La zoppia del pollo: il punto di vista dell’industria

R.D. Mitchell - Perdue Food LLC, , Salisbury, Maryland, , USA

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©Jamie Oliver

L’Unione europea si è interessata molto al problema del benessere legato alla zoppia, ma anche l’industria statunitense sta prendendo questo argomento sempre più seriamente, visto che molti rivenditori, sollecitati dai commercianti, richiedono audit specifici sul benessere. L’incidenza di polli con problemi di zampe varia tra il 2 ed il 6% ma, da alcuni anni, non si effettuano studi più approfonditi per confermare questi dati.

Questo articolo prende in esame i vari problemi alle zampe degli avicoli. Valuterà anche come le ditte hanno modificato le proprie prospettive su questa problematica, nell’ottica di un miglioramento del benessere.

Problemi di zampe non infettivi

Il rachitismo è il classico problema articolare legato all’alimentazione e può essere diviso in due tipi: ipocalcemico e ipofosfatemico. Grazie ai miglioramenti nutrizionali e mangimistici avvenuti in passato, il rachitismo clinico non è molto frequente negli Stati Uniti. La maggior parte del rachitismo di campo è dovuta quindi ad errori attuati nei mangimifici. Invece, l’incidenza del rachitismo subclinico è più difficile da definire e, senza causa apparente, periodicamente compare ancora. Il rachitismo subclinico è stato correlato anche ad altre condizioni, come la necrosi della testa del femore, l’osteomielite, le fratture ossee e altri problemi legati alle zoppia.

Spesso la sua presenza è legata ad episodi che si verificano attorno alle 2-3 settimane di vita, quando vengono rilevati dei casi di rachitismo subclinico nei controlli sanitari routinari. Questi casi non sembrano rispondere neanche all’aggiunta di elettroliti e vitamine in acqua. Alcune aziende che vaccinano per coccidiosi, aggiungono abitualmente in acqua la vitamina D come prevenzione del fenomeno delle ossa molli.

Phillips et al. (2012) hanno ipotizzato che le richieste di fosforo negli attuali ceppi commerciali di polli, a 10 giorni di età, possano essere assai maggiori di quelle stabilite dalla NRC, o di quelle impiegate dall’industria.

La discondroplasia tibiale (TD) è una lesione caratterizzata da una massa di cartilagine non vascolarizzata nelle metafisi e nelle zone prossimali dell’articolazione tibiale e metatarsica. Questa patologia, per lungo tempo, è stata associata alla crescita rapida dei soggetti e veniva considerata come la causa principale di zoppia del pollo. In anni recenti, la sua importanza è stata largamente ridotta, grazie all’uso dei raggi x nella selezione. In ogni caso, la discondroplasia tibiale resta una patologia presente nel pollo e, frequentemente, è associata ad altre deformità, come varismo, valgismo e rotazione della tibia.

La deformazione varo/valgo (VVD) è caratterizzata da deformità angolari nelle ossa lunghe. Frequentemente viene nominata, per esempio, anche con l’espressione “zampe torte o deformate”. I riproduttori primari sono stati selezionati per risolvere questo problema in diversi modi: alcuni altamente tecnici, altri solo fenotipici. Tuttavia, la deformazione varo/valgo è ancora frequente, e viene rilevata in due fasi specifiche. Il varismo si manifesta assai precocemente (a meno di 2 settimane di vita) e, in genere, è dovuto allo spostamento del tendine gastrocnemio. Può essere correlato alla incubazione od alla gestione del pulcino.

Il valgismo invece è più frequente, e lo si osserva più avanti nel ciclo di crescita, partendo dalle 5- 6 settimane, fino alla macellazione. La rotazione tibiale è spesso inclusa nella deformazione varo/valgo, ma ha un’eziopatologia diversa e, spesso, può essere riscontrata insieme ad altri problemi alle zampe come, per esempio, la discondroplasia tibiale e la condronecrosi batterica (BOC). Questa connessione porta ad ipotizzare che vi siano delle cause nutrizionali, di malassorbimento o genetiche. La mineralizzazione ossea spesso è carente nei casi gravi di deformazione varo/valgo. La VVD, inclusa la rotazione tibiale, è la causa più frequente di problemi articolari non infettivi, con relativa zoppia, e viene esacerbata dall’aumento dei pesi di macellazione richiesto dai sezionamenti. Stare nella sezione disosso delle anche o delle cosce, permette una buona valutazione del grado di deformazione varo/valgo in un gruppo.

