Lo scorso maggio, l’International Poultry Council ha ospitato una serie di interessanti webinar su “Resilienza e ruoli chiave nella catena di approvvigionamento internazionale di carni avicole”, offrendo una preziosa visione del settore a livello globale e mettendo in evidenza i modi per delineare un futuro resiliente in questi tempi difficili.
Il primo contributo si è focalizzato sul tema ‘Approvvigionamento e commercio globale di carne avicola’, con una presentazione dettagliata di Justin Sherrard, Global Strategist Animal Protein, Rabobank.
Le mutevoli condizioni economiche e di mercato, causate dalla pandemia, hanno avuto e avranno un impatto significativo sul settore avicolo internazionale nel 2020 e nel 2021. Il commercio globale dovrà affrontare un elevato livello di incertezza quest’anno per quanto riguarda destinazioni, origini e prezzi. Le principali problematiche legate al COVID creeranno potenziali turbolenze nella domanda e nell’offerta, a causa dei problemi di quarantena e logistica, e dei cambiamenti temporanei nei fabbisogni dei mercati interni.
Justin Sherrard ha delineato le implicazioni sulla produzione di carni avicole, illustrando ciò che accadrà in alcune delle principali economie mondiali, partendo dagli Stati Uniti.
Il quadro mondiale
Negli ultimi mesi, l’industria di trasformazione del broiler negli Stati Uniti ha registrato un calo di circa il 10 percento della capacità produttiva, ma sta fortunatamente iniziando a riprendersi. Il settore dei tacchini è stato più colpito rispetto a quello dei polli da carne, ma questo è niente rispetto a quanto successo nel comparto delle carni suine e bovine, settori in cui la capacità di lavorazione è diminuita del 20-30 percento, sempre negli ultimi mesi. Un altro fattore determinante è stato l’impatto negativo della forte valuta statunitense sulle esportazioni. Nel complesso, si prevede che la produzione di polli da carne negli Stati Uniti aumenterà di circa l’1 percento nel corso del 2020.
In Brasile si è verificata una situazione insolita con un aumento dei costi del mangime a causa dell’impatto delle variazioni valutarie. Le materie prime vengono valorizzate in dollari americani e questo, insieme a un indebolimento delle valute locali, in calo dal 35 al 40 percento da inizio anno, rende i costi dei mangimi piuttosto elevati. La domanda interna si sta attenuando e le opportunità di esportazione in Cina si sono leggermente ridotte, mentre meno colpiti risultano gli altri mercati di esportazione. Il risultato complessivo è che quest’anno la produzione aumenterà di circa l’1-1,5 percento, mentre le previsioni precedenti si orientavano su un aumento del 2 percento su base annua.
In Europa il fattore più critico è la sovrapproduzione. L’Influenza Aviaria ha limitato le opportunità di esportazione per alcuni Paesi, in particolare in alcune parti dell’Europa centrale e orientale, con la Polonia più penalizzata. Questa situazione ha comportato una ridistribuzione delle quote di carni avicole in altre parti dell’Unione europea. Ci sono stati anche dei cambiamenti negli accordi commerciali in seguito ai risvolti dell’Influenza Aviaria, con l’Ucraina per esempio. Sebbene il periodo si possa considerare ampiamente alle spalle, queste variazioni in ambito commerciale hanno comportato una sovrapproduzione, ulteriormente aggravata dalla chiusura del food service. Negli ultimi mesi si è verificata un’enorme variazione nei prezzi, ma la buona notizia è che i segnali di ripresa sono già visibili. I produttori sono quindi abbastanza ottimisti in merito alle previsioni su produzione e prezzi almeno nel breve termine, anche se la crescita sarà ridotta e si attesterà tra lo 0,5 e l’1 percento su base annua.
In Cina il problema maggiore è ancora oggi la peste suina africana e attualmente il dibattito è incentrato su come le carni avicole possa sostituire la carne suina nei consumi. La produzione avicola cinese è in aumento di circa il 10 percento su base annua. Il Paese ha assunto un ruolo dominante nel commercio globale di proteine animali; le importazioni avicole cinesi hanno un forte impatto sullo scenario internazionale e negli ultimi anni il mondo intero è diventato in gran parte dipendente dagli equilibri di mercato stabiliti dalla Cina.
Il quadro del Sud Est asiatico è molto più complicato. La peste suina africana è particolarmente diffusa in Vietnam e, in parte anche nelle Filippine, il che rappresenta un dato a favore del consumo di carne avicola e della produzione, che aumenterà di circa il 4 percento nei cinque principali Paesi di quest’area.
