Salute intestinale del tacchinotto

M.S. Lilburn - Ohio State University, OARDC

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Quando negli anni ’90 è iniziata la ricerca sulla salute intestinale degli avicoli, gli scienziati della Hebrew University sono stati in prima linea nello studio dello sviluppo tardo embrionale, e postnatale, dell’intestino del tacchinotto. Questi studi hanno mostrato come l’intestino sia immaturo alla nascita e come la successiva proliferazione degli enterociti avvenga sia nei villi che nelle cripte.

Questo processo avviene in un periodo di circa 5 giorni dopo la schiusa, quando la proliferazione di enterociti si concentra nelle cripte. In ambito commerciale, negli incubatoi si possono osservare notevoli differenze durante le finestre di schiusa. Queste possono causare anche 24 o 48 ore di ritardo prima che il tacchinotto abbia accesso a mangime e acqua. Alcuni studi hanno dimostrato che ciò influenza il peso almeno per le prime 3 settimane dopo la schiusa. Tale aspetto ha contribuito a sviluppare l’alimentazione in fase di crescita precoce. Tuttavia, a livello concreto, il giorno 1 inizia quando i soggetti raggiungono l’allevamento e gli esperimenti di digiuno precoce raramente includono i giorni successivi all’alimentazione come trattamento di controllo aggiuntivo. Esistono prove che mostrano come trattamenti di alimentazione e digiuno, in confronto ai giorni successivi, non evidenziavano differenze a 10 giorni, sia nei pulcini che nei tacchini.

L’interesse per questi studi si è sempre orientato verso l’approfondimento dello sviluppo e della crescita in senso complessivo, soprattutto per i cambiamenti genetici nei broiler e nei tacchini.

Sin dall’inizio della ricerca, negli anni ’90, alcuni studiosi hanno usato tecniche molecolari per capire i cambiamenti a livello di RNAm. Ciò ha consentito di comprendere e confermare i risultati delle tecniche più tradizionali (per avere una descrizione completa dei cambiamenti morfologici e molecolari, si consigliano gli studi di Uni et al., 2003). Siamo oggi in una fase di nuova produzione, in cui non esiste più la possibilità di usare sostanze subterapeutiche, come gli auxinici (inclusi gli ionofori). Questo ha dato ulteriore enfasi alla componente gestionale del controllo della coccidiosi, e ha aumentato notevolmente l’importanza di fattori che influenzano la salute intestinale in modo composito, come l’alimentazione, l’assistenza veterinaria e la gestione. I programmi antibiotic-free precludono l’uso di sottoprodotti animali, compresi i grassi animali e vegetali, alterando così la percentuale e il rapporto degli ingredienti usati nel mangime. Per esempio, i livelli di farina di soia nelle diete precoci del tacchino superano spesso il 50% di inclusione con un concomitante aumento di polisaccaridi di soia non amilacei (NSP). Se ciò si associa poi all’uso, anche solo parziale, del frumento, la digeribilità degli NSP diviene problematica, anche nel caso in cui si volessero aggiungere degli enzimi.

Spesso si pensa alla salute intestinale soprattutto dal punto di vista della digestione e delle rese negli animali. L’intestino, invece, ha anche un ruolo preminente nella protezione verso i patogeni e nell’immunità. La presenza di microbi nell’intestino è riconosciuta da oltre 60 anni. Il contributo alla maturazione intestinale ed alla digestione, da tempo è noto, ma finora l’uso controverso degli antibiotici ha in qualche modo alterato il nostro modo di vedere l’ecologia intestinale, ed anche della sua popolazione microbica.

Sparsi lungo tutto il villo, vi sono delle cellule particolari, dette globose (globet) – poiché, dal punto di vista istologico, assomigliano agli acini di uva. I globet sono responsabili della sintesi di mucina. Le glicoproteine muciniche sono caratterizzate dalla evoluzione in sottotipi acidi o basici, che variano, nel controllo microbico dei polli germ-free, e pare dipendano dalla maturazione delle cellule globose. Nei tacchinotti, l’aggiunta alimentare di prodotti noti per avere effetti diretti (probiotici) o indiretti (fermentazione di lieviti) sulla flora intestinale influenza la quota di differenti sottotipi di mucina, e ciò sottolinea l’importanza della interfaccia microbico-intestinale.

Le mucine glicosilate sono un componente principale dello strato acquoso-mucoso che delimita l’intestino, contente un mix di microbi residui, acqua, elettroliti e cellule desqumate. Oltre a servire come barriera protettiva tra patogeni potenziali e l’epitelio intestinale sottostante, lo strato mucoso fornisce un legame coi siti appositi e un substrato per i batteri benefici. Esistono attualmente 21 diversi tipi di proteine mucogene di cui “MUC2” è la isoforma, unica del piccolo intestino.

Recentemente è stato studiato da Hutsko (et al., 2016) il genoma del tacchino basandosi sulla sequenza genetica del pollo. Si è notato che, oltre alla sintesi di mucina, le cellule globose sono anche il sito di sintesi di un piccolo gruppo di peptidi (detti trifoglio) che cooperano con le glicoproteine della mucina, sia per facilitare le risposte ai problemi nel lume intestinale, sia per riparare le cellule epiteliali.

Il ruolo significativo della comunità intestinale nello stimolare e facilitare la normale omeostasi intestinale, ha assunto oggi una nuova importanza commerciale. Essendo entrati nell’era dell’antibiotic-free occorre tener conto degli effetti collaterali, sia sulla coccidiosi che sulla variazione della formulazione. Esistono migliaia di nuovi prodotti che sostengono di migliorare la salute intestinale, ma ancora non abbiamo un vero parametro per valutare il contributo di ognuno di essi.

Bibliografia disponibile su richiesta.

Fonte: Dagli Atti del Turkey Science and Production Conference