Conoscere e gestire l’acqua per un’avicoltura efficiente

S.E. Watkins - Professore Emerito, Center of Excellence for Poultry Science, University of Arkansas’ Systems Division of Agriculture

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L’acqua è il maggior fattore di produzione singolo usato in avicoltura per produrre uova e carne. Tuttavia, il fatto che abbia un costo relativamente contenuto rispetto al mangime, e che sia complicato valutare sperimentalmente l’influenza della qualità dell’acqua sulle performance degli animali, è la causa dell’esigua ricerca condotta negli ultimi trent’anni in questo senso. I cambiamenti nelle dinamiche di produzione e i progressi nel campo della genetica hanno evidenziato la necessità di stilare delle linee guida valide sulla qualità dell’acqua che aiutino il personale nella valutazione degli impianti di abbeveraggio e nell’interpretazione di dati e situazioni allo scopo di ottimizzare la produzione.

Introduzione

L’acqua è la maggior fonte di nutrienti utilizzata per la produzione di uova e carne. Proprio per questo, per assicurare performance d’allevamento ottimali, è necessario porre particolare attenzione a qualità e quantità di questo fattore. Venticinque anni di consulenza ad aziende avicole di tutto il mondo, per l’identificazione e la risoluzione di problematiche legate all’acqua di abbeverata, costituiscono le fondamenta dell’esperienza e delle conoscenze condivise in questo articolo.

Gli avicoli sono abbastanza tolleranti alla maggior parte dei contaminanti dell’acqua. Tuttavia, i valori di riferimento per il massimo livello tollerabile della maggior parte dei contaminanti più comuni e naturalmente presenti, quali ferro (0,3 mg/L o ppm) e calcio (80 mg/L), giungono principalmente da quelli utilizzati per la fornitura d’acqua ad uso umano, i quali sono basati più su valori estetici che non su indagini accurate che valutino la correlazione tra livello di contaminante e impatto negativo sui parametri di performance, ad esempio incremento di peso, conversione alimentare, vitalità, fertilità e produzione di uova. Dunque, molte delle linee guida non dovrebbero essere considerate più di quello che sono, linee guida per l’appunto, e non una vera e propria indicazione di quanto l’animale può tollerare.

Eccezioni a quanto appena sottolineato sono i livelli di sodio, cloruri e combinazioni di magnesio e solfato. Livelli di sodio e cloruri al di sopra dei 200 mg/L non accompagnati da aggiustamenti del sale nella dieta possono aumentare l’incidenza di feci molli; mentre livelli superiori ai 400 ppm/L ridurranno l’incremento di peso e la conversione alimentare. Feci molli sono state osservate anche come conseguenza della combinazione di livelli di magnesio e solfato rispettivamente superiori a 60-80 mg/L e 250 mg/L. Fino a concentrazioni di 150-180 mg/L, gli avicoli risultano tolleranti al calcio ma quest’ultimo, così come il magnesio, il ferro e il manganese, produce incrostazioni le quali, in assenza di provvedimenti correttivi quali il ricorso ad addolcitori dell’acqua o all’acidificazione fino a un pH inferiore a 6, possono influire sul funzionamento delle attrezzature e ridurre la portata delle tubature. Le specie avicole sono anche altamente tolleranti al ferro e al manganese ma risultano meno resistenti a patogeni quali pseudomonas, E. coli e salmonella i quali hanno bisogno proprio di ferro, e in certi casi di manganese, per costruire la propria parete cellulare. Ecco quindi che questi due minerali nell’acqua di abbeverata dovrebbero costituire un campanello d’allarme sulla possibile presenza di microrganismi pericolosi, a cui dovrebbero seguire opportune misure di sanificazione e filtrazione.

