I lattobacilli sono i batteri lattici che, nel mondo, hanno guadagnato la maggiore popolarità, tanto è vero che i termini “fermenti lattici” e lattobacilli sono spesso ritenuti sinonimi. I lattobacilli sono impiegati per stabilizzare l’ecosistema microbico intestinale degli animali, cioè per prevenire le comuni disbiosi.
Per disbiosi – o disbatteriosi – s’intende un’alterazione indesiderabile del microbiota intestinale, risultante dallo sbilanciamento tra batteri “protettivi” (lattobacilli in primis) e batteri “nocivi” (Ducatelle et al., 2014). I segni clinici di disbatteriosi nel pollo includono l’assottigliamento della parete intestinale e l’emissione di feci fluide e collose per la presenza di residui indigeriti (Huyghebaert et al., 2011). Una buona condizione intestinale (o gut health) è quindi la premessa di un’efficace processo di digestione e di assimilazione, base della produttività animale. Nei volatili domestici, le specie autoctone di lattobacilli, come Lactobacillus acidophilus, colonizzano il tratto gastro-intestinale subito dopo la nascita, ponendosi in un rapporto di simbiosi con il pulcino. I lattobacilli intestinali abbassano il pH delle ingesta e producono una gamma di metaboliti in grado d’inibire la crescita dei batteri putrefattivi e patogeni. Di qui l’importanza di conservare, o di ripristinare, le condizioni di equilibrio fisiologico del microbiota intestinale dei volatili – o eubiosi – mediante la regolare somministrazione di lattobacilli probiotici di origine pollo.
Storia del ceppo D2/CSL
Nel 1985 il Centro Sperimentale del Latte (CSL) isola 74 ceppi di batteri lattici (LAB) dalle feci di un pollo “ruspante”. I primi test in vitro di questi LAB permettono di selezionare 19 ceppi di lattobacilli promettenti per l’impiego probiotico. La scelta del ceppo Lb. acidophilus D2/CSL sugli altri 18 ceppi pre-selezionati è dovuta alle sue caratteristiche superiori in termini di: 1) attività acidificante; 2) adesione all’epitelio intestinale; 3) resistenza alla bile; 4) resistenza al monensin; 5) resa industriale (recupero di UFC post-liofilizzazione).
Sicurezza del ceppo D2/CSL
Lb. acidophilus è un microrganismo assolutamente apatogeno, sicuro per gli animali, la salute umana e l’ambiente. L’EFSA, infatti, include L. acidophilus nella lista positiva delle specie QPS. Inoltre il ceppo D2/CSL non dimostra alcuna resistenza agli antibiotici di importanza umana e veterinaria elencati dall’EFSA.
Studi di efficacia in vivo
Lactobacillus acidophilus D2/CSL (CECT 4529) è oggi un additivo per mangimi, autorizzato nella UE per l’ovaiola (Reg. UE n. 2015/38), per il broiler (Reg. UE n. 2017/2275), per il cane e per il gatto (Reg. UE n. 2018/1558), e può essere somministrato attraverso il mangime e l’acqua di abbeverata. Il prodotto è liofilizzato, in polvere, con una concentrazione cellulare ≥ 50 miliardi UFC/g. Dal 1993 al 2020, ben 16 studi scientifici su broiler e ovaiole (di cui 13 pubblicati e 3 resi pubblici in un convegno) hanno valutato l’efficacia dell’additivo in termini di produttività zootecnica (quantitativa e qualitativa), di incidenza del trattamento sul microbioma e sul metaboloma intestinale del pollo, nonché di morfometria intestinale e di risposta immunitaria.
In generale, i gruppi di animali trattati hanno evidenziato miglioramenti significativi in ordine a:
– composizione del microbiota intestinale;
– morfologia intestinale (per es., altezza dei villi);
– efficienza digestiva (ICA, riduzione bottoncini anali nel pulcino, ecc.);
– produttività zootecnica (carne, uova);
– qualità delle uova (qualità del guscio, unità Haugh);
– % uova vendibili (meno scarti: uova sporche, rotte, ecc.);
– Ambiente: riduzione dei composti azotati volatili e dell’umidità fecale.
Considerazioni
In ogni gruppo di volatili allevati non esiste un soggetto con uno stato di salute identico a quello di un altro. La presunta “normalità” include infatti oscillazioni di ogni funzione organica considerate “non patologiche”. Tale instabilità riguarda ancor più la popolazione microbica del tratto digerente che, dopo avere colonizzato il pulcino, va incontro a continue variazioni, ovvero a “sbilanciamenti”, dovuti alla competizione tra i microrganismi conviventi in ogni habitat digestivo (ingluvie, intestino tenue, appendici ciecali). Fattori quali lo stato fisiologico del soggetto, le variazioni della formula alimentare, gli stress, i trattamenti antimicrobici, ecc., modulano infatti la competizione tra specie microbiche, favorendo la crescita di determinate popolazioni intestinali a discapito di altre, sino a creare patenti situazioni di squilibrio e d’infiammazione intestinale. Poiché il microbiota intestinale gioca un ruolo fisiologico chiave nel preservare l’animale in buona salute e nell’integrare le funzioni immunitarie e digestive, ogni perturbazione che lo riguarda incide negativamente sul benessere, sulla sanità, sulla digestione e sulla produttività dell’animale (Dominguez-Bello e Blaser, 2008). L’uso di Lactobacillus acidophilus D2/CSL è una via naturale, effettivamente “biologica”, per migliorare il benessere intestinale dei volatili e la loro efficienza digestiva in un’avicoltura “antibiotic-free”. Se ne avvalgono gli indici zootecnici quantitativi e qualitativi. Ma l’eubiosi, la salute intestinale e l’efficienza digestiva sono altrettanto evidenziate dalla migliore consistenza fecale e dalla diminuzione dei metaboliti tossici delle putrefazioni intestinali, che possono riverberarsi in positivo sulla qualità dell’ambiente di allevamento.
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