In Africa, il Sudafrica ha introdotto alcune tariffe antidumping che, insieme alla chiusura del mercato del fresco in altre zone del continente, stanno paralizzando la domanda. Il mercato dei prodotti surgelati tende a fare meglio rispetto al passato, proprio in conseguenza delle chiusure.
In India si è verificata un’incredibile situazione quest’anno, con tutta una serie di voci e notizie allarmanti secondo le quali il COVID verrebbe trasmesso dal pollame e dalle carni avicole, il che ha provocato un disastro completo per il settore avicolo; sebbene le cose siano in progressivo miglioramento, molti consumatori indiani sono ancora seriamente preoccupati a causa di queste notizie allarmistiche.
La forza del dollaro americano domina al momento i mercati mondiali e tende a influenzare anche il modo in cui si svolgono gli scambi e i prezzi dei mangimi. La peste suina africana continua a essere un nodo critico nel mercato globale delle proteine animali: oggi la nostra attenzione viene completamente assorbita dalle conseguenze della pandemia, ma non dobbiamo scordare il problema incombente e devastante dell’ASF.
A breve termine, il bilancio di quest’anno presenterà tutta una serie di sfide da un lato, e di opportunità dall’altro. Le tendenze in atto nel mercato suggeriscono una maggiore attenzione all’offerta locale, ai prodotti e alle singole filiere. I costi di esportazione tramite container in partenza dall’Europa verso la Cina sono aumentati, addirittura raddoppiando o triplicando nel corso del 2020. Ciò rappresenta un enorme costo in più che deve essere aggiunto a qualsiasi esportazione e che non sempre è possibile far gravare sul prezzo. La futura contrazione negli scambi commerciali è un tema che tutti dovranno affrontare, ma le carni avicole saranno quelle che ne subiranno l’impatto minore dato che è la più economica fra tutte le carni.
Rischi e opportunità
Per il settore avicolo, vi sono quattro punti principali di “opportunità” e di “rischio” che emergeranno nel corso dei restanti mesi di quest’anno e nel prossimo: il ruolo attivo del consumatore, le catene di approvvigionamento, il commercio globale in prospettiva futura, e soprattutto – la fiducia del consumatore.
Per quanto riguarda il primo, si nota un cambiamento improvviso nelle preferenze d’acquisto e diventa ora quanto mai indispensabile capire cosa realmente i consumatori desiderano in materia di prodotti alimentari e di carni avicole. Non basta individuare i nuovi bisogni del mercato: bisogna poi essere in grado di rispondere abbastanza rapidamente: questa sarà una sfida importante che il settore dovrà saper affrontare.
Per quanto concerne il secondo punto, le capacità di interazione e digitalizzazione in tutta la catena di rifornimento saranno importanti, ma il fattore essenziale resterà la velocità di reazione al mercato e come si sarà in grado di rispondere alle nuove richieste nei prossimi mesi.
Per il terzo punto, il futuro degli scambi di carni avicole dipenderà molto dal modo in cui la Cina utilizzerà il suo crescente potere di mercato come acquirente dominante nei mercati alimentari mondiali. Saranno senza dubbio necessari accordi e associazioni per sostenere i flussi commerciali quando i costi saliranno e la concorrenza diventerà particolarmente agguerrita.
Infine, la fiducia: come può il settore guadagnare e mantenere la fiducia dei consumatori? Quali misure devono essere adottate per rassicurare chi acquista che i prodotti avicoli in commercio sono sicuri e con un alto valore nutrizionale?
Questi tempi di incertezza diffusa comportano una forte richiesta di rassicurazione da parte dei consumatori e i produttori hanno la meravigliosa opportunità di ritagliarsi un ruolo unico nel rafforzare la fiducia del pubblico nel settore alimentare in generale, e nel settore avicolo in particolare.
International Poultry Council
Nicolò Cinotti è il nuovo Segretario Generale IPC dal 1° gennaio 2020. Laureato in Medicina Veterinaria presso l’Università di Bologna, si è specializzato in Sanità Animale, Allevamento e Produzioni Zootecniche all’Università di Pisa. Dopo il tirocinio al laboratorio di diagnostica della sezione di Bologna dell’IZS della Lombardia e dell’Emilia-Romagna, ha prestato servizio al Ministero della Salute, Dipartimento per la sanità pubblica veterinaria, Direzione generale della sanità animale. Di recente ha ricoperto la carica di policy advisor dell’area tecnico-sanitaria di Unaitalia e referente per le politiche di internazionalizzazione.