Clima e qualità ambientale in allevamento

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In un allevamento avicolo il clima e la temperatura fanno parte di quei fattori basilari che hanno un impatto notevole sulla salute e sulle performance produttive degli animali.

Il clima può essere definito come la somma dei seguenti fattori ambientali: temperatura, umidità relativa, composizione e velocità dell’aria. Viene influenzato anche dall’isolamento del tetto, delle pareti e del pavimento, dalla ventilazione, dal riscaldamento, dal tipo di raffrescamento e dall’illuminazione. Il clima che circonda direttamente i soggetti è chiamato microclima e rappresenta il fattore più critico da monitorare per il benessere degli animali. Se infatti la temperatura del capannone è accettabile, non è detto che lo sia altrettando a livello degli animali.

In media, la temperatura corporea degli avicoli è compresa tra 41 °C e 42,2 °C; viene mantenuta abbastanza costante ed è regolata dall’ipofisi che opera come un termostato. La contrazione e l’allargamento dei vasi sanguigni e la velocità della respirazione influenzano l’emissione e la ritenzione di calore che, di conseguenza, condiziona la temperatura corporea. Ci vuole del tempo prima che i meccanismi di termoregolazione inizino a funzionare nei pulcini appena nati, che quindi hanno bisogno di una temperatura ambientale più elevata rispetto agli animali adulti. Inoltre, il rapporto tra la superficie e il peso degli animali giovani è sfavorevole e i pulcini non possono nemmeno contare su riserve di grasso.

La zona di comfort è definita come la zona ambientale in cui gli animali sono in grado di mantenere la temperatura corporea costante con il minimo sforzo e ciò dipende anche dal livello di alimentazione e dalle condizioni di gestione. La zona termo-neutrale è definita come la zona ambientale in cui gli animali sono in grado di mantenere costante la temperatura corporea con l’aiuto della termoregolazione fisica. La temperatura più bassa nella zona termica neutra è chiamata temperatura critica più bassa: se le temperature scendono al di sotto di questo limite, gli avicoli utilizzeranno l’energia alimentare per riscaldarsi e di conseguenza consumeranno di più. La temperatura più alta nella zona termica neutra è chiamata temperatura critica più alta: se la temperatura sale al di sopra di questo standard, i soggetti non sono più in grado di dissipare il loro calore; inizieranno a consumare meno mangime e di conseguenza diminuiranno le loro prestazioni produttive.

La temperatura termo neutrale per le ovaiole va dai 15 ai 24 °C. Per ogni grado sotto il limite, gli animali necessitano di 1,5g extra di mangime al giorno. Se invece la temperatura supera i 24 °C, ne risentono la qualità del guscio e il peso delle uova. La temperatura critica per i polli da carne e per i riproduttori dipende in larga misura dall’età.

Umidità e composizione dell’aria

L’umidità è controllata dall’intenso riscaldamento o raffreddamento dell’aria interna in risposta alla temperatura esterna. Quando le temperature esterne sono basse, anche l’umidità relativa in allevamento è bassa, il che spesso si traduce in polvere secca che circola. Se l’umidità relativa è troppo alta si può avere lettiera bagnata. L’umidità relativa ideale in un allevamento avicolo si attesta intorno al 60%. I componenti più importanti dell’aria sono azoto e ossigeno e altri gas come l’anidride carbonica. La combinazione di alta concentrazione di CO2, temperatura e umidità elevate costituisce un ambiente nocivo per la salute degli animali.

Particelle di polvere

La polvere è dannosa per la salute dell’uomo e degli animali, ma non solo, danneggia anche le attrezzature ed è un vettore di microrganismi. La polvere negli allevamenti avicoli è costituita principalmente da particelle di pelle, piume, mangime, lettiera e pollina secca. La quantità di polvere dipende da molti fattori fra i quali la temperatura, l’umidità relativa, la razza e l’età degli animali, il tipo di lettiera utilizzata, il sistema di alimentazione, l’igiene. Una corretta manutenzione e una pulizia regolare della struttura creano condizioni più confortevoli per gli animali e migliori condizioni di lavoro per gli esseri umani.

Stress da calore, ventilazione e raffrescamento

Gli avicoli sono molto sensibili allo stress da calore: ad alte temperature i polli consumano meno mangime, con conseguente crescita ridotta e peggiori rese. Lo stress da calore può anche portare a malattie, perché i germi prosperano ad alte temperature e la resistenza degli animali è ridotta.

Il rischio di stress da calore aumenta se la temperatura dell’aria in allevamento supera i 30 °C in combinazione con un’umidità relativa superiore al 75%. In questi casi bisogna raffrescare l’ambiente e garantire una buona ventilazione e ricambio di aria. I sistemi per raffrescare e ventilare disponibili in commercio sono molti e ogni produttore può scegliere quelli più appropriati per il proprio allevamento.