I consumi di carne bianca dopo la pandemia

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In uno dei webinar organizzati dall’International Poultry Council a maggio, Dasha Shor, analista alimentare globale di Mintel ha delineato le tendenze nei consumi e nell’acquisto di carne bianca dopo la pandemia – “Consumer Trends and Buying Patterns”.

La pandemia ha comportato dei cambiamenti nei comportamenti di acquisto dei consumatori già in fase di emersione, come, ad esempio, l’interesse per i prodotti alternativi alla carne, ma ha anche risvegliato nuovi interessi e orientamenti. Le carni bianche sono favorite nella capacità di risposta a questi cambiamenti, ma i produttori devono saper reagire prontamente a questi trend emergenti da parte dei consumatori se non vogliono perdere terreno.

L’aumento dei prezzi e le preoccupazioni per la salute potrebbero alimentare la crescente domanda di proteine alternative. A livello globale, c’è stato un aumento del 13% della domanda di proteine alternative negli ultimi 3 anni. Mentre l’Europa rimane il più grande mercato, l’attività di lancio è stata particolarmente forte in Nord America, che ha rappresentato oltre la metà della crescita nell’ultimo anno, e l’interesse sta crescendo fortemente anche n Asia.

Shor ha osservato che le aziende che producono proteine alternative non stanno cercando di soddisfare i vegetariani, ma piuttosto sono interessate a catturare il mercato dei flexitariani, per questo tentano di imitare l’aspetto e la consistenza della carne. Se, ad oggi, gli sforzi in questo settore si sono concentrati su hamburger e salsicce, passi avanti nelle alternative al pollo sono già stati fatti e si prevede che aumenteranno. Pepite di pollo alternative e tacchino a base di alghe sono già in commercio.

L’interesse dei consumatori per la salute e la connessione tra il COVID-19 e la dieta ha portato a un rinnovato interesse del consumatore per la salute, e ciò sta avvantaggiando le alternative vegetali rispetto alla carne. La metà dei consumatori statunitensi, ad esempio, crede che le proteine vegetali siano più sane delle proteine animali, mentre il 40% dei consumatori di carne trasformata nel Regno Unito ritiene di doverne ridurre il proprio consumo.

Anche se i consumatori sono più preoccupati per la loro salute, pochissime persone pensano che le diete vegane siano particolarmente allettanti. Per quanto riguarda le carni alternative, la loro complessità e il grado di lavorazione sono considerati particolarmente preoccupanti e in questo la carne avicola può risultare vincente.

Tuttavia, oltre a competere direttamente con proteine alternative, ci sono altri modi in cui i produttori di proteine animali possono trarre vantaggio dall’interesse per le alternative a base vegetale. Oltre a entrare direttamente nel segmento, le aziende possono anche incontrare i consumatori a metà strada, ad esempio attraverso prodotti miscelati. In tutti i casi, tuttavia, per garantire la sopravvivenza a lungo termine tutte le aziende devono essere completamente trasparenti.

La carne rossa è già stata associata a una serie di problemi di salute. Il pollo viene considerato più sano, ma dato che COVID-19 è una zoonosi, tutti i produttori di proteine animali devono ora fare il possibile per rassicurare i consumatori sulla sicurezza dei loro prodotti. In Cina e in India, ad esempio, i prodotti a base vegetale sono sempre di più considerati più sicuri dei prodotti animali. In India, ad esempio, il jackfruit è emerso recentemente come alternativa al pollo a seguito di indiscrezioni su una connessione tra pollo e COVID-19. La sicurezza, tuttavia, non è l’unico elemento che ha accelerato il cambiamento delle esigenze dei consumatori. È probabile che la recessione porti i consumatori ad acquistare meno carne e fare acquisti meno frequenti, e ciò può accelerare la tendenza a mangiare “meno ma meglio”. Questo orientamento si sta sviluppando da tempo tra i consumatori preoccupati per il benessere degli animali e gli impatti ambientali. Tuttavia, COVID-19 ha aggiunto nuovi elementi a questo scenario. La pandemia ha stimolato lo spirito di solidarietà e i consumatori si sono orientati sull’acquisto di prodotti locali. Locale potrebbe non necessariamente significare della porta accanto, ma prodotti all’interno del Paese di origine dei consumatori che cercheranno sempre più di assicurarsi che le aziende trattino con rispetto non solo gli animali, ma anche le loro comunità. I consumatori cercheranno, quindi, la sostenibilità nel senso più ampio.

È inoltre probabile che il valore aumenti di importanza; il significato che si dà al valore è molto soggettivo e i produttori dovranno identificare la connotazione data dai consumatori in ogni mercato. Per alcuni, può significare una qualità superiore, mentre per altri può significare una maggiore comodità e servizio.

Fonte: Unaitalia