Uno sguardo verso la digitalizzazione dell’allevamento

Aitor Arrazola, Biologo ricercatore, Ph.D. in Benessere e comportamento animale

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Per molti allevatori del settore la tecnologizzazione degli allevamenti avicoli è diventata una priorità crescente, per supportare le pratiche di allevamento di precisione. Nonostante questi miglioramenti possano semplificare la gestione dei gruppi e il lavoro in allevamento, è richiesta una pianificazione ragionata su come integrare questi aspetti nella gestione d’allevamento, per garantire un massimo ritorno sull’investimento.

Muoversi verso allevamenti high-tech

Investire in nuove tecnologie può sembrare stimolante, sebbene a prima vista misto a un alone di scetticismo, ma è d’obbligo avere una mentalità aperta riguardo a come la digitalizzazione potrebbe migliorare le attuali pratiche gestionali d’allevamento. Molti di questi benefici riguardano la riduzione dei costi di produzione, il risparmio sui tempi operativi d’intervento, i processi automatici e il rilevamento repentino di potenziali rischi per la sanità, il benessere e le performance produttive.

Finora si è assistito a un precoce sviluppo tecnologico, iniziato con l’automazione della distribuzione di mangime e di acqua di abbeverata, volto a evitare lo spreco sulle lettiere, per cercare di massimizzare l’apporto di nutrienti e ridurre gli scarti. La successiva digitalizzazione dei sistemi d’allevamento ha permesso ai produttori di modificare automaticamente le condizioni ambientali durante il ciclo di vita degli animali, indipendentemente dalle condizioni atmosferiche esterne, soprattutto nelle regioni a clima temperato dove, durante la stagione estiva, i parametri di temperatura e umidità oltrepassano la soglia critica, oppure in condizioni invernali estreme, che metterebbero a dura prova la sopravvivenza degli animali. Persino oggi proseguono i miglioramenti dei sistemi di riscaldamento, raffrescamento e ventilazione, che stanno diventando sempre più efficienti nel mantenere le condizioni ambientali a livelli di comfort per supportare la longevità e le performance di ogni gruppo di animali, permettendo così alle strutture di allevamento di lavorare globalmente, durante tutto l’anno, riducendo lo stress termico e la mortalità correlata. Allo stesso modo, i programmi luce centralizzati permettono di avere un maggiore controllo sul fotoperiodo, l’intensità luminosa e la qualità della luce stessa, permettendo un aumento di consume di mangime, una sincronizzazione dell’inizio dell’ovodeposizione e una tempestiva gestione di eventuali problemi di comportamento durante le fasi di svezzamento e deposizione.

Tutti questi sistemi generano un’elevata mole di dati che può essere utile ad analizzare, periodicamente, come le condizioni interne d’allevamento impattino sulle performance produttive (per esempio, durante condizioni climatiche estreme quali ondate di calore o bufere di neve).

I sensori posti nei capannoni stanno recentemente guadagnando importanza nel registrare le condizioni ambientali interne in modo da assicurare che i vari sistemi di condizionamento possano garantire un clima ottimale per soddisfare gli obiettivi di performance e un’ottima salute per gli animali. Oltre ai sensori d’umidità e di temperatura, nuove tecnologie sul mercato garantiscono un maggior controllo sulla qualità dell’aria registrando dati come la concentrazione dell’ammoniaca, gas serra e particolato, responsabili nel generare forme respiratorie negli animali e negli operatori coinvolti. Queste informazioni possono aiutare nell’affinamento della gestione delle pratiche d’allevamento per mantenere livelli entro le raccomandazioni di sicurezza e sviluppare, così facendo, strategie per diminuire le emissioni. Inoltre, esistono sul mercato strumenti utilizzati per misurare la quantità di mangime e di acqua contenuti nei diversi siti di stoccaggio, così da aiutare a prevedere la necessità di nuove aggiunte in tempi consoni.

Tutti questi controlli in tempo reale garantiscono una maggiore tranquillità, in modo che tutto scorra senza intoppi, permettendo ai produttori di controllare e/o modificare le condizioni ambientali interne per controllare l’energia, l’acqua e il mangime consumati, anche se distanti fisicamente dall’allevamento. Molti di questi sistemi inoltre permettono gli utilizzatori di impostare allarmi sul proprio smartphone qualora alcuni parametri salgano o scendano oltre soglie precedentemente definite, in modo da rilevare immediatamente malfunzionamenti e/o condizioni critiche nei vari impianti, consentendo al personale di intervenire velocemente prima che si verifichino gravi conseguenze.

Nell’ultimo decennio l’intelligenza artificiale si è fatta strada anche nei sistemi di produzione avicola, innovando gli strumenti tecnologici a disposizione per processare istantaneamente diversi dati derivati da percezioni sensoriali (visive, uditive o ambientali) e restituire così, in tempo reale, risultati adeguati in base al modello che è stato precedentemente “insegnato” all’intelligenza artificiale.

Alcuni software disponibili sul mercato possono aiutare nella gestione di grossi gruppi di avicoli attraverso il monitoraggio automatico di diversi parametri produttivi (ovodeposizione, peso corporeo e numero di animali), rilevando malfunzionamenti delle attrezzature, controllando l’utilizzo delle risorse e rilevando cambiamenti comportamentali impercettibili come i pattern di movimento e di attività, un calo nei consumi di acqua e di mangime e vocalizzazioni da stress. Telecamere di sorveglianza alimentate dalla visione artificiale offrono nuove opportunità di controllo e registrazione continui della salute e delle performance dei gruppi di animali per aiutare a prevenire diverse patologie e alterazioni comportamentali sulla base di un rilevamento precoce. Allo stesso modo dei sensori d’allarme, impostare questi sistemi di controllo in allevamento permette ai produttori di migliorare i processi decisionali per intervenire tempestivamente, evitando conseguenze a volte ben più gravi.

Alcune riflessioni

La digitalizzazione può aumentare la produttività dei gruppi automatizzando i processi e aiutando a rilevare i diversi problemi rapidamente, aumentando così l’efficienza. Questi benefici fanno esclusivamente affidamento su:

  • personale abile e competente nella gestione specifica degli avicoli ed esperti di tecnologia;
  • tempestiva capacità di intervento del personale, ove necessario;
  • chiara consapevolezza di come la tecnologia può semplificare la routine di gestione dei gruppi di animali;
  • manutenzione e verifica costante del funzionamento della strumentazione, in modo che operi correttamente.

In ogni caso la digitalizzazione delle strutture deve essere vista come un aiuto per migliorare le attuali pratiche d’allevamento al fine di migliorare il benessere, la salute e le performance degli animali e non come uno strumento per eludere delle appropriate pratiche gestionali. Per esempio, gli allarmi inseriti nei capannoni sono inutili se non sono  seguiti tempestivamente da misure correttive da parte di operatori abili e competenti. Allo stesso modo devono essere approntati adeguati piani d’azione in caso di emergenza, che siano ben conosciuti dal personale in modo da poter garantire il rispetto di determinati protocolli. Last, but not least, l’investimento economico della digitalizzazione d’allevamento deve ripagarsi nel tempo, in modo da risultare proficuo: in altre parole, i benefici derivanti dalle nuove tecnologie (per esempio, la soddisfazione del personale, il miglioramento delle performance dei gruppi, la facilità di gestione) dovrebbero superare il peso del costo iniziale di acquisto, dell’installazione, della formazione del personale, della gestione operativa e della manutenzione. Perciò, i prossimi passi nella digitalizzazione dell’allevamento avicolo dovrebbero mirare a eliminare gli attuali limiti ai costi di produzione dei gruppi di animali.