Come mantenere la qualità dell’acqua in allevamento

Ian Lowery, Crowshall Vet Services, UK

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©Big Dutchman

L’acqua rappresenta un fattore chiave nella produzione avicola per la salute e la produttività degli avicoli per cui l’attenzione alla qualità e all’accesso deve essere alta in tutte le procedure operative standard. Quando si considera la qualità dell’acqua fornita agli avicoli, occorre valutarla secondo tre ampie categorie.

Sicurezza

L’acqua di bevanda deve essere salubre: significa che non deve contenere micronutrienti (come nitrati e nitriti) o microrganismi (come E. coli e Pseudomonas), che influiscono direttamente sulla salute.

Potabilità

Il consumo di mangime e di acqua sono strettamente connessi. L’acqua agisce come reagente nel processo digestivo e quindi il suo consumo è essenziale affinché i soggetti esprimano il proprio potenziale genetico e per ottenere una buona conversione alimentare. Alcuni sapori dell’acqua influenzano la voglia di bere e possono avere un impatto significativo sul consumo, peggiorando le performance dei soggetti.

Disponibilità

La fonte idrica – sia da pozzo che da acquedotto –, il trattamento in allevamento (filtrazione o igienizzazione) e le attrezzature usate per la distribuzione devono essere tali da fornire l’acqua in modo costante. La richiesta durante il giorno non è lineare. Se il consumo viene monitorato minuto per minuto, polli e e tacchini mostrano un chiaro picco, sia all’accensione delle luci che dopo, e infine, prima che si spengano.

I sistemi di distribuzione dell’acqua per tacchini sono particolarmente difficili da gestire per le seguenti ragioni:

  • l’acqua viene fornita tramite una rete lunga e complessa di tubature, con grandi recipienti di immagazzinaggio, unità di filtrazione o sanificazione, vasconi appositi, dosatori, regolatori di pressione e lunghe linee idriche all’interno del capannone, che hanno una sezione piuttosto stretta, fino agli abbeveratoi a campana. La complessità dell’intero sistema rende problematiche le operazioni di pulizia e disinfezione;
  • il flusso attraverso le linee, nel capannone, può essere particolarmente basso durante la fase pulcinaia, quando i soggetti consumano volumi bassissimi e di notte, quando normalmente il consumo si abbassa;
  • bassi flussi nelle linee possono favorire la contaminazione da microrganismi. Vari materiali possono legarsi alle superfici interne e iniziare la formazione di biofilm;
  • temperature calde, in pulcinaia, incoraggiano la moltiplicazione di qualsiasi contaminazione batterica presente nel sistema idrico. Questo effetto viene esacerbato da flussi di scorrimento bassi;
  • il ciclo di crescita del tacchino è lungo, e quindi è maggiore il rischio che le linee idriche si contaminino. Ciò anche a seguito di trattamenti somministrati in acqua, una cattiva manutenzione dei vasconi e dei dosatori, oppure se le linee si ricontaminano a causa di goccioline di acqua contaminata risalente dagli abbeveratoi;
  • i trattamenti chimici sicuri, da usare con gli animali nel capannone, devono essere diluiti, e quindi hanno una capacità limitata di dissolvere l’eventuale biofilm che si è stabilito, che verrà rimosso definitivamente solo con gli alti dosaggi che vengono utilizzati a fine ciclo.

Biofilm

Biofilm è un termine tecnico, che si riferisce all’insieme di batteri, virus, muffe e funghi che colonizzano le superfici. Le tubature in plastica sono particolarmente predisposte alla formazione di biofilm. Certi batteri, presenti negli ambienti avicoli, sono capaci di aderire a queste superfici plastiche. Una volta che la linea è stata colonizzata, i batteri si moltiplicano velocemente, producendo un materiale organico mucoso che li protegge dall’effetto battericida dei disinfettanti e fornisce al contempo nutrimento anche ad altri microrganismi, che si legano al biofilm. I biofilm, una volta ben stabili, divengono difficili da eradicare efficacemente, soprattutto negli allevamenti di tacchini, e possono contenere molti microbi (in particolare E. coli e Pseudomonas), che hanno un effetto patogeno diretto sui soggetti. A seguito di questa iniziale colonizzazione e della successiva fase di crescita, il biofilm può passare a uno stadio ulteriore, dove viene rilasciata una grande quantità di batteri nell’acqua di bevanda, con conseguenze negative per la salute del gruppo.

È dunque fondamentale che le linee siano siano ben mantenute e controllate regolarmente per la presenza di batteri e contaminazioni. Anche se i campioni dell’acqua mostrano una contaminazione batterica bassa, ciò non è tuttavia indice della presenza o meno di biofilm, soprattutto se in fase iniziale. Un monitoraggio efficace dei sistemi idrici richiede sia prelievi dall’acqua che scorre che tamponi, da effettuarsi alla fine delle linee.

L’importanza della disinfezione e dei prodotti da utilizzare

L’effettiva gestione dei sistemi idrici per controllare la contaminazione batterica e i biofilm si deve basare su un programma di disinfezione efficace a fine ciclo, con prodotti chimici appropriati (per esempio perossidi stabilizzati), che vengono somministrati a livelli elevati per dissolvere efficacemente il biofilm fino a eradicarlo. Il processo deve considerare la storia del sito, il tipo di fornitura idrica (per esempio l’acqua dura richiede l’aggiunta di componenti acide per controllare la deposizione di calcare), il giusto dosaggio del prodotto scelto e il tempo di contatto necessario per agire. La procedura di pulizia deve essere determinata in modo idoneo per essere certi che il prodotto mantenga la propria azione disinfettante dopo il previsto tempo di contatto. Se, infatti, l’acqua presente nelle linee non mostra potenziale ossidativo quando viene fatta scorrere, ciò suggerisce che ha trovato una contaminazione significativa, indicando che è necessaria un’ulteriore sanificazione delle linee, prima dell’accasamento.

Una volta che si è pulito per bene, qualsiasi programma routinario di igienizzazione dovrebbe limitare lo sviluppo di un nuovo biofilm; è tuttavia fondamentale ricordare che i sistemi idrici sono dinamici e variano, secondo la temperatura ambientale e il flusso, per tutta la durata del ciclo produttivo. L’acqua deve essere quindi analizzata regolarmente, anche se si utilizza quella già trattata. I risultati del campionamento servono per variare i dosaggi della sanificazione, per limitare o impedire la formazione di biofilm.

Non esiste una soluzione unica per mantenere la qualità dell’acqua a livelli ottimali (sicurezza, potabilità e disponibilità) per tutto il ciclo del tacchino. Migliorare la qualità dell’acqua dipende molto dalla pulizia e dalla disinfezione iniziali, cui deve seguire un controllo regolare dell’intero sistema idrico, dalla pulcinaia fino a fine ciclo.