Ripensare le regole di base dell’incubazione

Roger Banwell, Esperto di Incubazione – Petersime

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Il processo di incubazione ed i relativi risultati potrebbero essere influenzati da una carenza di accuratezza nelle norme applicate. Tali regole derivano da metodiche di incubazione multistadio, e restano come abitudine, anche se dovrebbero essere aggiornate, dato che ormai siamo entrati in una nuova era: quella dell’incubazione a stadio singolo.

Da diversi anni, le regole dell’incubazione commerciale si basano sul sistema multistadio, con tutte le limitazioni e compromessi associati. Queste regole sono fondamentali, ma è tempo di rivederle e ridefinirle in modo da renderle più precise e flessibili, adattandole al metodo a stadio singolo.

Rivediamone alcune:

Indipendentemente dalla metodica, dal tipo di macchina o dall’esperienza del responsabile di incubazione, alcune norme si applicano ancora in tutte le operazioni, poiché si riferiscono alle richieste base dell’embrione:

  • le uova uniformi e di alta qualità danno i migliori risultati;
  • la biosicurezza è fondamentale;
  • le attrezzature vanno regolate e poi mantenute.

Altre regole invece non hanno superato il test nel tempo.

“CO2 è pericolosa oltre lo 0,45%”

Si tratta di un’affermazione che molti incubatoi applicano tal quale. Anche se è corretta durante la fase esotermica della schiusa, non lo è in quella endotermica, in incubazione. Un livello maggiore di CO2 nella fase di sviluppo cardiovascolare aumenta lo sviluppo del cuore e di tutto il sistema circolatorio, con conseguenze sulle successive rese in schiusa. Le macchine moderne a stadio singolo devono quindi essere a tenuta. Ciò consente lo sviluppo di CO2 a valori elevati, nella fase endotermica, mentre, nella fase esotermica, profili bassi di CO2 rappresentano la chiave per la crescita embrionale.

“Occorre perdere il 12% di peso per avere una buona schiusa”

Un altro esempio del metodo multistadio è la regola del 12%. Se guardiamo ai risultati delle nostre prove, osserviamo che ciò non è del tutto corretto. Notiamo, invece, che è fondamentale la gravità specifica – porosità e densità del guscio – e che le uova con una gravità perfetta presentano i risultati miglior. Ciò sembra più importante rispetto alla perdita di peso perfetta, stimata tra il 10 -12% , nella macchina a stadio singolo.

“I pulcini hanno bisogno di acqua e mangime subito dopo la schiusa”

Quest’affermazione non è del tutto corretta: si tratta di tempistica. L’accesso immediato non è necessario se si forniscono acqua e mangime al momento giusto.

Prove estensive condotte negli ultimi 18 mesi hanno chiaramente mostrato che esiste un momento ottimale per abbeverata ed alimentazione. Il problema è questo: se avete condizioni di incubazione non del tutto ideali, si amplia il tempo della finestra di schiusa. In tali circostanze, i pulcini vanno alimentati ed abbeverati immediatamente. Ciò non avviene se invece la schiusa avviene con una finestra ottimale.

Ma cosa succede se non diamo immediatamente accesso a cibo ed acqua?

Quanto ci poniamo questa domanda, si tende a pensare a conseguenze disastrose, in termini di benessere animale, mentre nei fatti non è così, e non occorre andare nel panico. Solo dopo 48 ore senza cibo ed acqua si hanno delle conseguenze negative sulle rese dei pulcini. E anche dopo 72 ore non si notano effetti significativi sulla mortalità. Naturalmente non dobbiamo avere aspettative eccessive, ma ciò prova il fatto che i pulcini non hanno un bisogno immediato di mangime ed acqua dopo la schiusa.

Usiamo la natura come riferimento

Di base, le regole fondamentali dell’incubazione derivano da ciò che avviene in natura. Petersime usa la natura stessa come riferimento per ottimizzare le rese e sviluppare i propri prodotti. Rivedere le regole, di volta in volta, consente di capire meglio quello che accade in natura. Petersime, nella propria attività di R&S, si è principalmente focalizzata sull’attività di schiusa e le rese successive, mantenendo, al tempo stesso, il benessere dei pulcini. Ciò ha consentito di trovare diverse soluzioni che ricalcano la natura, dalla conservazione delle uova fino al periodo dopo la schiusa. In complesso, possiamo diventare anche noi i ‘genitori perfetti’ grazie all’incubazione a stadio singolo, con tecnologie che rispondono alle necessità embrionali. Con ciò, raggiungiamo il nostro scopo ultimo: il massimo profitto per la vita, andando mano nella mano con la natura.