Considerazioni per un controllo efficace dei parassiti

Andre Derkx - Senior Veterinarian, Cobb-Vantress

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I parassiti sono animali nocivi per le colture e per gli allevamenti, nonché portatori di malattie. Pertanto, la definizione di parassiti non è da correlarsi alla specie, quanto piuttosto alle circostanze. Nella produzione avicola roditori e insetti, compresi ratti, topi e scarafaggi, sono generalmente classificati come parassiti e rappresentano gli animali nocivi più comuni.

I danni causati dai parassiti possono essere classificati in due gruppi principali: 1) danni diretti all’ambiente, ai mangimi e al cibo, alle attrezzature e/o alle infrastrutture; 2) vettori e moltiplicatori di malattie.

Topi e ratti

Il topo più comune, il Mus musculus, ha un raggio territoriale inferiore ai 50 metri. Conduce una vita media tra i 9 e i 12 mesi e raggiunge la maturità sessuale a 5 settimane; ogni femmina ha da 3 a 6 cuccioli per ciclo con un massimo di 10 cicli all’anno. La femmina di ratto norvegese può partorire fino a 100 piccoli all’anno, mentre quella di ratto nero (o ratto comune) arriva a circa 90 esemplari all’anno. Entrambi hanno un raggio territoriale inferiore ai 100 metri.

Topi e ratti sono causa di danni principalmente ambientali, ma possono trasportare e trasmettere agenti patogeni quali Salmonella e Pasteurella multocida (colera degli uccelli). Mentre i topi sono molto curiosi, i ratti al contrario sono diffidenti, un dato che va tenuto a mente quando si applicano strategie di controllo. Sia ratti che topi sono attivi principalmente nelle ore buie; se individuati durante il giorno, molto probabilmente siamo in presenza di un’infestazione di topi o ratti.

Programma di controllo dei roditori

Il controllo dei roditori è parte integrante di qualsiasi sistema di biosicurezza. I roditori possono entrare nell’allevamento attraverso scatole, mangimi, lettiere e altri materiali portati dai fornitori. Per questo motivo, non solo gli allevamenti avicoli, ma anche i mangimifici, gli incubatoi, gli impianti di stoccaggio e quelli di trasformazione devono disporre di un adeguato programma di controllo dei roditori.

I metodi di controllo sono essenzialmente tre: meccanico, biologico e chimico.

Controllo meccanico

Dovrebbe iniziare fin dalla progettazione e dalla realizzazione dell’allevamento. Ci dovrebbe essere una recinzione perimetrale con una lamiera verticale sul fondo alta almeno 40 cm, dotata di un bordo orizzontale di 20 cm sulla parte superiore.

  • Le fondamenta dell’edificio dovrebbero spingersi per almeno 50 cm di profondità nel terreno (i roditori non sono bravi a scavare) mentre il pavimento deve essere sempre sopraelevato.
  • È consigliata la presenza di un’area di cemento all’esterno dell’edificio di almeno 20 cm.
  • È consigliabile anche un perimetro privo di vegetazione (da 3 a 10 metri) intorno ai fabbricati e intorno alla recinzione complessa (Figura 1).
  • Si consiglia di stendere una fascia di ghiaia di almeno 3 metri intorno alla recinzione dell’impianto; spesso vengono utilizzate tegole rotte perché i bordi taglienti rendono difficile ai roditori camminarci sopra.
  • Se il mangime è stoccato dentro sacchi, posizionarli sopra ai pallet. Se è immagazzinato in silos, invece, controllare e rimuovere eventuali fuoriuscite sotto e intorno al silo.
  • Rimuovere e prevenire la creazione di eventuali fonti d’acqua all’aperto.
  • Rimuovere immediatamente gli animali morti, conservare i corpi in contenitori a prova di roditori e, se possibile, procedere alla cremazione quotidianamente.
  • Riparare e riempire eventuali fori durante la pulizia dell’allevamento.
  • Prevenire l’accumulo dei detriti all’interno del perimetro dell’allevamento: eliminare vecchie attrezzature, nidi in disuso e qualsiasi altro tipo di rifiuto che potrebbe essere utilizzato dai roditori come tana.

Controllo biologico

  • Devono essere utilizzate trappole con esca e trappole con colla, che vanno controllate ogni giorno e riempite quando necessario.
  • I roditori rimangono vicini ai muri durante gli spostamenti, quindi posizionare le trappole appoggiate al muro o nelle aree buie.

Controllo chimico

  • La maggior parte dei prodotti si basa su un principio anticoagulante, utilizzando un veleno all’interno di un’esca. Il vantaggio è che ci vuole del tempo prima che il veleno diventi attivo, in tal modo il roditore non muore immediatamente dopo aver ingerito il veleno, il che rappresenta un fattore importante nel controllo dei ratti.
  • Creare e utilizzare un programma delle esche che mostri posizione, numeri delle scatole e delle trappole per condurre un’accurata valutazione del consumo di esche o delle catture in un apposito registro.
  • In condizioni normali, le postazioni esca devono essere collocate ogni 25 metri intorno all’edificio e devono essere controllate 4 volte alla settimana. In caso di infestazione, aumentare il numero di postazioni ogni 5 metri e incrementare anche il numero di controlli.
  • Le esche interne dipendono dalla conformazione dell’allevamento, ma comunque devono essere presenti nel sottotetto e nei locali di stoccaggio del mangime.
  • I ratti sono intelligenti e guardinghi, pertanto nelle stazioni con il consumo di esche, scartare quelle vecchie e sostituirle con nuove esche fresche.
  • Sottoporre i prodotti a rotazione ogni 6 mesi.
  • I prodotti anticoncezionali sono relativamente nuovi ma possono funzionare molto bene. In primo luogo individuare dove vi è consumo di esche e quindi sostituirle con il prodotto anticoncezionale.
  • Mantenere il controllo chimico anche durante il periodo dedicato alla pulizia e alla disinfezione.

Scarafaggi

Il coleottero più diffuso negli allevamenti avicoli è il Tenebrione (Alphitobius diaperinus), anche chiamato scarafaggio della lettiera o scarafaggio nero. Uno scarafaggio adulto è lungo circa 6 mm, ha un colore nero brunastro, un corpo ovale con 6 zampe e uno spesso esoscheletro di chitina. Predilige ambienti caldi e umidi. Un adulto nel corso di un ciclo vitale (circa 1 anno) è capace di produrre fino a 2.000 uova. Le uova si trasformano in larve entro 4-11 giorni in condizioni ottimali di umidità e temperatura. La lunghezza totale del ciclo dipende dalle condizioni ambientali, può andare da circa 26 giorni con una temperatura di 31 °C (88 °F) fino a 90 giorni con una temperatura di 22 °C (72 °F).

Negli allevamenti, le larve possono essere rinvenute sotto le mangiatoie, in corrispondenza delle linee di abbeveraggio e lungo la parete esterna. Le file esterne delle mangiatoie sono particolarmente esposte. Gli scarafaggi si nutrono di cibo versato, di letame, di pulcini morti e uova rotte. Possono causare anche danni strutturali attaccando il materiale isolante. Il danno può essere peggiorato dagli avicoli che tentano di raggiungere gli insetti. Gli esemplari adulti si possono trovare in tutto l’allevamento, ma quelli nella lettiera hanno l’opportunità di disperdersi quando il capannone viene svuotato, scappando verso il tetto o nel terreno. Inoltre gli scarafaggi lasciati nella lettiera, quando è accatastata all’esterno, possono volare e trovare altri allevamenti da infestare.

Gli scarafaggi causano danni infestando i mangimi e provocando danni alle infrastrutture; possono essere vettori di virus, funghi, batteri e parassiti nell’allevamento e anche tra allevamenti diversi. Gli agenti patogeni trasmessi dallo scarafaggio includono la Salmonella, la spondilolistesi (kinky back), la Pasteurella, ceppi patogeni di E. Coli e anche il virus della leucosi aviaria. La malattia di Gumboro è ben nota per la sua persistenza negli allevamenti proprio a causa degli scarafaggi.

Gli avicoli possono infettarsi attraverso il contatto con le superfici e attraverso il consumo diretto degli insetti.

Tre metodi sono coinvolti nel controllo degli scarafaggi: meccanico, biologico e chimico.

Meccanico

  • I trattamenti chimici non sono molto efficaci a livello di infestazione. Gli scarafaggi sono noti per essere resistenti a molti pesticidi, di conseguenza le buone pratiche di gestione attraverso un programma di prevenzione costituiscono il miglior sistema per il controllo di questi animali.
  • Rimuovere la lettiera quando il capannone viene svuotato. Se la lettiera viene lasciata all’esterno ad asciugare e vi sono scarafaggi, questi possono infestare nuovamente l’interno o altre zone dell’allevamento. Coprire o trattare la lettiera per creare una zona di contenimento degli scarafaggi fino a quando la lettiera non può essere rimossa.
  • Assicurarsi che il capannone abbia un adeguato sistema di drenaggio e sia ventilato in maniera corretta in modo da evitare l’umidità della lettiera. Controllare e riparare immediatamente eventuali perdite d’acqua. Gli scarafaggi hanno bisogno di acqua per riprodursi, quindi è bene mantenere l’ambiente asciutto.
  • Riparare eventuali danni strutturali perché queste aree possono essere utilizzate dagli scarafaggi come tane.
  • Prevedere almeno 2 settimane di inattività tra un gruppo e l’altro per eliminare ogni fonte di cibo e acqua per gli scarafaggi e dare tempo agli insetticidi di funzionare.

Biologico

  • L’acido borico può essere utilizzato sotto forma di pellet nel capannone. Questo pesticida danneggia l’involucro delle larve, ma dovrebbe essere applicato solo durante il cambio tra un gruppo e l’altro perché può essere nocivo anche per gli animali.
  • Sono in fase di sviluppo prodotti che utilizzano ceppi specifici di funghi per infettare e uccidere larve e adulti.

Chimico

  • I prodotti a base di carbaril bloccano il sistema nervoso inibendo l’enzima a
  • I prodotti a base di piretrina sono sicuri da usare anche mentre il capannone è popolato. Queste sostanze chimiche causano una paralisi temporanea, ma gli scarafaggi sono in grado di produrre enzimi con i quali si disintossicano dalla sostanza chimica, per questo motivo l’uso sinergico di piretrine con altri insetticidi può essere più efficace.
  • Sono disponibili anche regolatori di crescita degli insetti, che impediscono la formazione di chitina impedendo alle larve di trasformarsi in un coleottero a

Le aziende specializzate nel controllo dei parassiti hanno esperti che possono valutare prontamente la situazione e aiutarvi a sviluppare un buon programma di controllo. Una volta che il programma è stabilito, un’adeguata conservazione dei dati costituisce uno strumento prezioso per identificare e mitigare i problemi con i parassiti prima che il problema raggiunga le dimensioni di una vera e propria infestazione.