Nella terza e ultima parte si prendono in esame la pratica gestionale della muta e la soppressione dei pulcini maschi di un giorno nelle linee da uova, elementi fondamentali per il benessere delle gallina ovaiole in allevamento.
Muta
Il metodo tradizionale di indurre la muta nelle ovaiole con la sospensione di mangime, acqua e luce per diversi giorni è proibito nell’UE. Le galline devono infatti poter avere accesso a mangime e acqua in qualsiasi momento (UE, 1999). Negli Stati Uniti, la muta non è legalmente proibita ma, secondo i regolamenti sul benessere della più grande associazione di produttori di uova, non è consentito tenere le galline a digiuno per indurre una pausa nella deposizione (UEP, 2016). Park et al. (2004) hanno studiato alternative alla sospensione del mangime negli Stati Uniti. Metodi meno incisivi per arrivare a una pausa della deposizione, come l’utilizzo di diete a basso contenuto di sodio o la sostituzione del mangime con solo grano, sono applicati in Germania da più di 30 anni. Utilizzando questi metodi, le galline hanno accesso a mangime e acqua. Il periodo di luce è ridotto a un minimo di 8 ore. Dato che le aziende di selezione genetica lavorano per avere linee con una persistenza di deposizione più lunga, forzare la muta nelle ovaiole diventa inutile. Oggigiorno le galline commerciali possono avere alte produzioni di uova per più di 90 settimane di età. L’attenzione è posta non solo sulla produzione di uova, ma anche sul mantenimento di una buona qualità del guscio, soprattutto in età avanzata. Questa combinazione consente di prolungare la vita produttiva degli animali e la durata complessiva delle performance di deposizione. Inoltre, si riduce il numero di uova di scarto, con un effetto positivo sulla redditività dell’impresa e sulla qualità del prodotto per i consumatori.
Eutanasia dei pulcini maschi di un giorno nelle linee da uova
È nota la correlazione negativa tra produzione di uova e l’aumento di peso corporeo negli avicoli. È stato questo il motivo dello sviluppo, a metà del secolo scorso, di linee specializzate nella produzione di uova o da carne. Tale specializzazione è alla base dell’elevata persistenza di deposizione nelle ovaiole o dell’indice di crescita corporea ed efficienza alimentare nel broiler. Di conseguenza, non solo è possibile produrre proteine animali di alta qualità a prezzi convenienti, ma anche fare un uso ottimale delle risorse (mangimi, energia e terreno) per ridurre i residui e le emissioni e preservare quindi l’ambiente.
Pelletier et al. (2014) hanno calcolato che negli Stati Uniti l’impronta ecologica per chilogrammo di uova prodotte, nel 2010, è stato inferiore del 65% nelle emissioni acidificanti, del 71% in meno nelle emissioni eutrofizzanti, del 71% in meno nelle emissioni di gas serra e del 31% in meno nella domanda cumulativa di energia rispetto al 1960. Gli autori affermano anche che dal 28% al 43% di queste riduzioni sono attribuibili al miglioramento delle performance produttive degli animali.
A causa dell’antagonismo tra percentuale di deposizione e sviluppo corporeo, i maschi delle ovaiole mostrano una crescita estremamente lenta e una scarsa conversione alimentare rispetto ai polli da carne moderni (Grafico 1). Quindi, non è economico produrre carne allevando pulcini maschi delle linee da uova. È pertanto pratica corrente sopprimerli in incubatoio all’età di un giorno e usarli come alimento per animali da zoo, rapaci e carnivori. Questa procedura è oggetto di critiche e ha attirato l’attenzione dei media, soprattutto in Germania. Secondo la legge tedesca di tutela degli animali, non è consentito uccidere senza una valida ragione. Gli aspetti economici ovviamente non sono riconosciuti come una valida ragione. Francia e Germania hanno annunciato il divieto di eutanasia dei maschi di un giorno delle linee di ovaiole a partire dalle fine di quest’anno. Come soluzione al problema sono stati presi in considerazione tre metodi diversi. Il primo sarebbe quello di allevare i maschi fino all’età della macellazione; tuttavia, l’indice di conversione scarso implica costi di produzione elevati e di conseguenza prezzi di mercato alti, mentre la ridotta conformazione del petto e delle cosce non viene facilmente accettata dai consumatori. Il secondo metodo per gestire il problema è l’uso di razze a duplice attitudine, con le femmine per la produzione di uova e i maschi per la produzione di carne. Queste razze rappresentano un compromesso tra produzione di uova e indice di crescita. I maschi di queste linee hanno infatti una crescita più elevata rispetto ai maschi delle linee ibride di ovaiole convenzionali (Grafico 2), ma non sono comunque competitivi se paragonati ai broiler da carne commerciali, né le loro sorelle sono competitive con le femmine di linee specializzate nella produzione di uova. La lunga durata del periodo di crescita e il basso indice di conversione alimentare rendono le impronte ecologiche inferiori rispetto alle razze specializzate.