I sistemi di approvvigionamento dell’acqua sono dinamici e soggetti a cambiamento. Fenomeni quali inondazioni, siccità, livelli di consumo dell’acqua, ma anche attività minerarie e coltivazioni agricole, possono influenzare la qualità delle acque, in particolare quelle di superficie. Anche gli impianti di abbeveraggio degli allevamenti avicoli sono soggetti a cambiamenti, soprattutto a livello microbiologico, anche quando la fonte è la stessa che fornisce acqua potabile alla cittadinanza. Negli allevamenti avicoli, infatti, l’acqua viene utilizzata in maniera differente: questa scorre lentamente e crea così l’ambiente ideale per microbi quali Bordetella; o, ancora, può rimanere stagnante durante tutta la notte o tra un ciclo e l’altro. In entrambi i casi, la qualità microbiologica dell’acqua può risultare alterata, nonostante l’utilizzo di disinfettanti quali il cloro.

Le aziende con i migliori piani di gestione dell’acqua giocano d’anticipo sviluppando e applicando diligenti processi di controllo qualità, i quali aiutano a identificare e risolvere precocemente i possibili problemi. Ancora, i migliori piani di gestione prevedono un’accurata ed efficace pulizia degli impianti tra un ciclo e l’altro o quando i capannoni sono vuoti, assieme all’uso complementare di disinfettanti per l’acqua. Infine, è fondamentale monitorare e verificare costantemente l’efficacia del piano attraverso analisi microbiologiche a seconda delle scadenze di sanificazione degli impianti dell’allevamento. In questo articolo viene fornita una serie di check-list di aiuto alla pratica in azienda.

Ispezione dell’impianto di abbeveraggio

a) Fonte di approvvigionamento

  • Identificare la fonte: pozzo, municipale, di superficie, altro.
  • Controllare il progetto, in caso di pozzo o di acque di superficie.
  • Stabilire se ci sono stati eventi anomali, quali inondazioni o siccità. La zona è interessata da attività quali coltura in filari, attività minerarie o fratturazioni idrauliche?
  • Verificare la presenza di danni alla sommità del pozzo e valutare se sono stati effettuati lavori di manutenzione, ad esempio sostituzione delle pompe, che possono aver causato contaminazioni.
  • Misurare il flusso alla fonte (galloni al minuto).[1] Il flussometro può essere agganciato agli idranti, ma è importante verificare che il flusso non venga ridotto dal rubinetto usato per il test, neanche in uscita dal flussometro, durante la misurazione.
  • Alla fonte, quali trattamenti si applicano all’acqua e in che ordine?
  • Ci sono meccanismi di iniezione? Come sono collegati all’impianto idraulico? Qual è la loro portata?
  • Raccogliere sterilmente dei campioni d’acqua quanto più possibile vicino alla fonte e analizzarli per carica batterica totale, coliformi, minerali e pH (saranno necessari circa 250 ml);[2] i campioni vanno conservati a temperatura di refrigerazione fino alla consegna in laboratorio.
  • Esaminare l’acqua visivamente, all’odore e al gusto.

b) Stoccaggio

  • Dimensione/capacità/volume, materiale, colore, posizione, pulizia.
  • In che modo l’acqua entra ed esce dall’impianto di stoccaggio?
  • L’acqua esce direttamente dal fondo o viene pompata più in alto?
  • Quanto a lungo rimane nell’impianto di stoccaggio? Quanto è il tempo di sosta tra cicli e durante un ciclo?
  • Con che frequenza viene pulito l’impianto? È possibile pulirne ogni parte, incluso il fondo? Se viene pulito, come e con cosa?
  • L’acqua viene trattata prima o dopo lo stoccaggio?
  • Quali prodotti o trattamenti vengono utilizzati prima e dopo lo stoccaggio?
  • Nel caso si sospettino alterazioni nella qualità dell’acqua durante lo stoccaggio, raccogliere sterilmente dei campioni d’acqua, anche dopo stoccaggio, e analizzarli per carica batterica totale, minerali e pH.

c) Distribuzione

  • Controllare le dimensioni delle tubature, il tipo di materiale (pvc, metallo) e l’età, dalla fonte all’animale. È stato effettuato un qualsiasi intervento sulle linee di distribuzione?
  • Stabilire se le tubature sotterranee possono essere pulite dalla fonte ai capannoni.
  • Le tubature sono state pulite? Con cosa?

