
La luce è un fattore ambientale critico per i polli da carne, caratteristica che influenza numerosi aspetti del ciclo produttivo come il comportamento, la salute, la fisiologia e il benessere. La capacità della luce di influenzare le performance produttive, di crescita e di benessere degli avicoli è ben documentata e ha attirato l’attenzione di ricercatori da oltre un secolo.
Generalmente i broiler sono allevati in grossi gruppi in una struttura interna, dove i parametri di mangime, acqua e ambiente sono controllati per provvedere alle esigenze fisiologiche di base degli animali. Questo è un ambiente totalmente differente da quello della giungla a cui erano abituati gli antenati di questi animali, di cui il moderno pollo da carne rappresenta l’evoluzione. In natura, i polli sono sottoposti a diverse condizioni ambientali, incluse variabilità nel fotoperiodo e intensità luminosa. La luce è un fattore gestionale chiave nella produzione del broiler, anche se la ricerca volta a provvedere caratteristiche dettagliate sulla luminosità ambientale interna nelle strutture commerciali in cui vengono allevati i broiler è relativamente recente. È stato dimostrato come l’utilizzo di luci a LED abbia migliorato l’efficienza e le performance di produzione, sebbene future modifiche alla tecnologia LED potrebbero portare ulteriori miglioramenti fornendo luminosità ambientali migliori per i broiler. Dati recenti suggeriscono che una luminosità ambientale ottimale per la produzione del pollo da carne potrebbe non essere quella a distribuzione d’intensità uniforme.
Lunghezza d’onda e intensità della luce
La luce rappresenta un importante fattore di gestione nella produzione del broiler, parametro che ne influenza la crescita, il ritmo circadiano, il comportamento e il benessere. Il programma luminoso resta di un’importanza critica perché la la luminosità è stata strettamente collegata non solo con la sincronizzazione fisiologica e il ritmo quotidiano dei broiler, ma anche con la secrezione ormonale associata alla maturazione e all’accrescimento. Un appropriato regime di luminosità, incluse una corretta fonte di luce, intensità, durata e lunghezza d’onda (colore), risultano fattori critici per migliorare le performance di crescita e di benessere dei broiler.
La lunghezza d’onda della luce influenza anche i livelli di paura e stress. I broiler allevati al di sotto di una luce blu mostrano livelli più bassi di paura, misurati tramite immobilità tonica, rispetto ad animali allevati con una luce bianca. Aldrige et al. (2021) hanno dimostrato come i broiler allevati con due fonti di luci diverse (una calda, 2.700 K, e una fredda, 5.000 K) hanno chiaramente esibito un modello di preferenza per la luce calda durante la prima e l’ultima ora di un periodo luminoso di 16 ore totali. L’impatto sul comportamento degli animali può suggerire come i programmi luminosi a lunghezza d’onda e intensità variabile potrebbero essere un fattore utilizzabile per migliorare il benessere e gli aspetti di produzione. In ogni caso, è importante comprendere le origini dei cambiamenti comportamentali e come essi sono relazionabili all’abilità visiva o ad altri fattori critici.
Per esempio, la sanità degli arti inferiori è una delle cause prevalenti di scarto e mortalità tardiva in un gruppo nel ciclo di allevamento. Numerose ricerche indicano come un aumento dell’attività locomotoria dei broiler potrebbe migliorare le condizioni degli arti inferiori e quindi il benessere degli animali. Diversi studi riguardanti questo campo suggeriscono come l’effetto di stimolazione di una luce chiara sull’attività locomotoria può migliorare le condizioni degli arti inferiori e, di conseguenza, il benessere. Kang et al. (2023) riportano attività fisiche, comportamenti naturali e volontari aumentati, allevando gli animali con un programma a luce variabile, caratteristiche che possono migliorare la condizione dei cuscinetti plantari e degli arti inferiori degli animali.
In passato, gli effetti dell’intensità luminosa fornita dalla luce artificiale nei broiler commerciali sono stati studiati in maniera estesa. Gli studi a intensità variabile di luce hanno indicato come, quando potevano scegliere tra due luci diverse, gli animali avessero consumato più mangime nell’area a più alta intensità luminosa (20 lux/1.85 fc) rispetto alle aree a più bassa intensità luminosa (2 lux/0.19 fc). Mentre non ci sono state differenze sostanziali nei parametri produttivi (peso corporeo e indice di conversione alimentare), i risultati di studi sugli indicatori centrali di benessere hanno suggerito maggior benessere negli animali sottoposti a intensità di luce variabile.
