La produzione mondiale di carne bianca supera quella di carne rossa

Hans-Wilhelm Windhorst - L’autore è Professore Emerito all’Università di Vechta e Visiting Professor all’Università di Medicina Veterinaria di Hannover

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Negli ultimi 50 anni la produzione mondiale di carne è cambiata notevolmente, sia per quanto riguarda i volumi di produzione che per il contributo dei principali tipi di carne alla produzione complessiva. L’autore definisce questo processo, nel quale l’importanza della carne rossa diminuisce in concomitanza del crescere di quella bianca, come un “red-white-shift”, ovvero un avvicendamento tra le due tipologie di carne. In questo articolo vengono analizzate le dinamiche di tale processo a livello dei continenti.

Grandi differenze nello sviluppo della produzione in base al tipo di carne

Tra il 1970 e il 2019 la produzione mondiale di carne è passata da 100,7 milioni di tonnellate a 337,2 milioni di tonnellate, con un aumento del 234,9%. La Tabella 1 mostra come l’evoluzione del volume di produzione, che viene analizzata in questo articolo, differisca notevolmente a seconda del tipo di carne.

Mentre la produzione di carne avicola è aumentata di 116,6 milioni di tonnellate (772,1%), la carne bovina è cresciuta solo di 10,0 milioni di tonnellate, pari al 78,3%. La carne suina si trova invece in una posizione intermedia con un aumento di 74,3 milioni di tonnellate, pari al 207,6%. All’aumento globale della produzione di carne tra il 1970 e il 2019 quella avicola ha contribuito con il 49,3%, quella suina con il 31,4% e la bovina con il 12,7%. Tutti gli altri tipi di carne insieme hanno contribuito solo per il 6,6%. Queste cifre documentano in modo impressionante le notevoli dinamiche nella produzione di pollame. La Figura 1 mostra come la carne bianca abbia superato il volume di produzione di carne bovina nel 1994 e nel 2016 anche quello di carne suina. La diminuzione del volume di produzione di carne suina dal 2018 è la conseguenza dei focolai di peste suina africana in Cina e in diversi altri Paesi asiatici.

La notevole dinamica nella produzione di carne avicola rispetto agli altri tipi è il risultato di diversi fattori guida. Un fattore molto importante da considerare è l’inesistenza di barriere religiose che vietino il consumo di pollame; altri fattori importanti sono l’ampia varietà di piatti che possono essere preparati con la carne bianca, nonché il successo mondiale delle catene di fast food. Mentre in questo settore della ristorazione la carne bovina ha raggiunto quote di mercato considerevoli grazie alla preparazione di hamburger, la carne suina era e rimane poco importante. Altri fattori di orientamento per il successo della carne avicola sono i costi di produzione relativamente bassi, dovuti a un tasso favorevole di conversione dei mangimi, e i cicli produttivi brevi, che consentono rapidi adattamenti ai cambiamenti del mercato.

Anche il commercio di carne avicola è comunque notevolmente mutato nel periodo analizzato: gli animali interi surgelati non costituiscono più il principale prodotto commercializzato, mentre oggi sono le carni porzionate e quelle trasformate a dominare il mercato. In alcuni Paesi, inoltre, hanno acquisito importanza i prodotti freschi.

La carne avicola domina il mercato nelle Americhe

Il doppio continente americano ricopre un ruolo eccezionale nell’avvicendamento tra la produzione di carne rossa e bianca. Negli Stati Uniti la carne bianca ha acquistato importanza già dagli anni ’50, grazie a imprenditori come Franck Perdue e Don Tyson che hanno dato il via alla sua ascesa.

Frank Perdue è stato un innovatore: ben presto si è reso conto dei vantaggi di un’azienda verticalmente integrata per quanto riguarda i costi di produzione, la qualità della carne e la costante offerta di prodotti alimentari al dettaglio. Con la crescente importanza della carne di pollo si è verificato anche uno spostamento geografico, dal Midwest al Southeast (Windhorst 1989, p. 96).

