In questa seconda parte viene analizzato l’impatto che le scorte di galline ovaiole hanno avuto sullo sviluppo della produzione di uova nei Paesi emergenti (EMC).
La prima parte (leggi qui) dell’analisi ha mostrato che le galline ovaiole nei Paesi emergenti sono aumentate di 1,2 miliardi di esemplari tra il 2007 e il 2017. Si è trattato di una crescita notevolmente più rapida che a livello globale, il che indica il ruolo importante di questo gruppo di paesi nella dinamica dell’industria mondiale delle uova. Un ruolo decisivo lo hanno giocato i paesi asiatici, in particolare del sud-est asiatico e dell’Asia orientale. La dinamica era ovviamente strettamente collegata allo sviluppo della popolazione e di una classe media in crescita con un potere d’acquisto crescente. Non tutti gli EMC sono riusciti a espandere le scorte di galline ovaiole. I problemi politici ed economici, nonché la modifica della leggi europee sull’allevamento di galline ovaiole a partire dal 2012, sono stati i principali fattori che hanno determinato il calo del numero di galline ovaiole in diversi paesi emergenti. In questa seconda parte si analizzerà quale impatto ha avuto la dinamica delle scorte di galline ovaiole sullo sviluppo della produzione di uova nei Paesi emergenti.
La produzione di uova nei 37 Paesi emergenti è aumentata dai 41,9 milioni di tonnellate del 2007 ai 54,7 milioni di tonnellate del 2017, con un aumento del 30,3%. Nello stesso periodo, la produzione mondiale di uova è cresciuta del 25,0%, passando da 59,6 milioni a 74,5 milioni di tonnellate. I Paesi emergenti hanno condiviso l’85,5% nella crescita della produzione mondiale. La crescita più veloce dei Paesi emergenti ha determinato un aumento del 3,0% del loro contributo alla produzione mondiale di uova (Tabella 7).
Un’analisi dettagliata della composizione e della classifica dei quindici Paesi emergenti nella produzione di uova rivela alcuni cambiamenti notevoli (Tabella 8). Non ci sono stati mutamenti nelle prime sei posizioni, ad eccezione della Russia e del Brasile che si sono scambiate di posto; le posizioni successive, però, sono considerevolmente cambiate. La Turchia ha sorpassato l’Ucraina; la Malesia, che non compariva nella lista del 2007, si è classificata nona nel 2017. La Colombia è salita dal 14esimo al 12esimo posto, il Pakistan dal 15esimo all’11esimo e l’Argentina, che non compariva nella lista del 2007, è in decima posizione nel 2017.
Il contributo alla produzione mondiale di uova di molti Paesi emergenti è cambiato considerevolmente nella decade analizzata. Nonostante l’aumento della produzione cinese di 5,2 milioni di tonnellate, la Cina ha comunque perso lo 0,3% del suo volume nel 2007 a causa del notevole aumento dei volumi di produzione che si sono verificati in altre nazioni. Le cinque nazioni che seguono sono cresciute dal 17,3% del 2007 al 18,9% del 2017; l’India ha guadagnato l’1,6%, la Turchia lo 0,3%.
Nella Tabella 9 sono indicati i quindici Paesi emergenti con il più alto aumento assoluto e relativo della loro produzione di uova tra il 2007 e il 2017. I quindici paesi leader hanno contribuito per l’87,8% alla crescita totale del gruppo. La posizione straordinaria di Cina e India è evidente: i due paesi, da soli, hanno contribuito con 7,1 milioni di tonnellate, pari al 55,7%, alla crescita dei Paesi emergenti al 47,6% alla crescita mondiale. Dieci dei quindici Paesi leader si trovano in Asia, un dato che conferma nuovamente le straordinarie dinamiche di questo continente.
I più alti tassi di crescita relativa nel gruppo EMC si sono verificati in Bangladesh, Oman, Vietnam e negli Emirati Arabi Uniti: le quattro nazioni hanno più che raddoppiato il loro volume di produzione. Tassi di crescita relativa molto alti si sono registrati anche in Argentina, Malesia e Cile. Oltre ai dieci paesi asiatici anche quattro paesi dell’America centrale e dell’America del sud si sono classificati tra i quindici principali Paesi emergenti, dando prova delle buone dinamiche attualmente in atto nell’industria delle uova in questo subcontinente.
Non tutti i Paesi sono stati in grado di espandere la produzione di uova. La Tabella 10 individua i cinque Paesi emergenti che hanno registrato una diminuzione del proprio volume di produzione. Tre di loro sono situati nell’Europa orientale. La tendenza negativa è da attribuire al divieto del 2012 di installare gabbie convenzionali per le galline ovaiole e alla conseguente obbligatoria trasformazione di questi allevamenti in sistemi alternativi.
I principali risultati di questa seconda parte possono essere riassunti come segue. Parallelamente alla notevole crescita degli allevamenti di galline ovaiole, la produzione di uova nei 37 Paesi emergenti ha mostrato una dinamica straordinaria. Confrontando la crescita della popolazione con le dinamiche della produzione di uova, il parallelo è evidente. Se l’India e alcuni altri Paesi dell’Asia meridionale e sudorientale fossero in grado di aumentare il loro consumo pro capite di uova al livello della Cina, una tale dinamica cambierebbe notevolmente l’attuale configurazione dell’industria delle uova nei Paesi emergenti, così come documentata nella Figura 2.