Il benessere animale negli allevamenti di ovaiole – Prima parte

D. Cavero, H&N International GmbH; M. Schmutz, Lohmann Breeders; W. Bessei, Università di Hohenheim. - Questo articolo, tratto da Lohmann Information, rimane di proprietà di LOHMANN BREEDERS. Non è possibile copiare o distribuire alcuna parte di questo articolo senza previo consenso scritto di LOHMANN BREEDERS.

494

Nei Paesi industrializzati il benessere degli animali è diventato uno dei principali aspetti da considerare nella produzione avicola. Le autorità governative, le ONG, le catene di distribuzione e i consumatori esprimono preoccupazione per gli allevamenti zootecnici intensivi, in particolare per la produzione di uova.

I punti più criticati dei sistemi in gabbia sono lo spazio ristretto e la mancanza di elementi strutturali come lettiera, nidi e posatoi per consentire alle galline di mettere in pratica i loro comportamenti naturali.

In questa prima parte si analizzano i fattori cruciali per il benessere delle ovaiole in produzione per poi, nei prossimi numeri, entrare nel dettaglio delle singole fasi.

È in atto un forte movimento mediatico per sostituire le gabbie arricchite con voliere, o comunque strutture più spaziose, con o senza accesso al giardino d’inverno e all’aperto. La gestione degli allevamenti alternativi e il comportamento delle galline libere rappresentano sfide particolari per gli allevatori. Le galline devono avere una buona attitudine al nido per ridurre il numero di uova deposte a terra. La paura e le improvvise esplosioni di panico o il nervosismo nei gruppi di ovaiole in sistemi alternativi inducono prestazioni ridotte e un aumento della mortalità per soffocamento degli animali negli angoli o nel nido. Nei sistemi alternativi, fenomeni come pica e cannibalismo possono risultare esacerbati in quanto gli animali sono liberi.

Altri problemi legati al benessere delle ovaiole sono: la muta indotta utilizzando restrizioni alimentari e l’eutanasia dei pulcini maschi di un giorno. I metodi convenzionali per la muta delle ovaiole, basati sulla sospensione del mangime, acqua e luce, sono stati gradualmente eliminati in molti Paesi e sostituiti da procedure che escludono il digiuno totale. Inoltre, la muta ha perso la sua utilità oggigiorno grazie alla selezione genetica che ha prodotto ovaiole dall’ottima persistenza e qualità del guscio, che consentono periodi di deposizione prolungati. In alcuni Paesi c’è una forte opposizione all’eutanasia dei pulcini maschi di un giorno delle linee da uova. Come alternative a tale pratica sono attualmente oggetto di studio l’allevamento dei pulcini maschi fino al peso della macellazione, l’utilizzo di razze a duplice attitudine e la determinazione del sesso in-ovo.

In passato il consumo di uova come fonte preziosa di proteine ​​per l’alimentazione umana era privilegio della parte più ricca della popolazione. Lo sviluppo di linee genetiche ad alta produzione, di sistemi di allevamento intensivo e l’uso di formulazioni mangimistiche bilanciate hanno portato a una drastica riduzione dei costi di produzione e del prezzo delle uova al consumatore finale. All’inizio degli anni ‘50, il prezzo per 6 uova era l’equivalente di un’ora di salario. Oggi, con il salario di un’ora possono essere acquistate più di 150 uova. Le uova sono quindi diventante accessibili a tutte le classi sociali nei Paesi industrializzati. La diminuzione dei costi di produzione si basa principalmente sul progresso genetico, sulla prevenzione delle malattie e sui sistemi di allevamento intensivi. Questi progressi hanno migliorato la produttività, la vivibilità e l’efficienza produttiva delle galline, riducendo al contempo l’emissioni di gas serra e ammoniaca e hanno ottimizzato l’utilizzo delle materie prime, energia e acqua. Il parametro chiave del miglioramento dei criteri economici e ambientali si estrinseca nella maggiore efficienza alimentare degli animali. Mentre negli anni ‘50 erano necessari più di 3 kg di mangime per produrre 1 kg di uova, il rapporto di conversione mangime:uova è sceso oggi a meno di 2:1.

L’allevamento intensivo, e in particolare quello delle galline ovaiole, è stato oggetto di contestazioni nei Paesi industrializzati; infatti, la gallina in gabbia è stata spesso usata come simbolo della sofferenza animale. Le ragioni di questi atteggiamenti sono molteplici. Uno degli aspetti più importanti è stato il rapido passaggio dagli allevamenti a conduzione familiare all’aperto verso sistemi intensivi in gabbia a fossa profonda. Questo sviluppo si è verificato in Europa tra gli anni ‘50 e ‘70 e ha contribuito a migliorare la salute dei gruppi e comportato un migliore controllo dell’ambiente, con un effetto positivo sulla produttività e sulla vivibilità degli avicoli. Inoltre, ha consentito un’elevata automatizzazione della produzione, riducendo il carico di lavoro per gli allevatori. La visione del tradizionale sistema di allevamento familiare, tuttavia, è rimasta nella memoria della popolazione urbana ed è stata spesso idealizzata.

