Campylobacter e Salmonella nell’Unione europea

76
©Freepik

In Europa il numero di casi di malattie provocate nell’uomo da Campylobacter e Salmonella sembra essersi stabilizzato negli ultimi cinque anni. Il dato emerge dall’ultimo report 2019 sulle malattie zoonotiche dell’Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA) e del Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (ECDC).

Campylobacter, Salmonella e le altre malattie

In testa alla classifica delle zoonosi più diffuse ci sono la campilobatteriosi, da quindici anni la malattia gastrointestinale più diffusa nell’Unione europea (UE) che nel 2019 ha colpito oltre 220.000 persone, e la salmonellosi che ha coinvolto circa 88.000 persone.

La presenza di Salmonella in alimenti e allevamenti si mantiene a livelli stabili. Fra gli alimenti pronti (oltre 66.113 campioni) che non necessitano di cottura prima di essere consumati, solo lo 0,3% è risultato positivo a Salmonella, mentre fra gli alimenti che necessitano di cottura prima di essere consumati è risultato positivo l’1,5% (191.181 campioni). Cresce il numero di Stati membri che hanno centrato tutti gli obiettivi di riduzione dell’uso di antibiotici rispetto ai programmi di controllo di Salmonella in vigore nelle popolazioni avicole: 18 su 26 Stati, quattro in più rispetto al 2018.

Le altre malattie maggiormente segnalate sono state le infezioni da Escherichia coli, produttore di tossine Shiga (STEC), yersiniosi e listeriosi. Quest’ultima è la malattia zoonotica più grave, a causa degli elevati tassi di ospedalizzazione (92%) e di mortalità (17,6%).

Focolai di malattie di origine alimentare

Per quanto riguarda i focolai di malattie di origine alimentare, la Salmonella rimane l’agente riscontrato con maggior frequenza, responsabile di 926 focolai, mentre è diminuito il numero dei focolai dovuti a S. Enteritidis. Le più comuni fonti di infezione da Salmonella sono rappresentate da uova e ovoprodotti. Nel 2019 sono stati registrati complessivamente 5.175 casi di focolai infettivi di origine alimentare, in calo del 12,3% rispetto al 2018.

Salmonella negli avicoli

L’Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie (IZSVe), in particolare con il Centro di referenza nazionale per le salmonellosi e il Laboratorio comunicazione hanno supportato EFSA nella preparazione del capitolo del report dedicato alla Salmonella. I ricercatori dell’IZSVe sono stati principalmente coinvolti nella validazione dei dati trasmessi dagli Stati Membri, nella loro analisi, rappresentazione grafica, interpretazione e stesura del capitolo dedicato alla Salmonella, consolidando una collaborazione oramai pluriennale.

La carne avicola, inclusa la carne fresca di pollo, i prodotti da consumarsi cotti come carne macinata, nonché i prodotti a base di carne, sono risultati gli alimenti in cui viene più frequentemente riscontrata la presenza di Salmonella nel contesto delle analisi condotte nell’ambito della normativa vigente (Reg. CE N. 2073/2005).

Inoltre, confrontando i dati di autocontrollo e quelli del controllo ufficiale, nel contesto delle analisi condotte per Salmonella, le prevalenze maggiori sono state riscontrate nelle analisi ufficiali, confermando la tendenza già evidenziata negli anni precedenti.

Per quanto concerne le popolazioni avicole, si è registrato negli ultimi quattro-sei anni un orientamento crescente in termini di prevalenza di Salmonella spp. nei gruppi di riproduttori Gallus gallus, galline ovaiole e tacchini da riproduzione, mentre considerando solo i sierotipi target, la tendenza di prevalenza risulta piuttosto stabile dal 2015 a oggi, in tutte le popolazioni avicole, con la sola eccezione dei tacchini da riproduzione, per cui l’andamento è altalenante e meno prevedibile. Come negli anni precedenti i cinque principali sierotipi responsabili di infezione nell’uomo sono stati: S. Enteritidis, S. Typhimurium, variante monofasica di S. Typhimurium, S. Infantis e S. Derby, e tra i ceppi sierotipizzati notificati, sia da animali che alimenti, S. Infantis rappresenta il sierotipo di gran lunga più rappresentato con il 29,7%.

Fonte: IZSVe