Gestione della lettiera del pollo

Xuan Dung Nguyen, Graduate Research Assistant, Department of Animal Science, University of Tennessee - Tom Tabler, Professor, Department of Animal Science, University of Tennessee

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Per ridurre la suscettibilità dei polli alle malattie infettive, l’ambiente del capannone – e in special modo la lettiera – gioca un ruolo chiave nel sostenere il sistema immunitario e la salute del gruppo. L’efficienza delle produzioni avicole e il benessere animale sono infatti notevolmente influenzati dalle condizioni interne. Un fattore critico, che influenza direttamente le performance e il benessere, è proprio la gestione della lettiera.

Gli USA sono tra i maggiori produttori avicoli mondiali, in particolare per la carne di pollo e tacchino e per le uova delle galline. Insieme, il loro valore nel 2020 ha superato i 35 miliardi di dollari. La produzione avicola fornisce agli americani una fonte di proteine a buon mercato e da essa trae sostentamento circa 1 milione di persone. Circa il 18% della produzione avicola degli Stati Uniti viene esportata. In Tennessee la produzione di pollo è la principale nel settore avicolo.

L’industria avicola sta affrontando diverse sfide, tra cui l’impatto delle malattie infettive e una crescente richiesta di miglioramento degli standard di benessere. Un aspetto cruciale che influenza le performance avicole e il benessere, è proprio la gestione della lettiera: alcuni importanti fattori nella sua gestione sono il controllo dell’umidità e quello dell’ammoniaca, la profondità della lettiera e il tipo di materiale di cui è composta. Mantenere una lettiera di buona qualità è un costante problema per la produzione, anche perché recentemente sono stati attuati molti programmi di produzione senza antibiotici (NAE, No Antibiotics Ever).

Problemi nel riutilizzo della lettiera

Riutilizzare la lettiera nella produzione avicola è una pratica comune ed economica; però il riutilizzo per diversi gruppi consecutivi può causare problemi, se non viene gestito in modo appropriato. Riutilizzare la lettiera, infatti, significa che le problematiche del gruppo precedente, come alti valori di ammoniaca volatile, presenza di malattie o elevato contenuto di umidità, possono facilmente ricadere sul gruppo successivo. In particolare, riuscire a mantenere una buona qualità dell’aria in presenza di lettiera riutilizzata può diventate un serio problema.

Il prezzo elevato e la diminuita disponibilità di materiale di buona qualità aumentano i problemi legati alla lettiera vecchia. I trucioli di pino costituiscono il materiale ideale, ma altri mercati li stanno richiedendo, e ciò ne fa aumentare il prezzo, rendendo difficile per i produttori avicoli riuscire ad approvvigionarsi. Per questo motivo l’industria avicola sta cercando alcune lettiere alternative, come il miscanto. Un altro possibile materiale per la lettiera, in futuro, potrebbe diventare la canapa: essa infatti – data la sua struttura naturalmente ripiegata – assorbe fino a 4 volte il proprio peso e quindi mostra un elevato tasso di assorbimento dell’umidità e una altrettanto buona capacità di rilasciarla; costa però più dei trucioli e finora mancano dati sulle sue rese, pertanto è ancora difficile utilizzarla come alternativa.

Un altro problema che si verifica in presenza di lettiera ricostituita è quello dello sviluppo di patogeni. Tipicamente, le condizioni ottimali per la crescita del pollo sono le stesse che favoriscono lo sviluppo dei patogeni, pertanto una cattiva gestione della lettiera riutilizzata può comportarne una crescita eccessiva. I produttori devono ridurre le cariche di patogeni al di sotto della pressione di malattia tollerabile dal gruppo.

Contenuto di umidità

Il fattore fondamentale che influenza la qualità della lettiera è l’umidità: essa  è influenzata da diversi fattori (temperatura, umidità dell’aria, ventilazione) e dalle proprietà della lettiera medesima (tipo di materiale, suo eventuale riutilizzo, profondità e contenuto iniziale di umidità). Un cattivo controllo dell’umidità della lettiera causa gravi dermatiti plantari (Figura 1) che influenzano le rese e il benessere. Studi sull’argomento raccomandano un livello massimo del 25% di umidità: se lo si supera, aumenta anche la concentrazione di ammoniaca nei capannoni, che a sua volta influenza salute e benessere. Mantenere la concentrazione di ammoniaca al di sotto del 25% però non sempre è possibile, specialmente durante l’inverno.