d) Capannoni: via d’accesso/anticamera

  • Ci sono informazioni sul consumo giornaliero di acqua dei gruppi? Questo viene registrato durante il giorno?
  • Controllare il programma di manutenzione del riduttore di pressione. Il retino è stato controllato per l’accumulo di sedimento? Ci sono manometri prima e dopo il riduttore?
  • Ispezionare i filtri. Sono puliti? Con che frequenza vengono cambiati? Si ostruiscono spesso? (Se sì, ove opportuno, inviare il filtro ostruito assieme al materiale ostruente a un laboratorio per analisi microbiologiche e dei minerali).
  • Qual è il volume del flusso all’entrata nel capannone?
  • Ispezionare i meccanismi di iniezione: qual è il volume del flusso?
  • Ispezionare i connettori ai sistemi di medicazione quando non sono connessi con tubature rigide. I connettori causano delle riduzioni del flusso? I meccanismi di iniezione hanno subito riparazioni? È stata verificata l’accuratezza dell’iniezione? Quanti iniettori ci sono? A che scopo vengono usati? Vengono puliti tra un uso e l’altro? Che contenitore viene usato per i prodotti che verranno iniettati? È chiuso ermeticamente? Viene usato anche ad altri scopi?
  • Che prodotti vengono aggiunti? Se vengono usati prodotti per la sanificazione o l’acidificazione, questi hanno il tempo di mescolarsi all’acqua prima di ulteriori iniezioni? Quanto spesso vengono aggiunti i prodotti?
  • Viene mai verificata la presenza di residui di prodotti disinfettanti nell’acqua?

e) Sistema di abbeveraggio

  • Controllare di che sistema si tratta.
  • Controllare l’età e la lunghezza di ogni linea di abbeveraggio, lo spazio dell’abbeveratoio e il numero di abbeveratoi per linea.
  • Calcolare il numero di animali per abbeveratoio, in pulcinaia e nella fase di crescita.
  • Ispezionare le tubature e i connettori, con particolare attenzione ai tubi flessibili di connessione alle linee.
  • Regolatori: età, manutenzione, prodotti chimici utilizzati (detergenti, disinfettanti, acidi).
  • Le tubature sono mai state aperte? Se sì, cosa si è osservato al loro interno?
  • Nelle tubature si verificano accumuli di sedimento? E questo è causa di perdite dagli abbeveratoi?
  • L’impianto è mai stato pulito? Quando e con cosa?
  • Le tubature vengono lavate durante il ciclo? Con che frequenza?
  • Ispezionare le tubature; queste consentono all’acqua di scorrere liberamente o ci sono dei punti di restringimento?
  • Ispezionare i tubi montanti di scarico.
  • Esiste una qualche documentazione relativa alla presenza di residui dei prodotti disinfettanti nelle tubature prima e dopo l’entrata in capannone?
  • In pulcinaia vengono usate tutte le tubature? Se no, come vengono gestite quelle che non vengono utilizzate?
  • Ci sono dei sistemi antisosta sopra le linee? Sono funzionanti? Come sono installati?
  • Esaminare l’acqua delle tubature visivamente, all’odore e al gusto.
  • Raccogliere sterilmente dei campioni dell’acqua che gocciola dalle tubature. Questi campioni vanno raccolti in modo da evitarne la contaminazione dovuta ai ventilatori o all’aria in movimento.
  • Effettuare dei tamponi alla fine delle tubature e, se possibile, all’interno del regolatore, sempre evitando contaminazioni dall’aria.

f) Pannelli di raffreddamento e sistemi di nebulizzazione

  • Viene usato un qualsiasi tipo di prodotto?
  • Ispezionare l’impianto e in caso di problemi ai pannelli di raffreddamento, con accumulo di sedimenti poltigliosi o minerali che impediscono il normale flusso dell’aria, raccogliere campioni d’acqua dai serbatoi di ricircolo dei pannelli e analizzarli per minerali e pH.
  • Con che frequenza vengono usati i sistemi di nebulizzazione?
  • Vengono puliti quando non sono in uso o prima di periodi caldi?

g) Analisi dell’acqua

Analisi standard: analizzare i campioni d’acqua raccolti alla fonte per minerali e pH, carica batterica totale e coliformi. Analizzare i campioni dell’acqua che gocciola dalle tubature e i tamponi per la carica batterica totale. Fare attenzione durante la raccolta dei campioni per evitare contaminazioni da mani, aria e dall’ambiente esterno alle tubature. Nella scelta dei laboratori a cui rivolgersi, assicurarsi che eseguano le seguenti analisi: calcio, magnesio, ferro, manganese, zolfo (solfati), cloruri, sodio, pH.

