Il settore avicolo europeo in prima linea nel ridurre l’uso di antibiotici negli allevamenti

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Il settore avicolo europeo promuove un uso responsabile degli antibiotici e si impegna a migliorare le condizioni produttive in termini di conservazione delle risorse e benessere degli animali. Gli standard attuali che si applicano alla carne avicola dell’UE sono tra i più elevati al mondo.

Già ottenuti traguardi importanti nella riduzione degli antibiotici

Diversi Stati membri dell’UE hanno messo a punto piani globali per mitigare l’uso di antibiotici nella produzione avicola ottenendo risultati ragguardevoli.

In alcuni Paesi l’uso di antibiotici è stato ridotto dell’82% in tutte le specie avicole (e dell’87% nei polli da carne) nel periodo che va dal 2011 al 2019; nei Paesi Bassi la riduzione è stata del 75% dal 2009. Si registrano cali significativi anche in altri Stati membri: per esempio la Francia ha raggiunto l’obiettivo di ridurre del 60% l’uso di antibiotici con ben cinque anni di anticipo. Gli allevatori, gli incubatoi e tutti i professionisti del settore danno la priorità alle misure preventive: migliorando costantemente il benessere e monitorando quotidianamente i loro animali riescono a limitare il rischio di contrarre qualsiasi malattia.

Gli antibiotici sono prescritti solo dai veterinari solo quando effettivamente necessario

In Europa, gli antibiotici non vengono mai somministrati agli animali come misura preventiva, ma solo in caso di malattia e su prescrizione veterinaria. Quando si verifica un’infezione batterica, proprio come avviene per le persone, gli animali necessitano di un trattamento antibiotico per curare la malattia e per non peggiorare ulteriormente il loro stato sanitario. “Gli antibiotici rimangono uno strumento essenziale per garantire la salute e il benessere degli animali, ma il loro uso deve essere prudente e razionale”, afferma Birthe Steenberg, segretario generale dell’AVEC. “Il settore avicolo dell’Unione europea si impegna per un uso responsabile degli antibiotici, il che significa utilizzarne il meno possibile e solo quando necessario.”

La carne avicola europea non contiene residui di antibiotici

I consumatori possono stare tranquilli, a tutti gli effetti: la carne non contiene alcun residuo di antibiotici prima che venga immessa sul mercato. Se gli animali sono malati e il trattamento antibiotico è inevitabile, come per tutte le altre applicazioni di farmaci, deve trascorrere un lasso di tempo sufficiente prima della macellazione per assicurarsi che i principi attivi siano sufficientemente scomposti e non siano più rilevabili nella carne. Questo periodo di sospensione assicura che la carne in commercio, acquistata e poi preparata dai consumatori non contenga più alcuna traccia di farmaci. Inoltre, anche nei macelli vengono effettuate regolari ispezioni per rilevare eventuali tracce di residui di antibiotici.

Anche il piano strategico Farm to Fork prevede una riduzione dell’uso di antibiotici

La strategia Farm to Fork lanciata a maggio del 2020 include un obiettivo ambizioso per ridurre l’uso di antibiotici negli allevamenti. Nonostante i significativi progressi già compiuti nel settore della carne, la Commissione europea propone di andare oltre e di intervenire per ridurre le vendite complessive di antimicrobici per animali da allevamento del 50% entro il 2030.

In questo senso, AVEC, la voce del settore avicolo europeo, accoglie positivamente questo obiettivo che mira alla drastica riduzione dell’uso di antibiotici. Tuttavia, è importante riconoscere i risultati che sono già stati realizzati in diversi Stati membri; i Paesi virtuosi non dovrebbero essere penalizzati per le loro azioni precoci e per i risultati positivi già ottenuti.

Fonte: Avec – en.eu-poultry.eu/press-area/