Pochi studi hanno esaminato gli effetti della luce naturale sulle performance, benessere, salute e comportamento. In ogni modo, de Jong e Gunnink (2019) non hanno riportato differenze negli indicatori di benessere (laminite, dermatite plantare, bruciature, ferite o pulizia dei garretti e degli animali) tra i gruppi di animali in un allevamento commerciale a luce naturale con arricchimenti e in un allevamento senza arricchimenti o luce naturale. De Oliveira Sans et al. (2012) hanno notato che i broiler preferivano un ambiente a luce naturale (da 280 a 900 lux/da 26 a 84 fc) rispetto a un ambiente a sola luce artificiale (da 22 a 44 lux/ da 2 a 4 fc) dopo i 18 giorni d’età. Bailie et al. (2012) hanno riportato come i broiler cresciuti in un allevamento commerciale a luce naturale (in media 85.2 lux/8 fc) hanno mostrato un aumento dell’attività e migliori condizioni degli arti inferiori rispetto ai broiler svezzati in un ambiente con sola luce artificiale (in media 11.4 lux/1.05 fc). Ambienti a basse intensità luminose hanno mostrato una ridotta attività, fenomeni di cannibalismo e graffiature, mentre alti livelli hanno promosso un’accresciuta attività, cosa che potrebbe spiegare alcune delle differenze viste negli studi sulla luce naturale.
Un aspetto che sta ricevendo crescenti attenzioni negli anni recenti è il fenomeno dell’ingresso di luce naturale attraverso i tunnel, i ventilatori, le finestre e altre componenti strutturali dell’allevamento, le quali aumentano la variabilità spaziale e temporale dell’intensità luminosa. Linhoss et al. (2020) hanno notato che l’intensità luminosa al fondo del capannone, a livello dei ventilatori, ha raggiunto un picco di 400 lux/41 fc ed è rimasta a oltre 100 lux/9.2 fc per un’intera giornata. Purswell e Olanrewaju (2017) hanno individuato significativi aumenti nell’indice di conversione alimentare e nei consumi di mangime in animali allevati con un programma di luce variabile, realizzato per mimare la forte variazione in intensità luminosa proveniente dai ventilatori a tunnel, rispetto ad animali sottoposti a una intensità luminosa costante, da programma (2.5 lux/0.2 fc). Linhoss et al. (2022) recentemente hanno individuato in un allevamento con tende laterali, a luce naturale, valori d’intensità luminosa alti a 6.000 lux/557 fc, corrispondenti a oltre 600 volte i livelli accettati dall’industria del broiler odierna e raggiunti da un sistema tradizionale a luce artificiale.
Gradiente luminoso

Vi sono prove crescenti che indicano come concentrarsi sulla determinazione di singoli e uniformi parametri d’intensità luminosa e colore (Figura 1) da applicare in maniera uniforme nel tempo (età) e nello spazio (ambiente d’allevamento) potrebbe essere fuorviante. Per via della maggiore concentrazione posta sul benessere animale, i programmi luminosi a gradiente variabile (Figura 2) che forniscono livelli di luce chiara vicino alle mangiatoie e livelli di luce più bassi vicino ai muri, consentendo ai broiler di scegliere il livello di luminosità preferito, stanno catturando molta più attenzione. I polli da carne hanno mostrato una preferenza per un’alta intensità luminosa quando impegnati in comportamenti attivi (come l’alimentarsi) ma preferiscono aree a luminosità minore per il riposo. È stato dimostrato come l’intensità luminosa influenzi l’attività di questi animali, ma molti studi si sono focalizzati su intensità uniformi e costanti per determinarne i loro effetti su benessere e performance. D’altra parte, Blatchford et al. (2012) hanno mostrato una forte correlazione tra intensità luminose contrastanti e il comportamento e la salute dei broiler e hanno suggerito come un elevato contrasto nell’intensità luminosa sia associato a rafforzati ritmi quotidiani nel comportamento degli animali.

