Influenza aviaria: focolai H5N1 nel Nord Italia, misure rafforzate in Lombardia e Veneto

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L’autunno 2025 è stato caratterizzato da un aumento dei focolai di influenza aviaria ad alta patogenicità (HPAI) nelle regioni del Nord Italia. Il virus, sottotipo H5N1, è stato confermato in allevamenti commerciali di Lombardia, Veneto, Emilia-Romagna e Friuli-Venezia Giulia, con l’attivazione immediata di zone di protezione e sorveglianza, abbattimenti preventivi e nuove restrizioni alle movimentazioni.

Lombardia: diversi focolai confermati

Tra fine ottobre e inizio novembre 2025 sono stati confermati diversi focolai (tra otto e dieci) di H5N1 in allevamenti avicoli nelle province di Cremona, Lodi e Brescia. Solo nel Bresciano sono stati registrati numerosi focolai in una settimana, coinvolgendo polli da carne, galline ovaiole, tacchini e anatre. La Regione ha prontamente istituito zone di protezione (3 km) e di sorveglianza (10 km) attorno agli stabilimenti interessati, con nuovi decreti per regolare accasamenti e movimentazioni. È stata intensificata la sorveglianza anche sugli animali potenzialmente esposti, senza al momento segnali diffusi di sintomi clinici.

Veneto: Zona di Ulteriore Restrizione (ZUR) e misure mirate

Anche il Veneto ha registrato nuovi casi tra ottobre e novembre 2025, in particolare nelle province di Verona e Padova. Nella zona meridionale della provincia di Verona è stata istituita una Zona di Ulteriore Restrizione (ZUR), volta a contenere la diffusione del virus nelle aree ad alta densità di allevamenti avicoli. Le autorità regionali hanno esteso la sorveglianza anche ad altre province a rischio, monitorando attentamente uccelli selvatici e pollame rurale.

Emilia-Romagna e Friuli-Venezia Giulia: proroga delle misure

In Emilia-Romagna e Friuli-Venezia Giulia, pur con un numero contenuto di casi confermati, le misure di prevenzione e sorveglianza sono state prorogate fino a fine febbraio 2026. Entrambe le regioni sono designate come zone sensibili per la presenza di zone umide frequentate da uccelli migratori e per la forte concentrazione di allevamenti industriali, condizioni favorevoli alla trasmissione del virus.

Azioni di contenimento e raccomandazioni

Il piano di contenimento prevede:

  • Restrizioni alle movimentazioni di animali vivi e prodotti avicoli nelle zone di protezione (ZP) e sorveglianza (ZS)

  • Abbattimenti preventivi nei siti colpiti

  • Sorveglianza clinica e campionamenti negli allevamenti

  • Adozione di misure di biosicurezza rafforzate

  • Divieto di fiere, mercati e esposizioni di avicoli vivi nelle aree interessate

Il Ministero della Salute, attraverso le strutture veterinarie regionali e gli Istituti Zooprofilattici, aggiorna regolarmente mappe e liste dei focolai attivi, invitando gli operatori a monitorare segnali clinici e a segnalare tempestivamente anomalie nei tassi di mortalità o sintomi sospetti.

Conclusioni

La situazione epidemiologica dell’HPAI in Italia resta dinamica e concentrata nel quadrante nordorientale. Il ritorno del virus in aree a forte vocazione avicola come la Pianura Padana evidenzia la necessità di mantenere elevati standard di biosicurezza e di pianificare misure preventive strutturali, anche alla luce della ricorrenza stagionale e della circolazione del virus tra i volatili selvatici.

Fonti: Ministero della SaluteIstituti Zooprofilattici Sperimentali