Gestione dei parassiti esterni e interni

F.D. Clark, DVM, PhD, DACPV - Extension Poultry Health Veterinarian - University of Arkansas Division of Agriculture.

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Il controllo dei parassiti tramite i pesticidi solitamente disponibili non è consentito nell’allevamento biologico, anche se, in particolari condizioni, vengono fatte delle eccezioni. Un aspetto importante del problema è il riconoscimento dei parassiti.

Parassiti esterni e pidocchi

I parassiti esterni più frequenti negli Stati Uniti sono il pidocchio e l’acaro. I pidocchi sono piccoli insetti senza ali, piatti od oblunghi. La colorazione varia, di solito è biancastra, grigia o giallo paglierino. Si muovono rapidamente sul pollo e corrono sulle piume o sulla cute. Esistono varie specie di pidocchi, le più comuni sono il Menopon gallinae, insieme al Menecanthus stramineus e al Cuclogaster heterographus.

Il primo si localizza su zampe e petto, è di colore biancastro e lo può rilevare tra le piume, anche se cerca rapidamente riparo; depone le uova alla base delle penne.

Il secondo è di colore giallastro ed è il più frequente negli adulti. Se ne nota la presenza sulle penne, nelle aree poco impiumate di petto, zampe e cosce e intorno alla cloaca. Depone le uova in gruppi, alla base delle piume.

Il terzo è di colore grigiastro e lo si nota su testa e collo; le sue uova, perlacee, si trovano sia alla base delle penne che delle piccole piume.

Si nutrono di cellule cutanee, delle piume, della forfora; vivono costantemente sul volatile: se allontanati da esso muoiono in pochi giorni. Una volta che la femmina è matura, produce numerose uova, che vengono attaccate alle piume sia singolarmente che in grappoli. Sono dette lendini e schiudono in 4-7 giorni, mentre le giovani ninfe divengono adulte in circa 3 settimane.

Causano irritazione al soggetto, che si gratta o becca costantemente. Lo stress comporta una minore assunzione o consumo di mangime, riduzione di peso e scarse prestazioni di deposizione con danno a cute e penne. Sono di solito frequenti in inverno/autunno e in ambienti con scarse condizioni igieniche e affollati. Passano da soggetto a soggetto grazie alle piume infestate, alle strutture contaminate e anche per stretto contatto tra avicoli.

Gli acari

Sono più piccoli dei pidocchi e si cibano di sangue. Negli USA sono comuni 3 specie: l’acaro del nord, quello rosso e quello delle zampe. Il più frequente è quello del nord (Ornithonyssus sylvarium), che rappresenta un grave problema negli allevamenti avicoli. Tende ad essere più frequente nei climi freddi o autunnali, ma può manifestarsi in qualsiasi momento e stagione. Sono scuri, di colore rosso o nero, e si localizzano attorno alla cloaca e alla coda. Le piume possono avere alterazioni cromatiche, nei casi di infestazioni pesanti, a causa del grande numero di acari, uova, feci e scarti organici presenti. Causano irritazione, ridotta assunzione di mangime, scarsa produzione, calo di peso, anemia e, in casi gravi, addirittura la morte. Le lesioni cutanee derivano dall’intenso prurito e dalle punture; nei riproduttori si può rilevare un calo di fertilità, causato da una diminuzione degli accoppiamenti. Hanno vita breve, 4-7 giorni, e la loro presenza aumenta con rapida diffusione. Permangono sul soggetto notte e giorno.

Acaro rosso o del pollo

L’Acaro rosso o del pollo (Dermanyssus gallinae) causa problemi simili e cioè anemia e perdita di peso. Assale il soggetto di notte per effettuare il pasto di sangue, mentre di giorno vive nei pertugi della struttura. Ha un ciclo vitale leggermente più lungo (7-10 giorni) e deposita le uova nelle fessure ma non sull’ospite. Si rivela dunque importante controllare soggetti, capannoni, box per scovare i segni della loro presenza, anche se all’apparenza non si nota nulla.

L’acaro delle zampe vive sulla cute (Knemidocoptes mutans), scavando dei profondi cunicoli in zampe e cosce. Le gallerie si notano quando la pelle si alza a causa degli acari. Soggetti molto colpiti possono mostrare vari gradi di zoppia, con dita torte o addirittura assenti quando le zone non vengono più irrorate dal flusso sanguigno. L’ispessimento risulta in un’irritazione causata dalle gallerie e dalla perdita di fluidi tissutali. Le razze con piume sulle zampe corrono il rischio di perderle completamente, in quanto il problema non è subito visivamente rilevabile.

