Vaccinazione contro l’aviaria: la scienza avanza, ora tocca alle istituzioni

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Il Congresso mondiale della World Veterinary Poultry Association (WVPAC 2025) rilancia il dibattito sulla vaccinazione come strumento chiave nella lotta all’influenza aviaria. Ma servono decisioni politiche chiare per superare gli ostacoli normativi.

La vaccinazione contro l’influenza aviaria è uno strumento disponibile, efficace e sempre più necessario. Questo il messaggio che è emerso con forza durante il Congresso mondiale della World Veterinary Poultry Association (WVPAC 2025), tenutosi lo scorso ottobre, dove oltre 1.800 delegati internazionali hanno discusso lo stato dell’arte della prevenzione contro l’HPAI.

Secondo i relatori intervenuti, tra cui il virologo David Swayne e il consulente veterinario Leslie Sims, la strategia del solo abbattimento (stamping out) non basta più. Le evidenze scientifiche, supportate anche da recenti successi in Francia e in sei Paesi dell’America Latina, indicano che la vaccinazione è uno strumento efficace per ridurre la diffusione del virus tra gli animali e mitigare l’impatto economico e sanitario degli eventi epidemici.

Ma se la scienza ha fatto passi avanti, il quadro normativo appare ancora in ritardo.

“Abbiamo strumenti del XXI secolo, ma stiamo usando metodi del XVIII,” ha detto Sims, sottolineando l’urgenza di aggiornare le normative sanitarie.

La posizione della FAO e dell’EFSA: la vaccinazione non è un tabù

La FAO e l’Organizzazione mondiale per la salute animale (WOAH) hanno chiarito che la vaccinazione non deve essere considerata un ostacolo al commercio internazionale, purché inserita in programmi strutturati con sorveglianza, monitoraggio dell’efficacia e controllo sanitario.

Anche l’EFSA, nella sua opinione scientifica pubblicata a inizio 2024, ha ribadito che:

  • I vaccini possono ridurre efficacemente la trasmissione del virus.

  • Devono essere impiegati nell’ambito di un piano ufficiale autorizzato dall’autorità competente.

  • La sorveglianza post-vaccinale è cruciale per evitare infezioni silenti o circolazione del virus attraverso prodotti di origine animale.

Nonostante questi presupposti, la vaccinazione resta sottoutilizzata in molte aree del mondo – inclusa l’Unione Europea – dove i governi esitano a introdurre piani strutturati per timore di ostacoli normativi o commerciali.

Stewardship vaccinale e responsabilità condivisa

Durante il congresso, è stato anche presentato un framework di stewardship vaccinale, pensato per garantire l’uso responsabile ed efficace dei vaccini: monitoraggio dei tassi di immunità, analisi annuali delle performance e adeguamento delle strategie sono alcuni dei capisaldi proposti.

Il presidente di WVPAC, Sjaak de Wit, ha sottolineato che il settore produttivo e veterinario è pronto: “Quello che manca oggi non sono le tecnologie, ma le decisioni politiche.

Anche il presidente del congresso, Abdul Omar, ha ribadito il messaggio centrale: “La vaccinazione funziona. I produttori sono pronti. I veterinari sono pronti. Ora tocca ai regolatori.

Conclusione

Il controllo dell’HPAI richiede un approccio moderno, integrato e multilivello, basato sul principio One Health. La scienza offre strumenti, la filiera avicola è pronta ad applicarli. Serve ora che i decisori politici colmino il divario tra scienza e regolamento, per trasformare la vaccinazione in una vera opportunità di protezione per animali, imprese e salute pubblica.

Fonte: World Veterinary Poultry Association Global Congress (WVPAC 2025)