Tendenze del mercato avicolo a livello mondiale

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Nel corso di quest’anno l’andamento del mercato avicolo a livello mondiale dipenderà molto dalla riapertura delle economie dopo la pandemia e dalla risoluzione del conflitto russo-ucraino.

La crescita globale è prevista intorno al 2%; i costi di produzione rimarranno elevati per tutto il 2022, dati gli oneri ingenti per i prezzi dei mangimi e delle materie prime, per la manodopera, la logistica, l’energia e i costi edili. L’accesso ai finanziamenti e l’efficienza operativa saranno i fattori chiave di successo per gestire l’incidenza dei costi sulla produzione. Sono stati proprio i costi, infatti, a limitare la crescita dell’offerta nella seconda metà del 2021, insieme all’Influenza Aviaria, alla capacità ridotta e alla disponibilità limitata nella genetica e negli additivi per mangimi. Il mercato avicolo globale sarà forte ma volatile, dato il contesto dell’offerta relativamente limitata.

Le prospettive sono comunque positive, con un previsto incremento della domanda e una crescita limitata dell’offerta. I prezzi di mais e soia dovrebbero raggiungere il picco nel terzo trimestre del 2022 e diminuire leggermente in seguito. In media, si prevede che i prezzi rimarranno elevati nel corso del 2022, con una volatilità continua e alcuni cambiamenti nelle posizioni delle diverse materie prime nel corso dell’anno. Questa situazione del mercato avicola sarà ulteriormente influenzata da un contesto logistico difficile, con l’organizzazione delle spedizioni resa più complessa dalla disponibilità limitata dei container, dai prezzi di trasporto elevati e dallo scenario del conflitto in Ucraina e relative sanzioni alla Russia.

Il mercato avicolo mondiale rimarrà tuttavia solido, in linea con il miglioramento delle condizioni globali. Dopo un volume di scambi record di 3,3 milioni di tonnellate nel secondo trimestre del 2021, nel terzo trimestre l’andamento positivo è continuato con 3,2 milioni di tonnellate. I volumi delle esportazioni statunitensi sono leggermente diminuiti (5%) rispetto ai livelli del secondo trimestre, principalmente a causa delle esportazioni più deboli verso la Cina. Il Brasile ha incrementato le esportazioni (+2%), e anche le spedizioni dall’Unione europea sono gradualmente riprese (+10%). La Tailandia ha mostrato forti segnali di cambiamento, con un balzo nelle esportazioni nel primo semestre 2021 (+16%), trainato principalmente dalla forte domanda giapponese e cinese, ma ha registrato poi un forte calo (-31%) nel terzo trimestre a causa della chiusura degli stabilimenti legata al Covid-19 e dei problemi di disponibilità di manodopera. La Cina ha aumentato significativamente le esportazioni nel terzo trimestre del 2021, già superiori del 31% rispetto ai primi tre trimestri del 2020. Si prevede che i volumi delle esportazioni verso la Cina si manterranno bassi (-3%, su base annua), ma i volumi verso Messico, Cuba e Filippine saranno piuttosto elevati. 

Le esportazioni in Cina sono diminuite, ma sono aumentate tutte le esportazioni in Arabia Saudita e Vietnam.

La difficile situazione dell’offerta nell’Unione europea non ha comportato un aumento delle importazioni: dal primo al terzo trimestre del 2021 sono diminuite del 5%, soprattutto a causa della contrazione delle importazioni dal Regno Unito (-8%) e dal Cile (-85%). Nel terzo trimestre, sono diminuite anche le importazioni tailandesi, da 42.000 tonnellate nel primo e nel secondo trimestre a sole 28.000 nel terzo trimestre, a causa delle difficoltà di approvvigionamento.

Il conflitto russo-ucraino ha notevolmente disturbato il mercato avicolo globale e i mercati agricoli in generale, creando maggiore incertezza sulla futura disponibilità di cereali e semi oleosi e instabilità sui mercati già tesi. L’UE è ampiamente autosufficiente a livello alimentare, con un massiccio surplus commerciale e ci si aspetta che dimostri ancora una volta la sua capacità di assorbire il colpo. 

L’Influenza Aviaria, i continui elevati costi del mangime ed energetici, manterranno la produzione avicola su livelli piuttosto bassi nel 2022. Il miglioramento del mercato avicolo avverrà progressivamente, ma in maniera molto altalenante, con alti e bassi, e seguirà gli sviluppi della pandemia e dello scenario geopolitico. I costi per l’alimentazione e altri, come il trasporto di merci e l’energia, rimarranno elevati per tutto l’anno. 

La disponibilità e il costo della manodopera hanno rappresentato e rappresenteranno un grosso problema in molti Paesi, limitando la produzione in alcuni mercati. Davanti a queste sfide, i produttori dovranno concentrarsi soprattutto sulle rese, su buoni programmi di approvvigionamento ed elevata efficienza nella catena del valore per ridurre l’uso di mangimi e di manodopera.

Le tendenze principali del settore nel corso dei prossimi mesi

  • La domanda di prodotti avicoli sarà forte in tutti i mercati, con una crescita globale che dovrebbe raggiungere il 2% nonostante i vari problemi contingenti.
  • La crescita dell’offerta nella seconda metà del 2021 è stata limitata da costi elevati, Influenza Aviaria e altre malattie, capacità ridotta e disponibilità limitata di input come genetica e additivi per mangimi.
  • Si prevede che i costi di produzioni rimarranno elevati nel 2022, con alti prezzi dei mangimi, di manodopera, logistica, energia ed edili. L’accesso ai finanziamenti e l’efficienza operativa saranno fattori chiave per poter gestire i costi più elevati.
  • Il commercio globale crescerà ma con caratteristiche di volatilità, dato il contesto dell’offerta relativamente limitata e delle continue interruzioni legate al Covid-19, i casi di influenza aviaria e il conflitto russo-ucraino. 

Fonte: Rabobank, UE