Zoppie infettive

La condronecrosi batterica (BOC) viene spesso chiamata necrosi della testa del femore ed è considerata la zoppia più frequente negli Stati Uniti. Si ritiene sia causata da microtraumi alle colonne di cellule cartilaginee, ancora poco calcificate a livello del piatto di crescita prossimale delle ossa lunghe. Il problema solitamente assume forma clinica attorno alle cinque settimane e peggiora con l’aumentare del peso. L’incidenza è aumentata da quando l’industria statunitense ha incrementato i pesi di macellazione rispetto a quelli di altri Paesi del mondo. Attualmente, infatti, l’industria produce polli destinati agli impianti di sezionamento che richiedono pesi superiori ai 4 kg. La maggior parte di questi gruppi viene quindi allevata in modo che molti maschi possano superare i 4,5 kg.

Alcune ricerche effettuate dal dottor Robert Wideman e il suo team, presso l’Università dell’Arkansas, hanno riportato interesse su questa malattia, che è costantemente presente negli allevamenti di broiler. Usando il modello di pavimentazione a rete, Wideman ha sviluppato la teoria sul ruolo dello stress e dell’immunosoppressione sullo sviluppo della condronecrosi batterica. Si ritiene che i batteri di diverse specie riescano a traslocare dall’apparato intestinale o respiratorio, per stabilirsi nei piatti di crescita, che sono poco vascolarizzati. Questa ipotesi richiede quindi nuove strategie di prevenzione.

I polli colpiti da spondilolistesi sono completamente zoppi ed incapaci di raggiungere cibo ed acqua. L’unica terapia è la soppressione. Questa forma è associata ad ascessi nella vertebra toracica libera (T4). È diversa dalla classica spondilolistesi, determinata da cause genetiche, ma porta lo stesso nome. Gli ascessi, nella spondilolistesi moderna, sono solitamente collegati all’isolamento dell’enterococcus caecorum, ma anche lo stafilococco è frequente. La mortalità può arrivare fino al 10-15% del gruppo. L’esperienza mostra che spesso avviene, ripetutamente, nello stesso allevamento e capannone. Per questo, è stata contrastata allungando il periodo di riaccasamento, con estese pulizie e disinfezioni tra gruppi successivi.

La tenosinovite, od artrite virale, causata da reovirus, negli ultimi 15 anni è stata abbastanza rara e perciò i polli non sono stati più vaccinati per essa. Invece, attualmente, è emerso un nuovo ceppo di campo, per il quale i vaccini commerciali non forniscono alcuna protezione. In ogni caso, negli ultimi anni sono stati rilevati pochi casi di reovirus nei polli, come per esempio in un allevamento che aveva zoppia, incluse ossa soffici e zampe completamente torte di lato. I polli colpiti, risalendo ai gruppi specifici di riproduttori, derivavano da una sola area. Nei casi peggiori, il 40% dei polli è stato eliminato. Altri integratori di questa zona avevano avuto simili problemi alcuni mesi prima. Nei gruppi di riproduttori colpiti, il virus viene normalmente eliminato per 6-8 settimane, solitamente attorno al picco di produzione, senza che ci sia alcun sintomo nelle galline. Le perdite economiche nei polli aumentano con il crescere della mortalità e degli scarti, soprattutto nel periodo in cui è presente il virus.

Il punto di vista delle aziende integrate

La zoppia per molte aziende viene considerata in modo assai diverso rispetto a un decennio fa: allora il problema era principalmente focalizzato sulla perdita dei polli e, quindi, sull’aspetto economico. Attualmente, la zoppia invece riguarda anche, e soprattutto, l’impatto sul benessere e al qualità globale della produzione. Molte aziende hanno affrontato le problematiche di benessere e, per esempio, una piccola ditta che ha produzione biologica e senza antibiotici, nel settore pollo, ha seguito alcuni dei parametri più rigidi di benessere applicati in Nord America. Queste pratiche includevano il mantenimento delle registrazioni dettagliate dei soggetti eliminati per problemi di zampe e la valutazione degli arti in momenti chiave del ciclo. L’eliminazione dei polli, perché zoppi, con tecniche di eutanasia appropriate, non veniva incoraggiata: si supponeva nel contratto che questo rischio non esistesse.

La maggior parte, se non tutti gli integratori, incoraggiano invece l’eutanasia dei polli zoppi. È nel loro interesse, visto che vengono poi eliminati in allevamento. L’eutanasia dei soggetti zoppi può essere però difficile e noiosa: giacché la zoppia solitamente si sviluppa nelle ultime settimane, prima della macellazione, molti allevatori possono poi vedere l’eliminazione di soggetti pesanti come una perdita di guadagno. Questa riluttanza all’eliminazione non si limita ai soli Stati Uniti. Infatti, secondo una valutazione inglese fatta su larga scala della zoppia nel Regno Unito, è stato osservato che oltre il 3% dei polli classificati come zoppi è stato risparmiato, nonostante il protocollo richiedesse l’eliminazione di capi con zoppia superiore al grado 3.