L’Influenza Aviaria colpisce gli allevamenti del Nord Italia

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L’Influenza Aviaria, in soli due mesi, ha già provocato 243 focolai, concentrati prevalentemente negli allevamenti del Nord, con un totale di 9 milioni di capi morti tra tacchini, galline ovaiole, polli da carne, quaglie e faraone, sommando i soggetti contagiati con quelli abbattuti a scopo cautelativo. Si tratta della più grave epidemia di Aviaria registrata fino ad oggi in Italia.

L’Influenza Aviaria che sta colpendo il nostro Paese è ad alta patogenicità (Hpai) ed è partita dall’Asia nel mese di luglio per poi diffondersi nei Paesi limitrofi fino ad arrivare in Italia. L’epidemia è diffusa maggiormente in Veneto, nelle province di Verona e Padova e in Lombardia, nelle province di Brescia e Mantova.

Il bollettino dell’Istituto sperimentale delle Venezie ha registrato vari focolai ad alta e bassa patogenicità dalla metà ottobre, quando è stato scoperto il primo caso a Ferrara. Secondo i dati fino ad ora pervenuti sono stati colpiti dall’Influenza Aviaria 2,8 milioni di volatili: nella maggior parte si tratta di tacchini da carne, alcuni allevamenti di galline ovaiole, polli da carne e altre specie minori. Uno solo il focolaio scoppiato a Roma, in un allevamento non commerciale di circa 250 galline, dove i controlli sono scattati in seguito all’insorgenza di una mortalità anomala tra gli animali. Le analisi hanno confermato che a colpire è stato un ceppo ad alta patogenicità del virus H5N1, lo stesso che ha interessato gli allevamenti del Nord Italia. Un altro caso sospetto si è verificato in Puglia, a Manfredonia.

I servizi veterinari regionali e locale e i laboratori degli Istituti zooprofilattici sperimentali e del Centro di riferimento nazionale per l’Influenza Aviaria si stanno prodigando senza sosta nelle attività di controllo e di gestione dell’epidemia. Anche i divieti di movimentazione di animali e loro prodotti, finalizzati a contenere la diffusione della malattia, rimangono in essere in accordo con quanto disposto dal Decreto legislativo 25 gennaio 2010, n. 9, a accezione di un numero limitato di deroghe concesse solo a seguito di un’attenta analisi del rischio”, come spiega il Ministero della Salute della sua nota del 14 dicembre.

“Nonostante risulti maggiormente colpita la filiera dei tacchini da carne si osserva un progressivo aumento dei casi anche negli allevamenti di polli e galline. Si ritiene quindi necessario rafforzare il rispetto scrupoloso delle misure di biosicurezza vista la complessità di questa filiera e le conseguenze negative che potrebbero scaturire da un suo maggiore coinvolgimento. Considerata la diffusione della malattia in territori precedentemente non coinvolti si è in procinto di modificare nuovamente la Zona di Ulteriore Restrizione (ZUR)”.

Secondo l’aggiornamento fatto il 16 dicembre dall’Istituto Zooprofilattico delle Venezie, i focolai in Europa sono 987, di cui 243 in Italia (233 casi tra il pollame domestico e 10 tra volatili selvatici) che si trova al secondo posto per numero di casi. Nei primi 5 posti della classifica dei Paesi più colpiti dal contagio ci sono anche la Germania con 364 positività, i Paesi Bassi con 97 casi; la Polonia e l’Ungheria.

Fonte: IZSVe, www.sivempveneto.it, Ministero della Salute