sostenibilità ambientale, marketing, veterinaria. Per l’edizione 2023 sono 155 gli espositori presenti nei padiglioni del Rimini Expo Centre. Per la prima volta ci sarà anche una marcata connotazione internazionale della fiera. Hanno infatti confermato la loro presenza oltre 150 buyer internazionali. Un risultato raggiunto grazie a un forte impegno nello sviluppo internazionale della manifestazione e alla collaborazione di ICE, l’Agenzia Italiana per la promozione all’estero. I buyer provengono dal nord Africa, Sahel, Turchia ed Est Europa. È disponibile per gli espositori un servizio di piattaforma b2b per fissare gli appuntamenti business internazionali e crearsi anticipatamente una agenda di contatti con gli operatori esteri.
“Crediamo che la presenza alla manifestazione di un numero così cospicuo di interlocutori esteri assicuri quella svolta internazionale che è stata uno degli obiettivi strategici di questi anni, nonostante le difficoltà del periodo legate alle crisi sanitarie e internazionali – dichiara il presidente di Fieravicola Renzo Piraccini – Oggi possiamo dire che questa caratterizzazione internazionale ha buone fondamenta e che il bacino del Mediterraneo potrà divenire uno dei focus principali per le iniziative future dedicate alla filiera avicola”.
Le maggiori associazioni di produttori, Assoavi e Unaitalia, e quelle scientifiche WPSA, SIPA e ASIC, presenti in fiera, animeranno un interessante programma convegnistico. La tre giorni sarà infatti occasione per approfondire e dibattere i principali focus di interesse della filiera avicola industriale, che si trova di fronte a profonde trasformazioni ed è sempre più impegnata in un percorso di sostenibilità, pur avendo ottenuto già ottimi risultati nella riduzione del suo impatto ambientale grazie ai forti investimenti effettuati. Si parlerà di consumi e trend di mercato di carni bianche e uova partendo dal focus che presenterà Ismea, di prospettive delle materie prime agricole, ma anche di quadro epidemiologico e delle ricadute economiche per il miglioramento della biosicurezza nel settore avicolo, di innovazione nella avicoltura con applicazioni robotiche e big data per la zootecnica di precisione.
“Come Assoavi abbiamo subito affiancato il Presidente Piraccini affinchè si potesse realizzare questa importante manifestazione, l’unica specializzata in Italia e fra le più importanti in Europa – dichiara Stefano Gagliardi coordinatore del Comitato tecnico scientifico di Fieravicola e direttore di Assoavi – l’obiettivo principale è quello di presentare e valorizzare le eccellenze del settore lungo tutta la filiera, dalle materie prime fino al prodotto finito includendo la genetica, attrezzature, farmaceutica, trasporto, impianti e macchinari dando il giusto riconoscimento anche ai work shop specializzati ed ai convegni delle più importanti società ed associazioni scientifiche come WPSA-SIPA-ASIC. Non dobbiamo dimenticare che uno dei fattori che determina l’eccellenza della nostra filiera è la stretta connessione fra mondo produttivo, università e ricerca”.
“Fieravicola rappresenta una importante occasione per l’intera filiera per ritrovarsi ed analizzare uno scenario in evoluzione – afferma Lara Sanfrancesco, direttore di Unaitalia -. Il 2022 è stato caratterizzato da una significativa riduzione della produzione ed una crescita dei prezzi, che non si sono tuttavia tradotti in proporzionali margini per le nostre imprese, ma solo in una compensazione, in taluni casi parziale, dei maggiori costi di produzione legati agli aumenti importanti delle materie prime e dell’energia. La tenuta economica del settore è uno dei pilastri della sostenibilità che dovrà interagire con aspetti sociali ed ambientali, alla ricerca del miglior punto di equilibrio possibile. Nell’ambito del fitto programma di incontri e convegni previsti in fiera avremo modo di confrontarci con esperti ed operatori del settore per ragionare insieme di futuro e delle sfide che ci attendono”.
I macro numeri del settore
Il settore avicolo italiano è l’unico autosufficiente nella zootecnia italiana ed è caratterizzato da una filiera totalmente integrata. Vale 4.830 milioni per le carni e 2.500 milioni per le uova. In Italia, nel 2021, sono state prodotte 1.364.000 tonnellate di carni avicole e 12 miliardi di uova, pari a circa 763,6 mila tonnellate.
Il consumo pro capite di carni avicole nel triennio 2019 – 2021 ha oscillato tra i 21,1 chilogrammi e i 21,4 nel 2021, con un picco nell’anno pandemico.
In termini di volume, tra le carni, restano le preferite da 9 consumatori su 10 (indice di penetrazione) e rappresentano il 41% dei volumi tra le carni (Fonte Ismea ottobre 2022).
In Italia, quarto produttore europeo di uova, il consumo pro capite di uova si attesta nel 2022, in media, a circa 210 uova l’anno, pari a oltre 13 chilogrammi.
I consumi delle famiglie in valore sono aumentati del 5,1% nel periodo gennaio-settembre 2022 rispetto allo stesso periodo del 2021 e se confrontiamo i consumi attuali con quelli pre-Covid (anno 2019), le uova si confermano come prodotto “star” tra i proteici, con un +5,2%.