La vista rappresenta il senso dominante negli avicoli domestici e l’evoluzione di questo carattere è stato determinato, almeno in parte, dalla luce naturale disponibile (Prescott et al., 2003) con una combinazione di gradienti di luce solare diretta e ombre nelle giungle del sud-est asiatico, luogo di origine degli antenati dei broiler odierni. Oggigiorno i broiler, in un contesto commerciale, sono solitamente allevati in un ambiente a luce dimmerabile, poiché ciò si presume migliori la loro produttività e l’efficienza negli indici di conversione, così come riduce l’attività totale e gli episodi di traumatismo e cannibalismo. Manser (1996) ha suggerito come intensità luminose tra i 5 e i 22 lux/ da 0,5 a 2 fc, utilizzati attualmente dai broiler e dai tacchini, potrebbero contribuire a diminuire il loro comportamento esplorativo e le interazioni sociali, portando a un aumento di problematiche a livello degli arti inferiori, mortalità, difetti visivi, bursiti sternali e paura in animali in crescita. Perciò, il potenziale nell’arricchimento dell’ambiente percepito e, conseguentemente, nell’aumentato benessere animale attraverso il gradiente luminoso sembra necessitare di ulteriori indagini.
Numerosi risultati indicano che i polli da carne hanno preferenze per specifiche intensità luminose. Nel momento in cui veniva fornita agli animali una possibile scelta di intensità luminosa tra 6, 20, 60 e 200 lux (0.5, 1.85, 5.5 e 19 fc) in un sistema libero, i broiler di due settimane d’età hanno preferito una luce chiara (200 lux/19 fc) per tutti i loro comportamenti. Dalle 6 settimane d’età, però, i broiler che avevano la possibilità di scegliere le aree a intensità luminosa differente, sono stati trovati sparsi in maniera sproporzionata, con numeri elevati in aree con 20 lux/1.85 fc, dove il mangime e l’acqua erano disponibili, e in numero inferiore nelle aree poco illuminate (1 lux/0.1 fc), in assenza di acqua e mangime, rispetto ad aree con acqua e mangime a una luminosità di 5 lux/0.5 fc. Kang et al. (2023) hanno dimostrato come un programma a intensità luminosa variabile abbia aumentato i comportamenti volontari naturali e accresciuto i livelli di attività fisica degli animali.
I dati di performance, inclusi un aumento nell’incremento ponderale giornaliero e un abbassamento dell’indice di conversione alimentare, e i risultati dell’espressione genica di indicatori cerebrali di benessere dimostrano un effetto positivo del programma luminoso a intensità variabile sulle performance e il benessere. Questi studi vogliono suggerire come un’intensità di luce uniforme, utilizzati da diversi anni dall’industria, potrebbe quindi non essere la soluzione ottimale per il broiler. Le aziende produttrici del settore luce non sono rimaste a guardare: lo dimostrano le diverse opzioni disponibili sul mercato di sistemi luminosi a gradiente variabile e multiplo, insieme a molte altre possibilità in fase di test.
Conclusioni
I programmi luminosi nell’industria del broiler continuano a evolvere e sono lontani dall’essere una scienza esatta. Le risposte alle richieste del consumatore di programmi d’allevamento alternativi e condizioni di benessere migliori presuppongono una rivalutazione dei programmi luminosi utilizzati dall’industria del broiler negli anni recenti. È attualmente in uso e in fase di studio una certa varietà di programmi luminosi nell’industria del pollo da carne: questi programmi vanno dall’utilizzo di muri e finestre che consentano l’ingresso della luce naturale al più recente concetto di gradiente o di intensità luminosa variabile, che consenta agli animali di scegliere il livello di luce che essi desiderano durante l’accrescimento. Questo spesso significa un’intensità luminosa elevata vicino alle mangiatoie e agli abbeveratoi, dove i livelli di attività sono maggiori, e un’intensità luminosa molto più bassa vicino ai muri, per riposare, dove i livelli d’attività sono minori. A dispetto delle nostre conoscenze sull’importanza della luce nei broiler, l’industria continua a cercare il programma luminoso ideale in grado di fornire i livelli desiderati di performance produttive, di crescita, salute e benessere. Questa ricerca sfida le aziende del settore luce a sviluppare continuamente nuove opzioni all’avanguardia in modo da poter soddisfare i bisogni di un’industria avicola in evoluzione.
La continua collaborazione tra le aziende del settore e l’industria avicola è un fattore critico nel cercare di affrontare le recenti sfide in questo settore, in modo da permettere un continuo miglioramento nei programmi luminosi per i broiler.
Bibliografia disponibile su richiesta
Per gentile concessione della University of Tennessee Institute of Agriculture and UT Extension