Innovazione, sostenibilità e digitalizzazione dell’agro-zootecnia

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Si è chiuso il G20 Agricoltura e i ministri, riunitisi a Firenze dal 17 al 18 settembre 2021, hanno approvato la Dichiarazione Finale in cui è stato ribadito l’impegno per raggiungere la sicurezza alimentare, nel contesto delle tre dimensioni della sostenibilità: economica, sociale e ambientale.

Per garantire sistemi alimentari sostenibili e resilienti, i ministri del G20 hanno ribadito la volontà di raggiungere l’obiettivo fame zero, minacciato anche dalle conseguenze del Covid-19. Pur con l’aumento della produzione, infatti, ancora un quarto della popolazione mondiale soffre d’insicurezza alimentare.

Per i ministri del G20 il cambiamento climatico, gli eventi meteorologici estremi, i parassiti, le malattie di animali e piante e gli eventi come la pandemia da Covid-19, richiedono risposte coordinate ed efficaci. I ministri, con la sottoscrizione del comunicato finale detto anche “Carta della Sostenibilità di Firenze”, desiderano rafforzare la cooperazione tra i membri del G20 e i Paesi in via di sviluppo in materia di cibo e agricoltura, per condividere le conoscenze e aiutare a sviluppare le capacità di produzione interna più adatte alle esigenze locali, contribuendo alla resilienza e al recupero dell’agricoltura e delle comunità rurali.

Cia, pronti a guidare la rivoluzione digitale dell’agroecologia

Il nuovo corso, come emerso dalle indicazioni del G20, cambierà radicalmente il settore agricolo. Presentate alcune start-up con soluzioni innovative: dalla robotica in allevamento all’informatizzazione della vendemmia, fino alle app per monitorare con smartphone il lavoro nei campi, mettendo in connessione tutti i diversi aspetti di una moderna azienda agricola. Le rivoluzioni dell’agroecologia e dell’agricoltura digitale stanno per cambiare radicalmente il settore rurale, stimolate dalle nuove regole UE dell’architettura verde e dalle opportunità del Credito di imposta 2020, con l’obiettivo di una sostenibilità ambientale che sia autentica, e non solo di facciata. Fare agricoltura digitale significa raccogliere dati, elaborarli e prendere decisioni grazie alle informazioni raccolte (data driven decision). C’è, dunque, bisogno di strumentazioni evolute sia nell’hardware che nel software, per permettere agli agricoltori un approccio più razionale alle loro strategie imprenditoriali, rendendo tutto misurabile e controllabile.

Il ruolo del settore avicolo nell’innovazione dei processi agroalimentari

Nel corso del dibattito dei lavori del G20 è intervenuto anche Antonio Forlini, presidente di Unaitalia: “La piena sostenibilità dei sistemi alimentari può essere raggiunta solo coniugando tre pilastri – economico, sociale e ambientale – ovvero garantendo crescita e lavoro, nel rispetto dell’ambiente. Auspichiamo che il dibattito in corso possa proseguire, consapevoli che l’obiettivo comune è quello di dare accesso al cibo di qualità a una popolazione mondiale in costante crescita. In questa direzione va anche la strategia europea di tutta la filiera avicola, che a inizio del 2022 renderà pubblico il suo impegno con la propria Carta della Sostenibilità, così come annunciato nel corso della 63esima Assemblea Generale di Avec che si è tenuta a Berlino il 10 settembre scorso”.

“La filiera avicola italiana, con il suo modello di integrazione totale, sta portando un importante contributo a livello europeo nel dibattito sul futuro del settore – continua Forlini –. Siamo convinti che la strada giusta per una maggiore sostenibilità sia un percorso fatto di scelte concrete, realizzabili e basate su analisi di impatto ed evidenze scientifiche, che non discrimini nessun settore in modo ideologico. L’impegno comune deve essere quello di trovare un necessario punto di equilibrio tra fattori economici, ambientali e sociali, per garantire alle generazioni future cibo di qualità e una sempre maggiore efficienza nell’uso delle risorse naturali e ambientali”.

Fonte: MIPAAF, CIA, UNAITALIA