Quale luce preferiscono i polli? Le nuove ricerche sulla visione avicola

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La luce è un fattore ambientale fondamentale nella gestione degli allevamenti avicoli, ma sappiamo davvero come gli uccelli percepiscono l’ambiente luminoso? Il Dr. Greg Fraley, professore alla Purdue University ed esperto in neuroendocrinologia comportamentale, ha condiviso in un recente podcast i risultati delle sue ricerche su come i polli e le anatre percepiscono la luce e su quali tipi di illuminazione possono migliorarne benessere e produttività.

Visione degli uccelli: molto diversa dalla nostra

A differenza dei mammiferi, gli uccelli possiedono quattro recettori per i colori (contro i tre dell’uomo) e un tipo speciale di fotorecettore detto “cono doppio”, probabilmente utile per percepire il movimento. Inoltre, hanno all’interno delle cellule fotosensibili delle goccioline d’olio (“oil droplets”) che filtrano la luce prima che raggiunga i recettori: queste contribuiscono in modo decisivo alla loro percezione visiva, molto più sofisticata della nostra.

Secondo Fraley, è impossibile per l’essere umano comprendere appieno come un uccello vede il mondo. Per questo, insieme al suo team, ha sviluppato modelli matematici complessi basati su dati anatomici e ambientali per stimare quali oggetti o risorse sono effettivamente visibili agli animali in base al tipo di luce presente nel capannone.

Luci LED, colori e preferenze

Contrariamente a quanto spesso si pensa, non è tanto la tecnologia (LED, fluorescente o incandescente) a fare la differenza, quanto lo spettro di luce emesso. I LED permettono di personalizzare lo spettro e offrire luce monocromatica, ma Fraley sconsiglia fortemente l’uso di luci monocromatiche (cioè di un solo colore): gli uccelli, come gli esseri umani, mostrano variabilità genetica nella percezione della luce e una luce monocromatica potrebbe non essere adeguata per tutti.

In test comportamentali condotti su anatre pechinesi, Fraley ha osservato una chiara preferenza per la luce rossa rispetto a quella blu: gli animali tendevano ad allontanarsi dalla luce blu e a sostare in aree illuminate in rosso. Questo suggerisce che non tutte le lunghezze d’onda sono percepite allo stesso modo, e che l’uso di alcune colorazioni potrebbe influenzare il comportamento e il benessere.

Implicazioni pratiche in allevamento

Uno degli aspetti più interessanti emersi è il fatto che in alcuni ambienti illuminati con LED comuni, le galline ovaiole potrebbero non distinguere chiaramente il posatoio dallo sfondo metallico, aumentando il rischio di fratture dello sterno (keel bone). Inoltre, in capannoni con lettiera in trucioli chiari e pareti chiare, le galline potrebbero non percepire la presenza di un angolo, fenomeno che potrebbe contribuire ai casi di “piling” (ammassamento).

Anche la durata e l’intensità della luce giocano un ruolo chiave. Fraley raccomanda di evitare la luce continua 24 ore su 24: come gli esseri umani, anche i polli beneficiano di una fase di buio, utile per la salute e per stimolare la produzione di ormone della crescita, importante per lo sviluppo osseo.

Quale luce scegliere?

In attesa di ulteriori evidenze, il consiglio principale di Fraley è semplice: preferire la luce bianca, evitando sia l’eccessiva monocromaticità che intensità troppo elevate. L’obiettivo è ricreare, per quanto possibile, un ambiente visivo vicino a quello naturale, tenendo conto non solo delle esigenze produttive ma anche del benessere degli animali e della sicurezza degli operatori in allevamento.

La ricerca è ancora in corso, ma queste scoperte offrono già spunti preziosi per progettare sistemi di illuminazione più efficaci e rispettosi della fisiologia avicola.

Fonte: The Poultry Podcast Show

Video integrale: