Sistema di qualità nazionale per il benessere animale

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Si è svolta a fine settembre, in Parlamento, la conferenza stampa su“Il Sistema di Qualità Nazionale nel settore zootecnico – Strategie per il rilancio del comparto”, al quale hanno partecipato rappresentanti delle Organizzazioni di categoria: Confagricoltura, Copagri, ACI, Assocarni, CIA, UnaItalia, Coldiretti, Uniceb, Assica per mettere a punto i principi fondamentali per garantire il benessere animale.

È stato presentato in una conferenza stampa a Roma, su iniziativa del presidente della Commissione Agricoltura della Camera, on. Filippo Gallinella, il nuovo sistema di certificazione volontaria per il benessere animale, il cui disciplinare e logo dovranno essere redatti di concerto dai Ministeri delle Politiche agricole e della Salute e approvati previo accordo con le Regioni.

Il sistema è costituito “dall’insieme dei requisiti di salute e benessere animale superiori a quelli delle pertinenti norme europee e nazionali”; quindi riguarderà uno standard superiore a quello applicato per legge a tutti gli allevamenti.

L’introduzione del nuovo Sistema di Qualità nazionale, su i cui decreti attuativi il Mipaaf è al lavoro, permetterà di definire requisiti di salute e benessere animale più elevati rispetto a quelli oggi effettivi. Saranno indicati gli standard che possono assicurare una produzione zootecnica di maggiore qualità e rafforzare la sostenibilità dell’intera filiera.

L’adesione al sistema sarà volontaria, così come volontaria è quella al sistema di qualità già esistente, istituito ai sensi del regolamento Ue n. 1305 del 2013. I prodotti certificati saranno contrassegnati da un marchio, uno strumento che “potrà dare una spinta all’intero comparto”, così ha dichiarato il presidente di Copagri, Franco Verrascina.

Per Confagricoltura è intervenuto il vicepresidente Matteo Lasagna che ha espresso una valutazione positiva sull’iniziativa. “Però – ha detto – non dovrà essere l’ennesima certificazione. Spetta al governo rendere lo strumento davvero efficace e capace di dare valore aggiunto agli sforzi delle imprese che aderiranno. La sfida che ci si deve porre ora – ha concluso poi Lasagna – è di avvicinare il sistema di qualità nazionale nel settore zootecnico alla strategia ‘Farm to Fork’, che ha l’obiettivo di guidare la transizione dell’agricoltura verso pratiche più sostenibili”.

Adesione su base volontaria

Allevatori e aziende non saranno dunque costretti all’adozione dell’etichetta ma se aderiranno ciò rappresenterà un merito aggiuntivo, una certificazione ufficiale che attesta la virtuosità dell’azienda. Per accedervi è necessario rispettare le regole che saranno precisate dal dicastero agricolo e da quello della salute, accettando ovviamente i relativi controlli.

I Ministeri della Salute e delle Politiche Agricole avranno il compito di stabilire i criteri di valutazione, sulla base di requisiti sanitari e delle modalità di gestione degli animali, come pure i tipi di controllo che saranno affidati a organismi terzi accreditati.
Insieme alla disciplina produttiva, si deciderà quale debba essere il segno distintivo con il quale identificare i prodotti ottenuti. Il sistema opererà sotto la guida di un costituendo organismo tecnico scientifico che dovrà definire regime e modalità di gestione.

Il marchio

Si tratterà di una sorta di marchio riferito a tutti gli operatori che credono seriamente nell’importanza della realizzazione di criteri di allevamento riguardosi degli animali e che per questo vengono premiati da un riconoscimento istituzionale.

É giusto che il consumatore, al momento dell’acquisto, possa riconoscere se il prodotto proviene da un allevamento intensivo o all’aperto, perché sapere con quale metodo è stato allevato un animale è già un’indicazione sul suo potenziale stato di salute e benessere. Già altri Paesi europei stanno definendo etichette analoghe e, nel mercato comunitario, questo potrebbe comportare un vantaggio per alcuni Stati a scapito della produzione italiana. Un’iniziativa del genere non solo tutela la libertà di scelta, ma difende anche gli allevatori italiani virtuosi, che lavorano ogni giorno per dare una vita migliore agli animali e un futuro alla propria attività, rispettando l’ambiente e la salute delle persone coinvolte. Il valore del marchio dovrà essere colto dai consumatori; sarà quindi importante comunicare con efficacia la sua presenza perché possa trasmettere quei valori che i consumatori ritengono fondamentali: dalla sicurezza alimentare alla sostenibilità.

Una proposta che risponde anche ai parametri europei

Si tratta di un progetto particolarmente importante anche nell’ottica della Politica Agricola Comune (PAC) post 2020, chiamata a rispondere, più che in passato, alle aspettative dei cittadini e dei consumatori. In questo contesto, infatti, la PAC potrà aiutare gli agricoltori a migliorare l’applicazione delle norme dell’Ue in materia di benessere degli animali e indirizzarli, attraverso iniziative volontarie, a promuoverne il valore sia all’interno dell’Ue che al di fuori di essa.

“Siamo fortemente convinti che l’etichettatura degli alimenti, regolamentata a livello europeo e nazionale, possa agire da volano per il miglioramento dei nostri sistemi di allevamento, ridurre il consumo dei farmaci e migliorare la qualità dei prodotti e il livello di fiducia dei consumatori”, con queste parole anche la ministra Teresa Bellanova si è dichiarata a favore dell’etichettatura sul benessere animale, ricordando che il Mipaaf, insieme al ministero della Salute e le Regioni, ha messo a punto anche un sistema di misurazione specifico, il cosiddetto Classyfarm.

Classyfarm

Si tratta di un sistema informatizzato che consente la categorizzazione dell’allevamento in base al rischio, basandosi su metodi armonizzati e scientificamente validati nel rispetto della massima trasparenza. Lo scopo del sistema è rafforzare la prevenzione delle malattie animali e la lotta all’antibiotico-resistenza, rendere più efficiente il controllo ufficiale da parte delle autorità competenti e offrire agli allevatori le condizioni per migliorarsi e tendere all’eccellenza. Tutti i dati resi disponibili sono convertiti attraverso coefficienti scientificamente validati in un indicatore numerico che misura il livello attuale di rischio dell’allevamento stesso. A garanzia della massima trasparenza, le modalità di calcolo dei coefficienti, utilizzati per la determinazione del livello di rischio degli allevamenti ai fini della loro categorizzazione, sono rese pubbliche. ClassyFarm permette la visualizzazione delle informazioni aggregate per aree geografiche e per tipologia di allevamento, favorendo un circuito virtuoso basato anche sull’emulazione di best practices; ciò a vantaggio dell’interesse economico dello stesso allevatore e, soprattutto, a tutela dei consumatori per quanto riguarda la salubrità e qualità degli alimenti prodotti.

Il benessere animale gioca un ruolo di primo piano nel miglioramento della sostenibilità delle produzioni zootecniche e nella lotta contro la resistenza antimicrobica e rappresenta quindi uno degli obiettivi chiave da raggiungere a livello nazionale e europeo per sostenere la competitività delle diverse filiere zootecniche e la gestione delle problematiche sanitarie.