Gangnat et al. (2018) hanno studiato la disponibilità dei consumatori in Svizzera a pagare di più per carne e uova di razze a duplice attitudine. L’utilizzo di razze a duplice attitudine è stato apprezzato dai consumatori come alternativa all’eutanasia dei pulcini. I consumatori svizzeri sono disposti a pagare prezzi superiori del 13% rispetto al prezzo della carne di pollo convenzionale, ma inferiore del 34% rispetto alla carne di pollo biologica. La disponibilità a pagare per le uova di galline provenienti da razze a duplice attitudine è stata del 29% superiore al prezzo effettivo delle uova convenzionali e inferiore del 9% rispetto alle uova biologiche. Questi risultati sono stati confermati da uno studio simile effettuato in Germania. È interessante notare che i consumatori hanno espresso la loro disponibilità a pagare un prezzo notevolmente più elevato per la carne avicola a duplice attitudine, a condizione che gli animali siano tenuti in condizioni di allevamento all’aperto. In entrambi gli studi, la disposizione a pagare prezzi maggiorati per le razze a duplice attitudine è stata superiore nei consumatori che acquistano abitualmente prodotti biologici. Va considerato che entrambi gli studi riportano l’atteggiamento del consumatore, che potrebbe non riflettere la decisione finale al momento dell’acquisto. Nonostante la volontà di una parte dei consumatori di pagare un prezzo più alto, le razze a duplice attitudine rimangono sempre un compromesso, il che impedisce l’uso diffuso di questa opzione. La terza opzione è l’identificazione del sesso negli embrioni prima o durante l’incubazione; le uova con embrioni maschili non verrebbero incubate o verrebbero identificate e distrutte nella fase iniziale di sviluppo. Secondo Reithmayer e Musshoff (2019), i consumatori tedeschi generalmente accettano la determinazione del sesso in-ovo. Ciò è in contrasto con i risultati di Gremmen et al. (2018) ottenuti da indagini nei Paesi Bassi.
Krautwald-Junghanns et al. (2018) hanno esaminato i diversi metodi per identificare il sesso dell’embrione nella prima fase di incubazione: la determinazione del livello ormonale (estrone solfato) nel liquido allantoideo dopo nove giorni di incubazione, metodi ottici e a immagini, come la spettroscopia in riflettanza, l’immagine iperspettrale, la spettroscopia infrarossa, la spettroscopia Raman, la risonanza magnetica, l’analisi molecolare del sesso e l’uso dell’ingegneria genetica. I vari metodi hanno mostrato risultati promettenti in laboratorio. La questione più rilevante consiste nel ridurre il tempo necessario per sperare un gran numero di uova da cova con elevata precisione e un basso impatto sulla percentuale di schiusa. Attualmente sono due le aziende che stanno offrendo tecnologia per la determinazione del sesso in-ovo sul mercato europeo: Seleggt, che utilizza l’approccio endocrinologico (livello ormonale nel liquido allantoideo) dopo nove giorni di incubazione; AAT, che impiega l’approccio ottico. Quest’ultima procedura, che seleziona gli embrioni di sole ovaiole rosse al 13° giorno di incubazione, è già stata sviluppata per un’elevata produttività e può essere utilizzata immediatamente come tecnologia negli incubatoi commerciali. Altri progetti studiano come identificare il sesso dell’embrione in-ovo in età più precoce. L’uso dell’ingegneria genetica per marcare il cromosoma sessuale con una proteina fluorescente consentirebbe la determinazione del sesso anche prima dell’incubazione. Le riserve generali nei confronti degli organismi geneticamente modificati (OGM), di solito espresse nei Paesi europei, suggeriscono che questo metodo potrebbe non essere accettato, anche se tutti i problemi tecnici possono essere risolti.
Conclusione
Il passaggio dalle gabbie arricchite ai sistemi di allevamento alternativi per le galline ovaiole, in Europa e negli altri Paesi industrializzati, è guidato dagli aspetti relativi al benessere animale. Nella percezione della popolazione urbana i sistemi senza gabbia sono generalmente considerati più rispettosi per il benessere degli animali. Questi sistemi offrono alle ovaiole maggiori libertà di movimento e un comportamento più variabile e complesso.
Gli allevatori avicoli si trovano ad affrontare particolari problemi legati alla gestione di grandi allevamenti, come pica e cannibalismo, paura e soffocamento, attitudine al nido, uso di posatoi e aree all’aperto. Per riconoscere precocemente i comportamenti dannosi in un gruppo e minimizzare i loro effetti negativi, gli animali devono essere ispezionati frequentemente. Nuove tecniche, come le riprese video, possono aiutare nel controllo dei gruppi. I metodi tradizionali di induzione della muta nelle ovaiole, sospendendo mangime, acqua e riduzione della luce, non sono più tollerati nei Paesi europei e in America e devono essere sostituiti da procedure che rispettino l’attuale normativa sul benessere. L’uso della muta può essere superato grazie alla selezione di ovaiole con alta persistenza produttiva. L’eutanasia dei maschi di un giorno delle linee di ovaiole è diventato un fattore cruciale per il benessere degli animali. Le alternative a questo problema sono: allevare i pulcini maschi fino alla macellazione, utilizzare linee a duplice attitudine e il sessaggio in ovo. Tutti i metodi sono considerati eticamente migliori rispetto all’eutanasia e sono attualmente allo studio. I due approcci per la determinazione del sesso in-ovo effettuati da Seleggt e ATT hanno superato con successo le prove sul campo. Il divieto della soppressione dei maschi di un giorno può essere perseguito solo se vengono utilizzate tutte le alternative disponibili, con tecnologie più efficienti per gli incubatoi e con capacità di lavorazione portate a grande scala.
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Tradotto da Gianluca Selva – ALI LOHMANN, Distributore LOHMANN BREEDERS in Italia
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