L’importanza dell’efficienza della macinazione dei mangimi nell’alimentazione avicola

23
©giardinimangimi.it

La dimensione delle particelle dei mangimi gioca un ruolo cruciale nella nutrizione avicola, influenzando direttamente la digestione, l’assimilazione dei nutrienti e, di conseguenza, le prestazioni degli animali. Secondo la Dottoressa Andrea Rubio della NC State University, la macinazione e la granulometria dei mangimi sono fattori chiave per garantire l’efficienza alimentare, soprattutto in diete a base di farina destinate a ovaiole, broiler e tacchini.

Granulometria del mangime: un fattore essenziale

Per le ovaiole, che ricevono esclusivamente diete in farina, la dimensione delle particelle ha un impatto diretto sull’assunzione di nutrienti. Con l’avanzare dell’età, le galline tendono a selezionare le particelle più grosse, tralasciando quelle più fini, il che può portare a squilibri nutrizionali. Utilizzare mulini a rulli invece che a martelli può contribuire a ottenere una granulometria più uniforme, migliorando la distribuzione dei nutrienti e limitando la selezione delle particelle da parte degli animali.

Nel caso dei broiler e dei tacchini, invece, la macinazione fine può essere meno critica, poiché il mangime viene successivamente pellettato. Tuttavia, la scelta di una granulometria troppo fine o troppo grossolana nella fase iniziale della crescita può influenzare lo sviluppo del ventriglio e l’efficienza digestiva. Studi condotti dalla Dottoressa Rubio suggeriscono che un compromesso ideale è iniziare con particelle di 600-700 micron nei primi giorni di vita e aumentare progressivamente fino a 800-900 micron nella fase di finissaggio per ottimizzare la digestione e l’efficienza alimentare.

L’uniformità della miscelazione e il processo di pellettatura

Un altro aspetto fondamentale è la corretta miscelazione degli ingredienti. Una miscelazione non uniforme potrebbe causare variazioni nella composizione nutrizionale della dieta, con impatti negativi sulle prestazioni. Esperimenti condotti durante il dottorato della Dottoressa Rubio hanno dimostrato che la variazione della miscelazione fino al 10% non ha avuto effetti significativi sulla crescita dei broiler, ma è essenziale garantire uniformità per diete medicamentose o con microingredienti.

La pellettatura, invece, porta con sé il rischio di degradazione termica di alcuni nutrienti, come enzimi e probiotici. Il bilanciamento tra qualità del pellet e protezione dei principi attivi è una sfida per nutrizionisti e gestori di mangimifici. Temperature troppo elevate durante la pellettatura possono migliorare la durevolezza del pellet, ma al contempo ridurre la biodisponibilità di alcuni additivi. È fondamentale trovare il giusto equilibrio per massimizzare l’efficienza del processo senza compromettere il valore nutrizionale del mangime.

Conclusioni

L’ottimizzazione della granulometria, la miscelazione uniforme e il corretto processo di pellettatura sono elementi fondamentali per garantire la massima efficienza alimentare negli allevamenti avicoli. Ogni impianto di produzione ha le proprie caratteristiche e variabili operative, quindi è essenziale adottare strategie su misura per migliorare la qualità del mangime e ottimizzare le performance degli animali. Monitorare costantemente i processi produttivi e adottare soluzioni tecnologiche avanzate può fare la differenza in termini di efficienza economica e benessere animale.

Fonte: The Poultry Podcast Show

Video integrale: