Giordano Poultry Plast continua a crescere

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Osvaldo Giordano, Presidente della Giordano Poultry Plast, insieme ai figli Oscar ed Enrico, Amministratori Delegati.

Giordano Poultry Plast, azienda internazionale leader nello stampaggio di materie plastiche, specializzata nella progettazione e produzione di attrezzature per l’avicoltura, ha sede in Italia a Caraglio (CN), con produzioni ripartite in Messico, Argentina, Egitto e Malesia. La famiglia Giordano controlla totalmente il gruppo composto anche da altre società operanti in settori diversi, con Osvaldo Giordano, Presidente, e i figli Oscar ed Enrico, Amministratori Delegati.

La Giordano Poultry Plast è un’azienda di respiro internazionale, che esporta il 95% della produzione italiana e realizza la propria attività commerciale in oltre 65 Paesi. Anche per questo motivo abbiamo parlato con Oscar Giordano, Amministratore Delegato della Giordano Poultry Plast, per confrontarci su come si sia evoluta in questi ultimi mesi la situazione delle aziende legate all’avicoltura a causa della pandemia.

Come si è organizzata la Giordano Poultry Plast in periodo di Covid-19, sia da un punto di vista di organizzazione interna che nei rapporti verso l’esterno?

Per quanto riguarda l’organizzazione interna, ovviamente abbiamo dovuto applicare le misure richieste dallo Stato, talvolta anche all’ultimo minuto: non nascondo che è stato difficile, ma siamo riusciti a organizzarci bene. Proprio in questo frangente, infatti, abbiano implementato procedure che erano già previste ma che sarebbero state applicate forse entro un paio d’anni, accelerate dalla situazione contingente. Abbiamo investito tempo e denaro: sono stati predisposti termoscanner all’ingresso, entrate e uscite separate e abbiamo apportato molte altre migliorie.

Molti nostri dipendenti lavorano in smart working dalla scorsa primavera e continueranno a farlo. Abbiamo un calendario di presenze fisse in azienda, in modo che ci sia sempre qualcuno a rotazione a presidiare l’ufficio, e possa consentire alla produzione di operare regolarmente. Il personale in azienda è stato mantenuto al completo. Nonostante il lockdown non siamo rimasti fermi neppure un giorno: il nostro codice Ateco ci ha permesso di non fermarci e anche se abbiamo avuto qualche iniziale calo di vendite, ci siamo ripresi benissimo nei mesi estivi.

Nel frattempo abbiamo anche realizzato degli investimenti. Alcuni macchinari sono stati sostituiti, altri sono stati aggiunti; ci siamo automatizzati ancora di più. Per fornire un dato, sino ad oggi, nel 2020 abbiamo effettuato investimenti per una cifra intorno ai 950mila euro. Negli ultimi due anni non sono stati redistribuiti utili, interamente investiti in azienda, consentendoci di disporre oggi di un parco macchine decisamente nuovo e tecnologico, che ci permetterà – una volta tornati alla normalità – di far fronte più efficacemente a qualsiasi bisogno. A fine ottobre 2020 il nostro fatturato si aggira sullo stesso valore di quello dell’anno scorso alla stessa data, pensiamo di chiudere l’anno su una cifra intorno ai 26 milioni di euro. A gennaio-febbraio stavamo viaggiando su un 15% in più rispetto agli stessi mesi dell’anno precedente, poi dopo il calo importante di marzo/aprile (anche il 50% di fatturato in meno), siamo tornati a riprenderci nei mesi successivi.

Un altro aspetto su cui ci siamo focalizzati nelle fasi più acute della pandemia è stato la riorganizzazione della comunicazione aziendale: abbiamo creato delle news mensili, inviando circa 14mila email ogni mese, realizzato il restyling dei siti web, stiamo rifacendo i cataloghi in digitale. In un solo mese e mezzo abbiamo stravolto la nostra comunicazione social, allo scopo di realizzare un piano settimanale invece che mensile, incontrandoci online con i nostri clienti. Anche con la nostra forza vendite realizziamo incontri in virtuale, con cadenza quindicinale o mensile, che troviamo molto utili in un periodo in cui gli spostamenti sono così ridotti.

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In questo periodo avete anche pensato di proporre sul mercato nuovi prodotti?

Non abbiamo realizzato un prodotto completamente nuovo, ma abbiamo migliorato diversi prodotti già esistenti. Per fare un esempio abbiamo migliorato i posatoi per le anatre, creando una griglia nuova, che era già stata prevista, ma che abbiamo trovato finalmente il tempo di realizzare. Il prodotto è anche stato lanciato sul mercato, con tutti i problemi che può voler dire lanciare un prodotto via internet, senza una fiera. Abbiamo migliorato anche la mangiatoia dei tacchini e l’ECS, il nostro sistema integrato per la movimentazione delle uova. In sostanza, la Giordano Poultry Plast ha provveduto a rilasciare dei prodotti, per così dire, 2.0: migliorando quelli già presenti in linea, cercando di raggiungere l’eccellenza.

Questo tragico periodo di pandemia ci ha portati a riconsiderare anche il ruolo delle fiere internazionali. Qual è la vostra posizione su questo tema?

La Giordano Poultry Plast per i primi 6 mesi del prossimo anno non ha in programma e non investe in fiere e convegni. Viaggiare adesso è troppo complicato: sono previsti periodi di quarantena all’andata e al ritorno, bisogna effettuare i tamponi, ma soprattutto sono i clienti che non desiderano ricevere visite o effettuare spostamenti.

Il Covid-19 ha completamente trasformato lo scenario fieristico: siamo passati da un periodo in cui si svolgevano fiere in continuazione, anche due al mese, allo zero assoluto attuale.

Nel 2021 a mio parere bisognerebbe ripartire con 3 o 4 fiere mondiali, veramente specifiche, tralasciando quelle locali o meno frequentate. Del resto, prima viaggiavamo anche per questioni minime, che abbiamo poi scoperto potersi egregiamente gestire anche tramite video chiamata. Invece di dire “a causa del Covid”, potremmo dire “grazie al Covid”, abbiamo compreso che si può fare tanto anche agendo dalla propria scrivania, si possono ridurre dei costi e investire questi risparmi in altre attività, forse più utili di viaggiare tanto in aereo intorno al mondo. Per il futuro faremo prevalere la qualità degli incontri fisici, gestendo il resto dei rapporti in maniera digitale, incrementando così anche la qualità della vita di chi lavora. I risultati saranno gli stessi, ma ci sposteremo fisicamente solo per le occasioni davvero importanti.