
La Norvegia ha segnalato un nuovo focolaio di influenza aviaria ad alta patogenicità (HPAI) H5N1, a conferma della persistente minaccia per l’Europa con l’inizio della stagione migratoria. Il caso, confermato il 5 settembre 2025, si è verificato in un allevamento avicolo nel comune di Hadsel, contea di Nordland, dove erano presenti circa 7.500 galline ovaiole. Secondo le autorità norvegesi, circa 500 capi sono morti prima della conferma ufficiale della malattia.
Risposta rapida e zone di contenimento
A seguito della notifica all’Organizzazione mondiale per la salute animale (WOAH), le autorità veterinarie norvegesi hanno introdotto con rapidità le misure di polizia veterinaria previste dall’Animal Health Law dell’UE. Tra queste rientrano l’istituzione di una zona di protezione di 3 km e di una zona di sorveglianza di 10 km attorno all’azienda colpita.
Le misure mirano a contenere la diffusione del virus, tutelare lo stato sanitario del pollame nel resto della Norvegia e salvaguardare i flussi commerciali all’interno dello Spazio economico europeo (SEE). Sono in corso indagini epidemiologiche per individuare la fonte dell’infezione, al momento sconosciuta.
Approvazione da parte dell’ESA
L’Autorità di vigilanza dell’EFTA (ESA) l’11 settembre 2025 ha formalmente approvato le misure d’emergenza adottate dalla Norvegia, confermando che le zone di restrizione sono state definite a distanza adeguata dal sito del focolaio e in conformità al Regolamento delegato (UE) 2020/687.
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La zona di protezione a Hadsel è in vigore fino al 2 ottobre 2025.
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La zona di sorveglianza resta in vigore fino all’11 ottobre 2025.
L’ESA ha sottolineato che tali misure sono necessarie per evitare perturbazioni non necessarie agli scambi intra-SEE di pollame e prodotti avicoli, garantendo al contempo i più elevati standard di sanità animale e sicurezza alimentare.
Implicazioni per i produttori avicoli
Il focolaio in Norvegia evidenzia la continua vulnerabilità del settore avicolo europeo all’HPAI, soprattutto durante le migrazioni autunnali, quando gli uccelli selvatici fungono da vettori del virus. Ai produttori della regione—e in tutta Europa—si ricorda l’importanza di una rigorosa biosicurezza aziendale, inclusi:
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Limitare gli accessi in azienda e controllare i movimenti dei visitatori.
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Utilizzare dispositivi di protezione individuale dedicati per il personale.
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Rafforzare la sorveglianza e segnalare prontamente mortalità anomale.
Richiamo alla vigilanza
Sebbene la Norvegia abbia agito con rapidità e ottenuto l’approvazione dell’ESA per la strategia di contenimento, l’episodio mette in luce la sfida continua rappresentata dall’influenza aviaria nel continente. Con l’avvicinarsi dell’inverno, il rischio di ulteriori focolai resta elevato: si invita pertanto gli allevatori ad adottare un approccio prudente e proattivo nell’applicazione delle misure di biosicurezza.