La Figura 2 mostra che già nel 1984 si produceva più carne avicola che suina e, qualche anno dopo, anche più della carne bovina. Mentre i tassi annuali di crescita della carne bianca sono rimasti elevati nei decenni successivi, i tassi delle carni rosse sono diminuiti nel corso degli anni. A partire dal 2015 le carni bovine e suine hanno nuovamente mostrato tassi di crescita più elevati: ciò tuttavia non è il risultato di una crescente domanda interna, bensì dell’aumento delle esportazioni verso la Russia e la Cina, Paesi nei quali la peste suina africana ha portato a una forte riduzione della produzione di carne di maiale a partire dal 2014.

In Sud America la produzione di carne si è sviluppata in modo molto simile a come si è sviluppata in Nord America. Nel 1970 i volumi di produzione di tutti e tre i tipi di carne erano tuttavia molto inferiori. Per anni la carne bovina è stata la carne preferita dai consumatori sudamericani e lo è tuttora in alcuni Paesi. Nel 1978 il volume di produzione di carne avicola ha superato quello di carne suina e nel 2008 quello di carne bovina (Figura 3). Tra qualche anno il volume di produzione di carne avicola sarà superiore a quello della somma delle altre due. Oltre al crescente consumo pro capite, l’aumento delle esportazioni di pollame costituirà il principale fattore di orientamento per le dinamiche in corso.

Un confronto tra la crescita assoluta della produzione e i relativi tassi di crescita (Tabella 2) documenta l’avvicendamento tra carne rossa e carne bianca verificatosi nelle Americhe. I tassi di crescita relativi più elevati in Sud America sono il risultato dei volumi di produzione notevolmente inferiori nel 1970 rispetto al Nord America. Vale la pena notare che in Nord America l’aumento assoluto della produzione di carne avicola è stato di circa l’80% superiore a quello degli altri due tipi di carne insieme. Anche se la crescita assoluta della produzione avicola in Sud America è stata il doppio di quella bovina, quest’ultima ha potuto difendere la sua posizione di mercato meglio che nel Nord. Anche se l’aumento della produzione di carne avicola è stato di 1,9 milioni di tonnellate superiore a quello del Nord America, il divario tra i volumi di produzione dei due sub-continenti era ancora molto alto, come dimostrano i due milioni di tonnellate del 2019.

In Africa la carne avicola è diventata dominante

Nonostante i Paesi africani ricoprano un ruolo minore nella produzione mondiale di carne, con un volume di produzione di soli 16,5 milioni di tonnellate, vale la pena notare che a partire dal 2018 è stata prodotta più carne avicola che bovina (Figura 4).

Tra il 1970 e il 2019 la produzione di carne bianca è cresciuta di quasi 6 milioni di tonnellate, pari al 998,3%. Al contrario, la produzione di carne bovina è aumentata solo di 4,4 milioni di tonnellate, pari al 178,9%, mentre la carne suina ha avuto un ruolo meno importante. Oltre al Sudafrica, i Paesi islamici hanno costituito la principale forza trainante dietro le notevoli dinamiche nell’avvicendamento tra carne rossa e carne bianca.

La carne avicola in Asia e in Europa si classifica solo al secondo posto

L’Asia e l’Europa da decenni si trovano in una posizione di assoluta leadership nella produzione di carne suina. A partire dal 1990 la produzione in Asia è cresciuta a un ritmo molto più veloce di quello europeo. A causa della crisi della mucca pazza nei primi anni ’90, la produzione di carne bovina in Europa è diminuita costantemente, mentre ha mostrato una tendenza al rialzo in Asia, anche se con un tasso di crescita molto più lento rispetto a quello della carne suina e di quella avicola.