Gli scienziati, principalmente nei Paesi del Nord Europa, hanno espresso la loro preoccupazione per lo spazio a disposizione estremamente limitato e la carenza di nidi, posatoi e lettiera. Di conseguenza, le gabbie convenzionali sono state vietate nell’UE a partire dal 2012. In alcuni Paesi, come Svizzera, Finlandia e Svezia, le gabbie convenzionali sono state proibite ancora prima di questa data.

L’allontanamento dagli allevamenti in gabbia è emerso con un certo ritardo in Nord America e in Australia e i tentativi di introdurre sistemi “cage-free“ stanno guadagnando terreno continuamente. Negli Stati Uniti, la California ha formulato requisiti minimi per le galline ovaiole vietando di fatto le gabbie convenzionali. Altri Stati hanno stabilito regolamenti simili. Nel frattempo, alcune catene di supermercati e ristoranti degli Stati Uniti e Canada hanno annunciato che non venderanno più, a breve o medio termine, uova prodotte in gabbie convenzionali a favore delle uova cage-free. È stato stimato che il 50% delle uova in questi due Paesi sarà prodotto in sistemi alternativi entro i prossimi cinque anni.

Con il passaggio dalle gabbie ai sistemi alternativi, le galline possono godere di una maggiore libertà di movimento ed esprimere la loro attività locomotoria, razzolare e fare i bagni di sabbia, andare nel nido e appollaiarsi sui trespoli. Tuttavia, con i sistemi alternativi sono emersi nuovi problemi da considerare con attenzione: la gestione deve essere adattata di conseguenza e gli animali necessitano di essere svezzati in sistemi simili a quelli che troveranno in produzione; devono poter imparare a volare e a muoversi in modo appropriato nel sistema per trovare acqua e cibo; è inoltre necessario più lavoro e tempo per monitorare il comportamento delle galline e intraprendere interventi di correzione, se necessario.

Dal punto di vista della ricerca genetica, oltre ai criteri di selezione convenzionali come la produzione e la qualità delle uova e la conversione alimentare, nell’ultimo decennio nell’indice di selezione hanno assunto un peso rilevante anche i tratti relativi al benessere animale. Per raccogliere queste informazioni sono stati sviluppati test specifici sulle performance nei sistemi alternativi.

Oltre alle nuove normative e alle nuove sfide relative ai sistemi di allevamento alternativi, l’industria avicola sta affrontando altri punti critici contro pratiche comuni quali il debeccaggio, la muta e l’abbattimento dei pulcini maschi di un giorno delle linee da uova.

Problematiche sul benessere legate al tipo di allevamento

Ovviamente, nei moderni sistemi alternativi gli animali beneficiano di più spazio, attività fisica e capacità di esprimere comportamenti naturali. Tuttavia, le galline devono affrontare altri problemi, che ne compromettono il benessere e che devono essere risolti dagli allevatori. Nervosismo e ripetuti episodi di ammassamento (isteria) sono stati segnalati come un problema abbastanza diffuso nelle ovaiole allevate in voliera o a terra, su grigliato senza lettiera.

L’isteria è caratterizzata da un improvviso aumento del canto delle galline, voli e corse senza una ragione ovvia e tentativi di nascondersi in un angolo o sotto le mangiatoie e gli abbeveratoi. Come fattori che influenzano l’isteria sono stati identificati la razza, la dimensione del gruppo e l’elevata densità di allevamento. L’isteria causa riduzione della produzione di uova, danni alle piume e ferite da graffi.

Episodi di soffocamento portano a un’elevata mortalità quando il gruppo tende a ammassarsi in un angolo del sistema. È stato riscontrato che la riduzione delle dimensioni del gruppo, della densità di allevamento e la fornitura di elementi strutturali come lettiera, posatoi e divisioni dello spazio abbassano il rischio di ammucchiamenti. Inoltre, l’uso di musica e le visite degli addetti fatte a ore diverse, con abiti di colore differente, già nella fase di svezzamento, aiutano i soggetti ad abituarsi a nuovi eventi e a limitare il nervosismo.

