Benessere animale, in arrivo la certificazione

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©Kipster

Da tempo si discute su una possibile iniziativa comune di certificazione nazionale volontaria degli allevamenti zootecnici con particolare riferimento al benessere animale e alla buone pratiche di gestione.

Per il consumatore oggi è importante sapere in che modo viene allevato un pollo, per motivi etici, salutistici e ambientali. È nata quindi la proposta di un’etichetta trasparente, chiara e semplice, che fornisca notizie sull’animale, sulla sua provenienza, sui metodi di allevamento, e soprattutto sul livello di benessere che gli viene assicurato in tutta la sua vita fino alla macellazione, evidenziando con chiarezza il criterio di allevamento e il probabile utilizzo di gabbie.

Un’inziativa volontaria

Fondamentale è la volontarietà dell’iniziativa sul benessere animale: allevatori e aziende non saranno costretti all’adozione dell’etichetta né ad assoggettarsi a controlli, ma se aderiranno ciò rappresenterà un merito aggiuntivo, una certificazione ufficiale di valore aggiunto che attesta la virtuosità dell’azienda. Si tratta di una sorta di bollinatura riferita a tutti gli operatori che credono seriamente nell’importanza della realizzazione di criteri di allevamento riguardosi del benessere degli animali e che per questo, potrebbero essere premiati da un riconoscimento istituzionale.
I ministeri della Salute e delle Politiche Agricole avranno il compito di stabilire i criteri di valutazione del benessere, sulla base di requisiti sanitari e delle modalità di gestione degli animali, come pure i tipi di controllo che sarebbero affidate a organismi terzi accreditati.

Tracciabilità del benessere

É giusto che il consumatore, al momento dell’acquisto, possa riconoscere se il prodotto proviene da un allevamento intensivo o all’aperto, perché sapere con quale metodo è stato allevato un animale è già un’indicazione sul suo potenziale stato di salute e di benessere.
Già altri Paesi europei stanno definendo etichette analoghe e nel mercato comunitario questo potrebbe comportare un vantaggio per altri Stati a scapito della produzione nazionale. Un’iniziativa del genere non solo tutela della libertà di scelta, ma difende anche gli allevatori italiani virtuosi, che lavorano ogni giorno per dare una vita migliore agli animali e un futuro alla propria attività, rispettando l’ambiente e la salute delle persone coinvolte.

Una proposta che risponde anche ai parametri europei

Si tratta di un progetto particolarmente importante anche nell’ottica della Politica Agricola Comune (PAC) post 2020, chiamata a rispondere, più che in passato, alle aspettative dei cittadini e dei consumatori. In questo contesto, infatti, la PAC potrà aiutare gli agricoltori a migliorare l’applicazione delle norme dell’Ue in materia di benessere degli animali e indirizzarli, attraverso iniziative volontarie, a promuovere il valore di mercato del benessere degli animali sia all’interno dell’UE che al di fuori di essa.
“Siamo fortemente convinti che l’etichettatura degli alimenti, regolamentata a livello europeo e nazionale, possa agire da volano per il miglioramento dei nostri sistemi di allevamento, ridurre il consumo dei farmaci e migliorare la qualità dei prodotti e il livello di fiducia dei consumatori”, con queste parole la ministra Teresa Bellanova si è dichiarata a favore dell’etichettatura sul benessere animale, ricordando che il Mipaaf, insieme al ministero della Salute e le Regioni, ha messo a punto anche un sistema di misurazione specifico, il cosiddetto Classyfarm.

Classyfarm

Si tratta di un sistema informatizzato che consente la categorizzazione dell’allevamento in base al rischio, basandosi su metodi armonizzati e scientificamente validati nel rispetto della massima trasparenza.

Lo scopo del sistema è:

  • rafforzare la prevenzione delle malattie animali;
  • la lotta all’antibiotico-resistenza;
  • rendere più efficiente il controllo ufficiale da parte delle autorità competenti;
  • offrire agli allevatori le condizioni per migliorarsi e tendere all’eccellenza.

L’adesione è volontaria. Tutti i dati resi disponibili sono convertiti attraverso coefficienti scientificamente validati in un indicatore numerico che misura il livello attuale di rischio dell’allevamento stesso. A garanzia della massima trasparenza, le modalità di calcolo dei coefficienti, utilizzati per la determinazione del livello di rischio degli allevamenti ai fini della loro categorizzazione, sono rese pubbliche.

ClassyFarm permette la visualizzazione delle informazioni aggregate per aree geografiche e per tipologia di allevamento, favorendo un circuito virtuoso basato anche sull’emulazione di best practices; ciò a vantaggio dell’interesse economico dello stesso allevatore e, soprattutto, a tutela dei consumatori per quanto riguarda la salubrità e qualità degli alimenti prodotti.