Come migliorare la qualità dei tacchinotti in pulcinaia

William Alexander - Servizio Tecnico, Hybrid Turkeys

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Produzione delle uova, schiusa, selezione e spedizione dei tacchinotti sono tutti aspetti importanti e stressanti che influiscono sulla sopravvivenza di questi animali: ognuno di questi fattori deve dunque essere ben gestito e controllato. Una volta che i tacchinotti sono stati accasati, intervengono altre problematiche che possono essere legate all’ambiente, alla crescita, alla gestione, all’alimentazione e alle malattie. Tutti questi aspetti, se correttamente gestiti, possono contribuire a migliorare le performance.

La conoscenza dei controlli ambientali, delle temperature, dell’umidità relativa, dei gas carbonici e dell’igienizzazione delle acque hanno contribuito a realizzare i benefici genetici che osserviamo nella produzione, con conseguente incremento anche della produttività e dei profitti. La preparazione dell’allevamento all’arrivo dei tacchinotti inizia in incubatoio. Soggetti incubati alla giusta temperatura e umidità, se schiudono nei tempi giusti e con la corretta “finestra” di schiusa, hanno più opportunità di fornire migliori performance rispetto agli altri. Tacchinotti esposti a surriscaldamento, dovuto alla riduzione degli scambi di aria durante l’incubazione e la schiusa, è facile che mostrino sacchi vitellini di notevoli dimensioni e siano meno pronti all’ambiente di pulcinaia. Quelli schiusi nei tempi e alle giuste temperature presentano, invece, un sacco vitellino più piccolo e sono, quindi, meglio preparati al consumo di acqua e mangime subito dopo l’accasamento.

Il tuorlo contiene immunoglobuline materne, essenziali per proteggere i soggetti dai patogeni durante i primi giorni di vita. I lipidi residui del tuorlo sono invece fondamentali, quali componenti delle membrane cellulari. Amminoacidi e energia dovrebbero derivare dal mangime. Il contenuto del sacco vitellino non dovrebbe, dunque, essere utilizzato come fonte energetica e amminoacidica, poiché non è in quantità sufficiente per iniziare lo sviluppo.

Esistono tre apparati principali che non sono ancora completamente sviluppati al momento della schiusa: quello digerente, quello immunitario e la termoregolazione. All’accasamento, il consumo di mangime e acqua rappresenta lo stimolo che inizia e sostiene lo sviluppo del tratto gastroenterico. È con la crescita di quest’ultimo, che comporta un utilizzo efficiente dei nutrienti, che il sistema immune viene stimolato a ben svilupparsi. Il tratto intestinale è il principale organo linfatico corporeo. Quindi, l’accrescimento del tratto gastrointestinale (GI) ha un impatto su quello immunitario. Il digiuno ha conseguenze sullo sviluppo del GI e rilascia anche corticosteroidi i quali, a loro volta, ritardano lo sviluppo del sistema immune.

La crescita intestinale inizia 24 ore dopo la prima ingestione di alimento, quando i nutrienti divengono disponibili. A questo punto, ha inizio un rapido sviluppo del tratto gastrointestinale. L’area della superficie assorbente aumenta con l’incremento della dimensione dei villi. La massa del piccolo intestino si ingrandisce del 600% nei primi 7 giorni di vita del tacchinotto. Lo sviluppo del sistema di termoregolazione avviene entro 4 giorni dopo la schiusa. È in questo momento che il tacchinotto deve affidarsi all’ambiente esterno, per il controllo e mantenimento della temperatura corporea. Un buon sviluppo favorisce l’attività necessaria per assumere adeguatamente gli alimenti, favorendo un inizio senza problemi.

Preparazione della pulcinaia

La preparazione della pulcinaia inizia sempre con un intertempo adeguato di vuoto tra i gruppi. Almeno 21 giorni, di cui 7 di vuoto completo con pulizia ed igienizzazione dell’ambiente tra l’ultimo carico e l’accasamento, sono ormai lo standard adottato dall’industria. Non c’è modo di eliminare il contatto con tutte le malattie ma, gestendo e riducendo i livelli di patogeni potenziali, è possibile consentire ai soggetti di stimolare il proprio sistema immunitario e di resistere successivamente a cariche patogene di lieve e media entità.

La giusta presentazione di mangime e acqua in uno spazio adeguato rappresenta un importante parametro, sebbene talvolta venga sovrastimato. Lo stesso avviene per l’intensità luminosa, sia a livello di spettro che di durata.

Per avere acqua di buona qualità, la sanificazione delle acque è estremamente importante per la pulcinaia. Perché ne abbiamo bisogno? Perché i sistemi idrici degli allevamenti possono derivare da diverse fonti, come i pozzi, e hanno livelli di minerali e pH che possono contribuire a innalzare le cariche batteriche. Molti allevamenti ricevono acqua dal sistema pubblico e l’acqua è potabile. Tuttavia, il problema spesso consiste in come viene gestita l’acqua pulita. Ferro, manganese e solfati sono presenti nelle acque, come pure i probiotici, le vitamine, l’acido citrico, gli acidi organici, i vaccini e supporti a base di latte, che possono favorire lo sviluppo batterico formando il biofilm. Tale biofilm protegge i batteri e le muffe presenti nei sistemi idrici, anche se si attuano buoni programmi di sanificazione. Questo è il motivo per il quale è importante iniziare con acqua pulita, linee idriche disinfettate e con un programma di trattamento costante delle acque che consenta il controllo di patogeni. In alcuni momenti, è necessario sospendere il trattamento delle acque (come, per esempio, in caso di vaccinazione), ma tali periodi devono essere ridotti al minimo per limitare la contaminazione. Nel dubbio è auspicabile prelevare dei tamponi dalle linee idriche e dalle tubazioni, in modo da valutare l’efficacia dell’igienizzazione.