Un altro tipo di soffocamento delle galline può verificarsi in relazione al bagno di sabbia e alla ricerca dei nidi per la deposizione. Le ovaiole sono molto motivate a fare i bagni di sabbia quando vengono offerti ampi spazi con lettiera. Il bagno di sabbia è considerato un comportamento naturale che aiuta a mantenere la livrea in buone condizioni. Spesso le galline si raccolgono in punti specifici del sistema per un bagno di sabbia sincronizzato, in particolare dopo la deposizione. Ciò può portare a sovraffollamento e soffocamento. Il soffocamento può verificarsi anche nel momento dell’ovodeposizione.

Nel cercare il nido adatto, le galline tendono ad ammassarsi in particolari aree, principalmente in testata. Gli ammucchiamenti si verificano anche in caso di deposizione a terra, quando le galline depongono le uova fuori dal nido, negli angoli delle aree con lettiera e attirano l’attenzione delle compagne.

Campbell et al. (2017) hanno riportato un ammassamento spontaneo, diffuso durante tutto il giorno, della durata da 1 minuto a 6 ore. Gli autori hanno osservato una certa dinamicità prima verso l’ammassamento e poi una sua contrazione. Non è stato possibile identificare né la causa dell’ammassamento né quella della dispersione delle galline e, in questo caso, non c’è stata mortalità. In una prova sul soffocamento negli allevamenti all’aperto nel Regno Unito, i produttori di uova hanno riferito che questo fenomeno si verificava in oltre il 50% dei loro allevamenti. Tempi e luogo dell’ammassarsi, ad eccezione che per i nidi, erano imprevedibili e molto variabili. La mortalità era generalmente bassa. Rayner et al. (2016) hanno scoperto che razza e tipo di nido influenzano l’ammassamento in quest’ultimi. Secondo la loro esperienza, ammassarsi nei nidi può portare a un’elevata mortalità per soffocamento e surriscaldamento, soprattutto a temperature ambiente elevate. Quindi il soffocamento non è solo una perdita economica, ma anche un serio problema di benessere nei sistemi alternativi. Dividere i nidi in piccole sezioni e togliere i trespoli davanti ai nidi riduce il rischio di affollamento in questi.

Un’ulteriore raccomandazione per evitare o ridurre l’incidenza del soffocamento consiste nel distrarre le galline con l’arricchimento acustico, come la riproduzione di musica o le corse della catena di alimentazione nel pomeriggio. Inoltre, si può limitare il problema facendo muovere gli animali più frequentemente, per evitare che stazionino in angoli e punti con maggiore intensità di luce. La temperatura e la ventilazione incidono sul comportamento; si è visto che anche spargere granaglie nella lettiera può essere di aiuto.

Si è notato che la paura nelle galline è un fattore che influenza la loro decisione di utilizzare o evitare l’accesso all’aperto. Ciò è stato confermato in uno studio di Hartcher et al. (2016). Gli autori hanno utilizzato la tecnologia RFID per analizzare l’uso della parte free range in un gruppo di ovaiole. Le galline che hanno fatto più visite e hanno trascorso più tempo all’aperto hanno mostrato significativamente meno paura nel Tonic Immobility Test. Si assume generalmente che la paura e l’ammassarsi siano una forma di risposta verso le condizioni ambientali. È stato dimostrato che la paura negli avicoli può essere ereditaria. Esistono test per la paura, come il Tonic Immobility Test (TI), l’Open Field test (OF) e l’Emerge-Test, che possono essere facilmente eseguiti nei giovani pulcini e inclusi nei programmi di selezione.

Sono necessarie ulteriori ricerche per dimostrare l’efficacia di queste procedure per ridurre l’isteria e l’ammassamento nelle linee e ibridi commerciali. Tradizionalmente le informazioni provenienti dalle linee pure accasate in gabbie collettive sono state utilizzate per selezionare soggetti più calmi, che mostrano meno isterismo.

Le tecnologie future in grado di acquisire automaticamente informazioni sul comportamento individuale in un gruppo di galline in sistemi cage-free, potrebbero aiutare a migliorare questi tratti. Tuttavia, vanno fatti ulteriori sforzi per migliorare l’ambiente e la gestione al fine di evitare i comportamenti descritti.

Fine della prima parte

La bibliografia è disponibile su richiesta
Tradotto da Gianluca Selva – ALI LOHMANN, Distributore LOHMANN BREEDERS in Italia.
Per ulteriori informazioni e altri articoli visitare il sito: www.lohmann-breeders.com o contattare direttamente: LOHMANN BREEDERS GMBH Am Seedeich 9-11 – 27472 Cuxhaven / Germania – Email: info@lohmann-breeders.com

Leggi qui la seconda parte