È necessario richiedere ulteriori analisi nel caso in cui il gruppo manifesti i seguenti sintomi o si abbiano i seguenti sospetti:

  • Formazione di materiale melmoso, traslucido e filamentoso, da chiaro a bianco. Richiedere analisi per funghi, lieviti e muffe e il profilo microbiologico generale. Raccogliere i campioni di materiale nella maniera più sterile possibile con un tampone.
  • Formazione di materiale melmoso rosaceo, rossastro e marrone a livello di tubature, filtri o stoccaggio. Richiedere analisi per pseudomonas.
  • Sospetto che i trattamenti non siano efficaci (filtrazione, osmosi inversa, magneti). Raccogliere un campione dopo il trattamento e richiedere analisi per minerali e pH.
  • Problemi sanitari, per esempio di tipo respiratorio, zoppie o enteriti necrotiche, feci molli o elevate quantità di mangime non digerito. Raccogliere campioni di perdite d’acqua in prossimità della parte terminale delle linee e tamponi dai regolatori e alla fine delle linee. Richiedere analisi del profilo microbiologico totale, includendo gli Stafilococchi, e della carica batterica totale, dei lieviti e delle muffe.
  • Utilizzo di prodotti per l’acqua, per esempio a scopo terapeutico o acidi organici/inorganici. Richiedere analisi batterica, di lieviti e muffe.

La raccolta dei campioni per le analisi microbiologiche deve avvenire nella maniera più sterile possibile e i campioni devono essere conservati a temperatura di refrigerazione fino alla consegna in laboratorio. Per ottenere risultati migliori, inviare i campioni entro 24 ore dalla raccolta. Tuttavia, è possibile attendere fino a 4 giorni a patto che i campioni restino refrigerati, non congelati.

Conclusioni

L’acqua gioca un ruolo fondamentale nella salute, nel benessere e nella produttività del pollame. Poiché in passato questa risorsa ha avuto costi relativamente contenuti rispetto al mangime, pochi sono stati gli studi condotti allo scopo di indagare come la qualità dell’acqua influenzi le performance degli animali, o semplicemente per indagarne la vulnerabilità di fronte all’evoluzione dei sistemi di abbeveraggio nel settore avicolo.

Tuttavia, per una produzione senza ricorso ad antibiotici, è necessario porre estrema attenzione a ogni singolo fattore di produzione, inclusi i sistemi di abbeveraggio, allo scopo di evitare che problematiche o pratiche prima trascurate non contribuiscano a un minor controllo della qualità. Nel momento in cui il personale di allevamento è consapevole del fatto che le fonti d’acqua e i sistemi di fornitura e distribuzione per le varie attività di allevamento possono essere soggetti a contaminazione, soprattutto da parte di microbi patogeni, lo stesso personale può essere maggiormente motivato a sviluppare piani di gestione dell’acqua che si basino su un approccio proattivo per assicurare che la sua qualità rimanga ottimale dalla fonte fino all’ultimo abbeveratoio. Questo articolo vuole fornire le basi per elaborare un programma di controllo della qualità dell’acqua che sia proattivo e che possa essere efficace per mantenere quest’ultima ai livelli necessari per una costante ottimizzazione delle performance.

Traduzione di Giorgia Riuzzi

Dagli Atti dell’Australian Poultry Science Symposium 2022

[1] È da supporre si tratti di gallone americano, usato per i liquidi negli Stati Uniti; 1 gal = 3,785 l (N.d.T.).

[2] Nel testo originale si fa riferimento a 1 cup. È da supporre si tratti dell’unità di misura spesso usata per i liquidi negli Stati Uniti e corrispondente a 236,588 mL (N.d.T.).