Pulcinaia

La pulcinaia deve soddisfare le necessità del tacchinotto nel periodo in cui è maggiormente vulnerabile e sensibile alle influenze esterne. Le temperature cloacali dei tacchinotti sono il metodo di misurazione migliore di una buona pulcinaia. Il range di temperatura al momento della spedizione non dovrebbe essere inferiore ai 39 °C e non superare i 40 °C. La pulcinaia dovrebbe fornire la corretta temperatura anche nelle zone di alimentazione e abbeverata consentendo, allo stesso tempo, abbastanza spazio agli animali per muoversi e accedere liberamente al cibo. La fonte termica deve creare una temperatura a terra che si aggiri tra i 32 e i 35°C al momento dell’accasamento, consentendo ai soggetti di utilizzare da subito acqua e mangime. La temperatura, se regolata troppo alta, produce cicli termici inconsistenti, oppure crea zone troppo calde che vanno oltre le necessità del tacchino. Ciò diviene chiaro quando le temperature della lettiera, nelle zone di alimentazione ed abbeverata, superano costantemente i 35 °C, disincentivando i tacchini dall’alimentarsi. Lo stesso avviene con una lettiera troppo fredda, che causa l’ammassamento dei tacchini e diminuisce l’attività di ricerca del cibo. Sia surriscaldamento che raffreddamento causano un notevole numero di soggetti che si ribaltano se vengono trascurati. L’uso di un termometro per misurare la temperatura ventrale del tacchino, sia all’accasamento che dopo, può favorire il controllo di questi aspetti rappresentando un valido strumento per segnalare la necessità di cambiare le impostazioni ambientali. È importante ricordare anche che i tacchinotti schiusi precocemente hanno bisogno di temperature e cure maggiori per meglio accedere all’acqua e al cibo. Risulta più difficile, invece, gestire gruppi misti, con tacchinotti grandi e piccoli, provenienti da deposizioni diverse.

Il giusto preriscaldamento della pulcinaia è un altro aspetto fondamentale; si tratta di una fase critica e può variare in base alla stagione. È consigliabile preriscaldare l’ambiente da 24 a 48 ore prima, in base al periodo, arrivando anche a 72 ore in climi particolarmente freddi. Infatti, è facile riscaldare superficialmente la lettiera, ma è più difficile, e richiede molto più tempo, arrivare in profondità. I pavimenti freddi possono abbassare velocemente le temperature corporee e, di conseguenza, anche l’attività di ricerca di mangime ed acqua.

Ventilazione minima a pressione negativa

L’obiettivo principale nella ventilazione è di non aumentare troppo l’umidità ambientale. È noto che un eccesso di umidità della lettiera può portare a un aumento di ammoniaca e batteri, provocando problemi alle zampe. Per ogni 500 grammi di mangime consumato, il tacchino beve circa 1 litro di acqua, l’80% del quale finisce nella lettiera o nell’ambiente. L’umidità deve pertanto essere rimossa dal capannone per mantenere una qualità accettabile della lettiera, sostituendo l’aria umida e viziata degli interni con quella secca esterna, senza però raffreddare i pulcini o sprecare riscaldamento.

Uno dei sistemi più efficaci per rimuovere l’umidità dai capannoni avicoli è l’uso di una ventilazione minima a pressione negativa. I ventilatori di uscita hanno finestre di ingresso disegnate appositamente per creare una pressione negativa, mentre, al tempo stesso, si consente la rimozione dell’umidità, avvalendosi della differenza di temperatura tra l’aria esterna ed interna. La giusta ventilazione minima inizia con capannoni ben sigillati e con pochi spifferi, che convogliano l’aria di ingresso nelle sole aperture stabilite. Quando ciò avviene e si ottiene la pressione statica corretta, si riesce a mescolare l’aria fredda con quella calda che è concentrata al soffitto, raggiungendo due traguardi: il primo consiste nell’evitare che l’aria fredda cada direttamente sulla lettiera, raffreddando i tacchini; il secondo presuppone che l’aria fredda in ingresso, miscelata con quella calda al soffitto, facilita la sua espansione mentre il suo riscaldamento favorisce la capacità di assorbire l’umidità. Riscaldare l’aria in ingresso di 5-7°C consente il raddoppio della sua capacità assorbente di umidità. Per esempio, in un capannone di 100 m2, la capacità di assorbimento dell’aria è di circa 200 grammi a 5-15°C, mentre diventa, raddoppiando, di circa 400 tra i 15 ed i 25°C. Il preriscaldamento dell’aria in ingresso fa espandere la capacità di trasporto dell’umidità, in modo che si possa miscelare con l’aria ad altezza del pavimento, assorbendo ulteriore umidità della lettiera, grazie alla ventilazione a pressione negativa. Quindi, misurare l’umidità relativa (Rh) in pulcinaia, consente di usare la ventilazione come pompa idrica, per controllare ed ottenere il livello di umidità desiderato, che non dovrebbe mai superare il 60%.

Oltre al controllo dell’umidità, nei capannoni di tacchini, devono essere gestiti anche i livelli di diossido di carbonio (CO2) e di monossido (CO), che possono avere effetti importanti sulle rese finali, se non gestiti e tenuti sotto controllo.

La Bibliografia è disponibile su richiesta

Dagli Atti del Midwest Poultry Federation Convention