La Laringotracheite Infettiva negli avicoli

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La Laringotracheite Infettiva è una malattia virale contagiosa che colpisce gli avicoli caratterizzata da rinite catarrale e fibrinemorragica, tracheite e congiuntivite, con sintomi di tosse e soffocamento. Ha una diffusione cosmopolita ed è presente soprattutto nelle zone in cui si pratica l’allevamento intensivo. La vaccinazione risulta indispensabile, soprattutto nelle ovaiole. La malattia è causata da herpesvirus ed è caratterizzata da una forma lieve – che provoca lacrimazione, scolo nasale e lieve infiammazione della trachea; o una forma grave, responsabile di dispnea, insufficienza respiratoria e tosse, con espettorato misto a sangue.

L’agente patogeno della Laringotracheite Infettiva

L’agente patogeno, un virus del genere Alphaherpesvirus, è contenuto nelle secrezioni delle vie respiratorie e viene spesso trasmesso tramite il contatto diretto tra animali. Anche i portatori asintomatici secernono il virus. La Laringotracheite Infettiva è trasmissibile anche per via indiretta, ad esempio attraverso scatole per uova contaminate o strame. L’infezione riguarda soggetti di tutte le razze, polli, tacchini e faraone. L’età più sensibile va dai 60 ai 100 giorni, ma talvolta colpisce anche soggetti di 25-30 giorni.

L’infezione latente è possibile anche in seguito a vaccinazione con ceppi attenuati, con eliminazione virale anche dopo quindici mesi dalla somministrazione. L’agente eziologico viene escreto dal corpo con essudato durante la tosse, con espirazioni dalle cavità orale e nasale, infettando intensamente aria, cibo, acqua e rifiuti.

Nelle cellule epiteliali nel sito d’introduzione – cavità orale e nasale – il virus provoca lo sviluppo del processo infiammatorio. Con il flusso sanguigno, si diffonde attraverso il corpo, colpendo l’intestino, la laringe, la trachea e gli occhi, dove provoca gravi processi infiammatori.

Il periodo di incubazione va da 2 a 30 giorni. Il decorso della malattia è super acuto, subacuto e cronico. Di solito si verifica uno scoppio improvviso, accompagnato da un alto tasso di mortalità che arriva fino al 50-60%. Nell’infezione acuta viene coinvolto fino all’80-95% dei gruppi. Il flusso subacuto si sviluppa lentamente ed è accompagnato da una marcata sindrome respiratoria. La morte in questo caso può attestarsi sul 10-15%.

Esistono due forme principali di manifestazione della malattia: laringotracheale e congiuntivale

La forma laringotracheale della Laringotracheite Infettiva di solito procede in modo acuto ed è accompagnata da una diminuzione dell’appetito, senso di oppressione, il soggetto sta accovacciato e con gli occhi chiusi. In seguito interviene tosse e asfissia dovuta all’accumulo di essudato di muco nella trachea. La palpazione leggera della laringe o della trachea provoca nel soggetto una reazione dolorosa.

La malattia dura dai tre ai dieci giorni, nella laringe si trovano spesso tappi coagulati che bloccano tutto il suo lume. La deposizione subisce un calo piuttosto brusco e non riprende, in seguito, ai livelli precedenti. La mortalità media si attesta sul 10%-15%.

La forma congiuntivale di solito si manifesta con un’intensa lacrimazione e fotofobia. Durante il progredire del processo infiammatorio si verifica un gonfiore delle palpebre con il rilascio di essudato sieroso. La terza palpebra aumenta e chiude parte del bulbo oculare. La mucosa risulta coperta da una massa di muco con opacità cornea e ulcerazioni. Successivamente, si sviluppano cheratite e panoftalmia con perdita della vista. La forma congiuntivale interessa soprattutto soggetti giovani, di 20-40 giorni di età, colpendo solo di rado laringe e trachea.

Misure di prevenzione e controllo della Laringotracheite Infettiva

Per la prevenzione dell’infezione è necessario mettere in atto tutta una serie di rigorose misure di igiene e profilassi e garantire una biosicurezza totale all’interno degli allevamenti, controllando i flussi, le attrezzature e gli ingressi di possibili vettori.

La vaccinazione per la Laringotracheite Infettiva viene effettuata con vaccini vivi attenuati (attenuati con passaggi su embrioni o colture cellulari). La somministrazione del vaccino provoca una certa reazione con infiammazione locale transitoria, solitamente a livello sinusale o congiuntivale, con tendenza a rivirulentazione con comparsa di nuovi ceppi patogeni.

La somministrazione individuale si attua in un solo occhio per creare meno disagi possibili all’animale. Viene fatta in aree ad alto rischio, ma in Italia non è molto frequente e qui si vaccina solo in aree a rischio di focolaio, e in animali a lunga vita come le ovaiole con due interventi: dopo il primo mese di vita e prima dell’entrata in deposizione. La vaccinazione eseguita correttamente induce una valida protezione mucosale contro l’infezione nella trachea, con produzione di IgA e IgG dal terzo giorno, incrementando fino al settimo giorno dalla somministrazione.