Parassiti interni

Gli avicoli possono essere infestati da diverse specie di vermi intestinali: vermi grandi e tondi (ascaridi), vermi cecali (Heterakis), vermi sottili (Capillarie). Ci sono anche gli organismi monocellulari, detti protozoi, come coccidi e istomonas, che possono dare problemi in allevamento. Livelli bassi di infestazione non rappresentano un rischio, mentre livelli elevati causano cali nell’accrescimento, riduzione del benessere e dello stato sanitario, prestazioni scarse di deposizione e, in casi molto gravi, possono portate anche alla morte.

Vermi tondi

Ascaridi spp
Gli Ascaridi spp. si localizzano solitamente nella prima parte dell’intestino cieco. Sono lunghi circa dieci centimetri e causano perdita di appetito e conseguente calo di peso. Gli adulti producono uova, che passano alle feci e a altri soggetti che ne vengono in contatto, tramite mangime e acqua contaminati. Le uova possono anche essere trasportate meccanicamente da capannone a capannone.

Vermi cecali

Heterakis sp.
Si trovano nel cieco, le due sacche che si trovano tra piccolo e grande intestino. Questi piccoli vermi bianchi producono uova che passano nelle feci e possono essere ingerite da altri avicoli, inoltre passano anche nei vermi di terra, dove schiudono e sopravvivono fino a quando non se ne cibano i polli. Il protozoo Histomonas meleagridis può infettare e usare il verme cecale come ospite di trasporto.

Vermi sottili

Capillarie
Le capillarie possono localizzarsi sia nell’intestino tenue, che nel gozzo o nell’esofago. Questi vermi passano nelle pareti intestinali causandone ispessimento e infiammazione, e con emorragie nel piccolo intestino. Le femmine adulte producono uova oblunghe e con aspetto di bulbo prominente in un capo. Passano nelle feci e vengono consumate, sia direttamente dai polli che ingerite, come sopra, dai vermi di terra.

Vermi piatti

Raillietina, Choanotaenia, Davainea
Sono piatti, tipo nastro, segmentati e si localizzano nel piccolo intestino. Sono otto le specie che colpiscono gli avicoli negli Stati Uniti; ognuna vive in zone diverse dell’intestino. Variano in lunghezza, da molto piccoli fino a una lunghezza di circa 30 cm. Le uova si localizzano nelle zone piatte, che si staccano e spezzano e vengono poi eliminate nelle feci: ogni segmento ne contiene molte. Infine sono consumate, sia direttamente da ospiti intermedi (vermi, scarafaggi, cavallette, ecc), che da altri avicoli, nei quali completano il ciclo.

Coccidi

Rappresentano il parassita interno più frequente. Sono protozoi che appartengono al genere Eimeria, con 9 specie che colpiscono il pollo e 7 il tacchino. Causano malattie, da leggere a gravissime nei giovani, mentre gli adulti sviluppano immunità. Si moltiplicano nelle cellule intestinali causando emorragia, danno cellulare, disidratazione, ridotta assunzione di mangime e, nei casi più gravi di infestazione, possono arrivare a causare anche la morte.

Il protozoo ha un ciclo vitale di 4-7 giorni. I coccidi producono oocisti che, se ingerite, schiudono e infettano le cellule dell’intestino tenue, si moltiplicano e poi ripetono il ciclo. Alcune specie di Eimeria infettano particolari aree dell’intestino tenue.

Istomonas

Un altro protozoo – parassita interno – importante, è Histomonas meleagridis. Colpisce i tacchini, fagiani, faraone e polli. Infetta il verme Heterakis gallinarum e i vermi di terra, usandoli come ospiti, che sono poi ingeriti dagli avicoli con conseguente infestazioni. I soggetti colpiti perdono peso, diventano deboli e depressi, disidratati, con occhi chiusi, ali calate, con diarrea di colore giallo zolfo. Infettano le pareti dei ciechi, causandone ispessimento e con formazione di cellule morte nel lume cecale. Anche il fegato può esserne colpito e sviluppare zone depresse, circolari con un centro necrotico.

Terapie

Le opzioni terapeutiche dei parassiti esterni e interni sono limitate poiché esistono solo pochi prodotti disponibili e i parassiti sviluppano resistenze crescenti.