La Figura 5 rivela che la produzione di carne suina in Asia è aumentata considerevolmente dal 1980 in poi, principalmente a causa della rapida crescita verificatasi in Cina. Circa dieci anni dopo una dinamica molto simile si è verificata per la produzione di carne avicola che, a differenza della carne suina, è cresciuta in maniera continua. I frequenti focolai di afta epizootica e, negli ultimi, il diffondersi del virus della pesta suina africana hanno causato interruzioni nella tendenza all’aumento della produzione di carne suina. Nel 2000 il volume di produzione della carne di maiale era ancora di 25 milioni di tonnellate superiore a quello di carne avicola; nel 2019 il divario si era ridotto a soli 5 milioni di tonnellate. La Figura 5 documenta la drastica diminuzione della produzione di carne suina. Si può supporre che i Paesi maggiormente colpiti saranno in grado di aumentare nuovamente il loro volume di produzione al livello precedente non appena questa malattia altamente infettiva sarà debellata. Tuttavia, si prevede una crescita costante e rapida della produzione di carne avicola nei prossimi anni, in particolare in Asia meridionale e nei Paesi islamici, il che comporterà un’ulteriore riduzione del divario tra i due principali tipi di carne.

Lo sviluppo della produzione di carne in Europa differisce notevolmente da quello degli altri continenti. Nel 1970 la produzione di carne bovina e suina erano rispettivamente tre e quattro volte maggiori rispetto a quella di carne avicola. Fino al 1990 circa, le dinamiche nella produzione erano molto simili, poi quella di carne bovina è diminuita drasticamente a causa del morbo della mucca pazza e quella suina a causa della peste suina europea. Nel 2000 la carne avicola ha superato quella bovina e dal 2006 in poi è cresciuta molto velocemente, principalmente per le notevoli dinamiche in alcuni Paesi dell’Europa orientale, ma anche in diversi Paesi dell’Europa meridionale e occidentale (Figura 6). Sebbene il divario tra i volumi di produzione di carni suine e avicole fosse ancora notevolmente elevato nel 2019, lo sviluppo del consumo pro capite comporterà un’ulteriore contrazione. I vantaggi summenzionati del pollame rispetto agli altri tipi di carne riveleranno i loro effetti. La Tabella 3 mostra in modo impressionante il continuo passaggio dalla carne rossa a quella bianca anche in questi due continenti.

A causa dell’importanza relativamente bassa dell’Oceania nella produzione mondiale di carne (nel 2019 ha contribuito al volume di produzione mondiale solo per il 2%), le dinamiche di questo continente non vengono analizzate nel dettaglio. Anche se la carne bovina costituiva il tipo dominante di carne nel 2019, i tassi di crescita relativi per la carne avicola erano circa 9 volte superiori a quelli per la carne suina e bovina.

Sintesi e prospettive

L’analisi fin qui condotta potrebbe documentare la notevole dinamica della produzione mondiale di carne negli ultimi cinque decenni, che è caratterizzata da un sorpasso della carne bianca sulla carne rossa. L’avvicendarsi dei due tipi di carne cambia molto da continente a continente. In Nord e Sud America e in Africa quella avicola è diventata la carne con il più alto volume di produzione; in Asia e in Europa il suo tasso di crescita relativo ha superato quello della suina e della bovina (Tabella 4).

Grazie all’assenza di barriere religiose che vietano il consumo di pollame e alla grande varietà di ricette che prevedono l’uso di carne bianca il consumo pro capite è aumentato continuamente. Il favorevole tasso di conversione dei mangimi e il minore impiego di risorse rispetto alla produzione di carni suine e bovine comporteranno anche in futuro una rapida crescita dell’avicoltura, nonostante la carne coltivata e quella vegana possano diventare dei seri concorrenti sul mercato mondiale della carne.

Bibliografia
Database FAO: http://www.fao.org.
OECD-FAO Agricultural Outlook 2020-2029. https://www.oecd.org/publications/oecd-fao-agricultural-outlook-19991142.htm.
Windhorst, H.-W.: Die Industrialisierung der Agrarwirtschaft. Frankfurt/M. 1989.