Determinare esattamente quanta umidità sia presente nella lettiera del pollo richiede l’assistenza di un laboratorio: i campioni di lettiera vengono raccolti da diversi punti del capannone e un campione composito viene poi inviato al laboratorio per le analisi. Prima la lettiera viene pesata, poi, dopo un processo di essiccamento che di solito dura 24 ore, viene nuovamente pesata: la perdita di peso indica la quantità di acqua perduta e da questo dato si calcola il contenuto iniziale di umidità. Una maniera alternativa di misurare l’umidità è la pratica descritta da Michael Czarick nel 2007, che consiste nello stringere in mano una manciata di lettiera:

  • se resta a forma di palla, la lettiera è troppo umida;
  • se aderisce leggermente, l’umidità è accettabile;
  • se invece non resta compatta e si sfalda, è troppo secca.

Gli allevatori dovrebbero controllare l’umidità della lettiera regolarmente. Riutilizzare la lettiera avicola di gruppi precedenti anche per il gruppo successivo è garanzia di un costante aumento dell’umidità, causato dalla respirazione e dalle feci emesse. Per compensare questo aumento, i sistemi di ventilazione vanno mantenuti in maniera corretta, specialmente durante l’inverno.

Produzione senza antibiotici (NAE)

Questa tipologia produttiva richiede una gestione della lettiera ancora migliore, sebbene si sia visto spesso che in questo tipo di produzione la lettiera riutilizzata potrebbe dare più vantaggi: da un lato, infatti, essa potrebbe portare a sviluppare più malattie, ma dall’altro, se il produttore gestisce bene la lettiera vecchia e mantiene un buon microbiota, può rappresentare un beneficio per i broiler. Produrre senza antibiotici significa che i polli non godono più dello scudo protettivo degli antibiotici, pertanto la gestione della lettiera è ancora più importante: occorre evitare che in essa si sviluppino patogeni, perché i polli sono più esposti alle malattie.

Il controllo delle malattie e la gestione dei morti sono aspetti importanti, che l’allevatore di polli NAE deve considerare. Nella produzione senza antibiotici si è imparato a gestire, gradualmente, una serie di problematiche e le relative soluzioni, consone a una produzione che non usa antibiotici, come:

  • densità di accasamento ottimale;
  • buona gestione della lettiera;
  • ambiente del capannone ideale;
  • mangime pre-starter di qualità;
  • buona qualità dell’acqua ed efficace programma di sanificazione idrica.

Gestione della lettiera in inverno

Alcuni problemi nei mesi invernali derivano dalla presenza di aria fredda esterna, con una pulcinaia attorno ai 32 °C, una ventilazione minima, che rende la distribuzione uniforme della temperatura difficile, e il costo elevato del propano, che va bruciato per mantenere il gruppo al caldo. Nel corso dell’inverno i produttori devono trovare un equilibrio tra le spese del riscaldamento e il mantenimento della ventilazione necessaria per rimuovere ammoniaca e umidità. Errori nell’equilibrio tra perdita di calore e ventilazione significano:

  • elevate concentrazioni di NH3;
  • aumento dei patogeni e rischio di malattie;
  • elevate concentrazioni di umidità nella lettiera.

L’umidità è il fattore chiave che influenza la qualità della lettiera durante l’inverno. Le fonti principali dalle quali deriva l’umidità sono due: la prima fonte è rappresentata dai polli. Essi consumano circa 1 kg di acqua per ogni mezzo kg di mangime assunto; l’80% dell’acqua assunta ritorna poi nell’ambiente in forma di feci e respirazione. La seconda fonte è rappresentata dalle cappe: per ciascun litro di propano bruciato vengono infatti prodotti 0,8 kg di acqua. L’allevatore deve pertanto controllare questa umidità con la ventilazione e la quota di aerazione varia costantemente. Il tasso di ventilazione è necessario per mantenere il livello di ammoniaca a meno di 25 ppm e l’umidità relativa tra il 50 e il 70%.

Controllo dei patogeni

In inverno, quando ammoniaca e umidità sono poco controllate, la concentrazione dei patogeni nella lettiera aumenta. Per risolvere questo problema, esistono alcune soluzioni:

  • la pastorizzazione, che usa il caldo per uccidere i patogeni;
  • il compostaggio, metodica ben conosciuta;
  • il rimescolamento in pile, detto andanatura, che è un modo affidabile ed economico per ridurre le cariche patogene. Non è un vero e proprio compostaggio, perché richiede un tempo inferiore, ma il caldo che si sviluppa nelle file di lettiera ammucchiata, se la tecnica è eseguita correttamente, riesce comunque a uccidere la maggior parte dei patogeni.