I produttori biologici hanno il problema di essere certificati e quindi devono seguire indicazioni ancora più stringenti; per esempio l’uso degli antiparassitari di routine non è consentito nel biologico. Vengono allora utilizzati trattamenti alternativi per controllare i parassiti, ma buona parte delle informazioni sulla loro efficacia deriva da studi non scientifici, da passaparola, da esperienze singole, o da prove in vitro, e non di campo. C’è una ricerca limitata, che spesso deriva da studi con teorie anche molto contrastanti fra loro. Ci sono però diverse terapie alternative che hanno dimostrato un certo grado di efficacia.

Olii

Sono stati provati vari tipi di olii contro i protozoi: limone, rosmarino, aglio, timo, cannella, e origano, utilizzati sia singolarmente che in combinazione tra loro.

L’origano è stato provato contro coccidi e istomonas, con risultati promettenti. Anche l’olio di ginepro sembra efficace, in laboratorio, verso il pidocchio rosso (Dermanyssus gallinae) che risulta anche sensibile all’olio di Neem con un calo, per un paio di settimane, dell’infestazione. Altri olii sono utili contro i coccidi: limone, origano e miscele con timo. Per approfondire l’uso di olii contro i parassiti sono necessarie ulteriori ricerche e altre prove sperimentali.

Minerali

Lo zolfo serve per acari e pidocchi, ed è un trattamento antico che sta tornando in auge. In una prova ha dimostrato di poter controllare bene Ornithonyssus sylvarium per 3 mesi, utilizzato in polvere sui polli. Nella stessa prova anche la creta di caolino ha ridotto la presenza di pidocchi per almeno 2 settimane, come pure la polvere di diatomee. La polvere di diatomee è un prodotto di alghe fossili che hanno parete cellulare silicea, con proprietà essiccanti e abrasive. Viene usata sia per parassiti esterni che interni e ne esistono vari tipi, da produttori biologici. Può anche essere usata sia come bagni di polvere, che insieme a sabbia o cenere di legno. La si spruzza anche direttamente sui polli per controllare pidocchi e acari. Studi condotti su singoli allevamenti hanno dimostrato che la polvere di diatomee riduce il livello di parassiti esterni. Viene anche usata per trattare o prevenire i parassiti interni. I risultati sono stati però altalenanti, in particolare modo sui parassiti interni: una prova ha infatti mostrato una riduzione, sia nella conta delle uova dei vermi che delle oocisti, mentre un’altra, su riproduttori leggeri, non ha fornito alcun risultato utile.

Erbe e piante

L’aglio è spesso citato per il controllo dei parassiti, sia interni che esterni. Il succo di aglio si è dimostrato utile nel ridurre il pidocchio del nord in una prova su ovaiole, spruzzato settimanalmente in una soluzione al 10%, anche se in un’altra prova, sui vermi tondi, non ha tuttavia avuto alcuna efficacia. Inoltre, ha mostrato capacità di inibire i coccidi, in prove di laboratorio.

Altre erbe paiono utili per controllare i parassiti come aloe, estratto di corteccia, citronella, cedro, aghi di pino e menta, usati come repellenti per i parassiti esterni.

Il piretro di origine botanica, da fiori di crisantemo, è un insetticida biologico. Diversi prodotti, contenenti piretro, vengono comunemente utilizzati nell’allevamento biologico: uccidono rapidamente gli insetti, ma hanno un effetto residuale minimo, poiché vengono rapidamente catabolizzati.

Prevenzione

Le misure di profilassi sono utili nella gestione dei parassiti, sia interni che esterni. In allevamento é fondamentale predisporre in piano di biosicurezza per la prevenzione delle malattie e dei parassiti.

Il piano richiede:

  • la limitazione a visitatori e veicoli;
  • un programma di lavaggio e disinfezione;
  • l’adozione di un sistema di produzione tutto pieno/tutto vuoto;
  • il corretto smaltimento delle carcasse, con costante controllo dei soggetti, roditori e selvatici;
  • l’analisi dei dati produttivi.

Altre pratiche utili sono:

  • una corretta alimentazione;
  • la selezione di animali che abbiano sviluppato e mostrato delle resistenze;
  • la gestione dei pascoli con rotazione per i soggetti all’aperto;
  • la riduzione degli stress;
  • una valida assistenza tecnica cui ricorrere quando necessario.

La bibliografia è disponibile su richiesta.
Dagli Atti del Midwest Poultry Federation Convention – 2019