La xilanasi nella dieta dei polli alimentati con mangime a base di mais e soia

M.L. Moraes, L. Lahaye, M.S. Vieira - Jefo Nutrition Inc - C. Boudry - Puratos, Brussels, Belgium - R.S. Brito, D.P. Hernández - Applied Animal Research Center, Mexico

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©Consorzio Agrario Parma

La richiesta di ridurre i costi di produzione, insieme ai timori sull’ambiente, hanno dato luogo a una maggiore pressione sui produttori avicoli perché aumentino l’utilizzazione della energia contenuta nel mangime e migliorino l’efficienza alimentare. Gli enzimi esogeni, aggiunti nella dieta, sono state una delle modalità per raggiungere questi scopi.

La xilanasi è ben nota per i suoi effetti positivi sulla crescita dei polli alimentati con diete a base di polisaccaridi non amidacei (NPS), quali quelle ricche in cereali, consentendo ai polli di superare gli effetti antinutrizionali degli NPS, tramite la riduzione della viscosità intestinale e la maggiore digeribilità della quota energetica. Nonostante le diete a base mais-soia siano ampiamente utilizzate nell’industria avicola in varie regioni, mancano ancora le informazioni di base sugli effetti della xilanasi su questo tipo di diete. La xilanasi attuale ha un’elevata attività verso la porzione insolubile degli arabinoxilani, presenti in larga misura nel mais e nella soia; potrebbe quindi migliorare il rilascio dei nutrienti. A tale scopo il presente studio valuta gli effetti della xilanasi batterica sulla crescita dei polli alimentati con dieta a base di mais e soia.

1440 polli maschi Cobb 500 sono stati accasati in box, da 1 a 42 giorni. La prova seguiva uno schema randomizzato, con 8 repliche di 60 polli per ciascuno dei 3 trattamenti: dieta standard (STD); dieta con 150 kcal/kg di riduzione nell’energia metabolizzabile (RAD) e dieta TRED + 100 gr /ton di xilanasi da Bacillus subtilis (RED+XYL). Lo scopo era creare un calo sostanziale delle performance di crescita tra i trattamenti STD e RED; quindi la dieta RED era formulata con un aumento di calorie (150 kg/kcal) rispetto alle raccomandazioni (di 80 kcal/kg), quando si usava questa particolare xilanasi in diete a base di mais e soia.

Il consumo medio giornaliero ADFI (average daily feed intake), la crescita media giornaliera ADG (average daily gain) e la conversione FCR (feed conversion ratio) sono state poi valutate nelle diverse fasi di alimentazione (1-21; 22-35 e 35-42 giorni di età). Il costo del mangime per kg di peso vivo è stato calcolato alla fine della prova, considerando il prezzo di mercato della xylanasi in esame. I dati sono stati analizzati con ANOVA e le medie dei trattamenti sono state separate col test di Duncan con P<0,05.

Non c’era alcun effetto dei trattamenti con ADFI. I polli alimentati con la dieta RED avevano la risposta peggiore per ADG e FCR dai 14 giorni di vita fino a fine prova (P<0,05). C’era una riduzione del 4,6% (P<0,05) sull’ADG nei polli RED per tutto il periodo di allevamento, rispetto a quelli nutriti con dieta SDT. Comunque, l’aggiunta di xilanasi nelle diete RED risultava efficace nel riprendere parzialmente la crescita (P<0,05; 49% per ADG e 45% per FCR), il che è in accordo con le raccomandazioni ( 80 kcal/kg). Il minore costo/kilo di peso vivo era quello della dieta RED-XYL (una differenza di 0,08 $ rispetto alla dieta RED e di 0,21 $ rispetto alla dieta SDT). Il risultato mostra la possibilità di migliorare la crescita media giornaliera e la conversione alimentare dei polli alimentati con una dieta a base di mais e soia a ridotta energia se si aggiunge xilanasi, come quella qui studiata. L’aggiunta dell’enzima in una dieta con energia ridotta può dunque essere utile per risparmiare sui costi alimentari.

La bibliografia è disponibile su richiesta

Dagli Atti del 2019 Australian Poultry Science Symposium