L’andanatura può essere difficile da gestire (Figura 2). L’umidità della lettiera, ad esempio, deve essere adeguata (25-30%), altrimenti la pile non si riscaldano adeguatamente e se ciò non accade, il processo non apporta alcun beneficio, con una perdita di tempo e di gasolio. Bisogna poi calcolare un sufficiente periodo di interciclo per una corretta andanatura: se, con il giusto livello di umidità, si concede alle pile tempo sufficiente per raggiungere la temperatura di circa 60 °C, la maggior parte dei patogeni viene inattivata. In base al contenuto dell’umidità potrebbe essere necessario lasciare la lettiera crostosa sul posto, per avere abbastanza umidità da fare partire il processo termico dell’andanatura: chiedete al vostro tecnico se sia o meno il caso di usare le croste prima di andanare. La prima impilatura andrebbe fatta due giorni dopo il carico e lasciata lì per tre giorni. Poi si deve rigirare la prima fila per farne una seconda, che resta ugualmente ferma per altri 3 giorni; infine la si livella e la si lascia asciugare per 4 giorni, mentre si raffredda, applicando anche un ammendante (in caso contrario, la quantità di ammoniaca emessa dalla lettiera potrebbe rapidamente superare la capacità assorbente dell’ammendante, rendendolo inefficace). Una lettiera più profonda di 15 centimetri è inoltre più difficile da ammendare, per la quantità di materiale presente nel capannone: l’andanatura lavora al meglio con lettiere tra i 9 e 15 centimetri.

Trattamenti della lettiera

Per una corretta andanatura è necessario che tra un gruppo e il successivo ci sia abbastanza tempo: meno di 10 giorni non consentono infatti una maturazione della lettiera. Specialmente dopo avere andanato, è importante usare i trattamenti idonei a gestire i livelli di ammoniaca. Alcuni ammendanti riescono anche a ridurre la carica di patogeni; altri però aumentano il contenuto di azoto della lettiera, così la conversione dell’azoto in ammoniaca pone problemi ambientali. L’ammoniaca infatti è un grande rischio, sia per il benessere animale che per l’economia dell’industria avicola e va pertanto gestita bene. Molti degli ammendanti della lettiera sono acidificanti e gli allevatori devono seguire le indicazioni del produttore, rispettando le linee guida che indicano le precauzioni per un uso sicuro.

Di solito i trattamenti comprendono:

  • sodio bisolfato;
  • solfato di alluminio;
  • particelle simili a creta immerse in acido solforico;
  • solfato di ferro;
  • acido solforico e solfato di alluminio.

Disposizione interna dei capannoni

Ammoniaca, umidità, temperatura e diossido di carbonio sono fattori critici che influenzano la produzione avicola e il benessere animale. Per valutare propriamente questi parametri, gli allevatori devono acquisire strumenti di misurazione quali sensori di umidità e di ammoniaca. In certi casi gli allevatori vengono esposti all’ammoniaca per lunghi periodi e potrebbero quindi non riuscire più a rilevare livelli critici del gas nel capannone, diversamente da chi non ci lavora. In ogni caso queste strumentazioni vanno considerate come supporto e non devono sostituire l’allevatore nella corretta conduzione aziendale: nulla funziona meglio dei sensi umani. Alcuni autori promuovono il metodo del “secchio da 20 litri” come miglior sistema per valutare l’ambiente interno del capannone. In sostanza si tratta di questo sistema: occorre sedersi su un secchio e guardare i polli, osservare come rispondono a condizioni ideali, imparando come si comportano quando hanno caldo, freddo, ecc. Se si impara a riconoscere cosa comunicano gli animali, sono essi stessi che possono dirci cosa non funziona e ciò lo si impara solamente restando nel capannone, perché tutti i controlli automatizzati non possono comunque allevare i polli al posto dell’allevatore: possono assisterlo, ma deve essere sempre l’allevatore a fare il suo mestiere, e il solo modo di farlo è quello di stare dentro al capannone.

Riassunto

Al termine di queste considerazioni, i messaggi da tenere presenti sono essenzialmente due:

  • l’umidità della lettiera e il livello di ammoniaca sono critici nel mantenere produttività e benessere;
  • la produzione senza antibiotici (NAE) ha reso la gestione della lettiera ancora più critica di quanto già non fosse.
La bibliografia è disponibile su richiesta
Per gentile concessione della University of Tennessee Institute of Agriculture and UT Extension.